Mancano pochi giorni e la scuola aprirà di nuovo le porte per accogliere milioni di studenti di tutte le fasce d’età. Ma non mancano le polemiche. Fanno, infatti, discutere i casi, diversi tra loro, di Pioltello e Bolzano.
A Pioltello scuola chiusa per il Ramadan
La prima polemica riguarda l’istituto comprensivo statale “Iqbal Masih” di Pioltello, in provincia di Milano, che, come lo scorso anno, chiuderà per la fine del Ramadan 2025. Il Consiglio d’Istituto ha, infatti, votato all’unanimità la decisione, nell’ambito dell’autonomia scolastica, di non aprire nell’ultimo giorno della festa islamica. Già lo scorso anno, la chiusura della scuola, frequentata da un’altissima percentuale di studenti di religione musulmana, aveva scatenato numerose polemiche.
Lega: «La chiusura per Ramadan conferma l’inutilità dello Ius scholae»
Contraria alla decisione della scuola di Pioltello la Lega. «La conferma della scuola ‘Iqbal Masih’ in merito al giorno di chiusura per la fine del Ramadan anche per quest’anno dimostra l’ormai sempre più evidente islamizzazione nelle nostre scuole – ha scritto in una nota Silvia Cardone -. Una scelta sbagliata perché impone un’integrazione al contrario costringendo tutti gli studenti, anche di fedi diverse, a stare a casa per una festa religiosa che non ci appartiene». Secondo l’eurodeputata, si tratta di «una deriva pericolosa che dimostra tra l’altro che lo Ius scholae non serve: se la scuola invece di integrare insegna a dimenticare la nostra cultura a favore di altre religioni, non aiuta un percorso coerente con i nostri valori verso la cittadinanza».
Contro anche Fratelli d’Italia
Sullo stesso filone della Lega anche Fratelli d’Italia. «Credo che con questa vicenda gli insegnanti in questione stiano sfruttando il loro ruolo di istruttori per far propaganda politica – ha dichiarato il deputato, vice Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera ed ex vice sindaco delle giunte di centrodestra milanese, Riccardo De Corato -. Quest’ultima si fa altrove e non nelle scuole! Una simile decisione dovrebbe essere presa e discussa nelle opportune sedi politiche quali la Regione e il Parlamento”.
In una scuola di Bolzano classe solo per migranti e italiani
Un’altra polemica è scoppiata a Bolzano, dove la scuola elementare di lingua tedesca Goethe ha introdotto per la prima volta una prima classe formata esclusivamente da bambini ‘non tedeschi’, ovvero italiani e migranti. La preside Christina Holzer ha così spiegato la sua scelta al quotidiano Dolomiten: «In una classe tutti gli alunni partono da zero, nessuno parla infatti tedesco. Devo garantire l’insegnamento, ma non devo neanche perdere di vista i bambini di madrelingua tedesca». La preside ha fatto presente al giornale che molti bambini con background migratorio sono cittadini italiani: «Di 500 alunni solo 47 hanno cittadinanza straniera, ma il 40% ha difficoltà linguistiche». Tra questi ci sono però anche italiani.
La scuola in Alto Adige
In Alto Adige vige il principio dell’insegnamento nella madrelingua. Ci sono, infatti, scuole tedesche, italiane e in val Gardena e val Badia anche ladine. Sempre più famiglie italiane mandano, però, i loro figli nelle scuole tedesche, nella speranza che apprendano con più facilità la lingua di Goethe, indispensabile per ricevere poi il ‘patentino’ e lavorare nel pubblico impiego. Una classe di soli ‘non tedeschi’ potrebbe far cambiare idea ad alcuni.
Le reazioni politiche
Sulla delicata questione la Svp è divisa. Secondo il presidente della Svp Dieter Steger «la strada intrapresa dalla scuola Goethe è l’unica che non è a svantaggio dei bambini tedeschi». Il segretario della Volkspartei Harald Stauder ha fatto presente che in alcuni comuni con una forte presenza di migranti «i genitori mandano i figli nei paesi limitrofi oppure in scuole private». L’assessore provinciale competente e collega di partito Philipp Achammer ha ribadito, invece, che «l’istituzione di classi speciali, indipendentemente dalla loro natura, non è consentita dalla legge a livello statale e provinciale». «Vale quanto scritto nel programma di coalizione – ha sottolineato -, il sostegno differenziato per lingua e per gruppi negli asili e nelle scuole attraverso l’assegnazione aggiuntiva di personale docente». Divisi anche i partner di coalizione con i Freiheitlichen che hanno applaudito all’iniziativa («L’Alto Adige non può permettersi altri anni di vuote promesse e annunci irrealizzabili») e Fdi che ha parlato addirittura di una «classe ghetto».