Scoperte tre nuove lune nel Sistema Solare. Del diametro compreso tra 8 e 23 chilometri, due orbitano intorno a Nettuno, una intorno a Urano. L’annuncio ufficiale arriva dal Minor Planet Center dell’Unione Astronomica Internazionale, che sottolinea come i tre oggetti siano le lune meno luminose mai osservate fino ad oggi dai telescopi terrestri.
L’individuazione delle tre lune si deve ad alcuni dei più potenti telescopi basati a Terra, in particolare i due telescopi gemelli Magellano dell’osservatorio di Las Campanas in Cile e il Subaru che si trova nelle Hawaii. La conferma è arrivata dalle osservazioni del Very Large Telescope dell’Osservatorio Europeo Australe, in Cile.
Una “mappa” in continuo aggiornamento
“La scoperta di una nuova luna attorno a Urano arriva dopo oltre 20 anni dall’ultima individuata, un tempo molto lungo che testimonia la difficoltà anche per i più potenti telescopi di identificare oggetti così piccoli e lontani”, ha commentato il planetologo Federico Tosi, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Le lune di Urano diventano così 28, 16 quelle di Nettuno.
Il catalogo dei piccoli oggetti del Sistema Solare è in continuo aggiornamento e solo lo scorso anno era stata annunciata la scoperta di nuove lune attorno a Saturno, il pianeta dall’orbita più affollata, con ben 146 satelliti naturali. “Scoprirne di nuovi mette alla prova la sensibilità anche dei più potenti telescopi. Molto probabilmente esistono molte altre lune attorno a Urano e Nettuno”, ha aggiunto Tosi.
I nomi ispirati a Shakespeare e alla mitologia greca
Ad annunciare la scoperta delle tre lune è stato Scott Sheppard, dell’Istituto Carnegie a Washington, coordinatore delle osservazioni e già autore di varie scoperte analoghe nel passato. Le tre lune non hanno ancora un vero e proprio nome: quella di Urano è indicata con la sigla S/2023 U1, ha un diametro di 8 chilometri e impiega 680 giorni terrestri per completare un’orbita attorno al suo pianeta.
In base alle convenzioni dell’Iau la nuova luna di Urano, così come le altre 27, avrà presto il nome di un personaggio delle opere di William Shakespeare. Le due lune di Nettuno, indicate con le sigle S/2002 N5 e S/2021 N1, avranno invece il nome di una delle Nereidi, le ninfe marine della mitologia greca.
Gli studi sulle lune
“Non c’è limite di grandezza per definire una luna – ha osservato Tosi – perché la discriminante è che orbiti in modo stabile attorno a un pianeta. Ma la cosa difficile è dimostrarlo: non basta una singola osservazione, ma bisogna riuscire a calcolarne l’orbita. Non a caso una delle tre era stata identificata già nel 2002, ma ci sono voluti anni per determinarne la traiettoria e poterla definire una luna”.
Studiarle potrà fornire informazioni sia sulla storia dei pianeti attorno ai quali orbitano, sia sulla formazione del Sistema Solare. Le lune potrebbero essere, infatti, frammenti di un qualche oggetto più grande che non si è trasformato in pianeta, oppure un frammento dello stesso pianeta prodotto da un qualche evento catastrofico passato, oppure un semplice asteroide o un oggetto ghiacciato imprigionato dal campo gravitazionale del pianeta. “Possono testimoniare anche il vagabondare di alcuni pianeti, ad esempio di Saturno, che oggi – ha osservato Tosi – si trova in un’orbita differente da quella in cui si formò inizialmente e che nel suo movimento avrebbe raccolto varie lune che oggi tiene strette a sé”.