Educazione sessuale, sostenibilità ambientale, nuove tecnologie e piano di studi personalizzabile. Questi i punti fondanti della scuola del futuro secondo l’annuale indagine sugli stili di vita degli adolescenti italiani realizzata dall’Associazione Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca IARD, con la collaborazione di Canale Scuola del Corriere della Sera.
Piano di studi personalizzato a scuola
Su un campione nazionale di 5670 ragazzi di età compresa tra i 13 e i 19 anni, l’86,6% vorrebbe nelle scuole superiori che il piano di studi potesse in parte essere personalizzato con alcune materie scelte dal singolo studente. L’evidente richiamo al modello statunitense, conosciuto dai più attraverso decine di serie televisive ambientate nei college, richiama il desiderio di una scuola meno ingessata e più vicina agli interessi degli studenti.
Materie di studio: cosa vogliono gli studenti
Tra le materie che gli adolescenti vorrebbero inserire in modo sistematico nel piano di studi, ai primi posti, quasi a pari merito, compaiono “educazione sessuale” e “sostenibilità e protezione dell’ambiente“. Al terzo posto – ma al primo posto secondo le ragazze (84%) – “educazione al rispetto delle diversità (genere, etnia, religione…)”. Seguono “Prevenzione dei comportamenti a rischio (uso di alcol, droghe, fumo)”, “Come orientarsi in Internet per trovare informazioni affidabili”, “Prevenzione del bullismo e del cyberbullismo”, “Utilizzo corretto dei social network” e “Studio della musica e di uno strumento musicale”.
“Emerge il disegno di una scuola nuova”
Spiega Paolo Demolli, professore di filosofia al liceo Giovanni Berchet di Milano: “Lo sguardo degli adolescenti sulla scuola riesce sempre a sorprenderci per ampiezza, lucidità, capacità di articolare prospettive di evoluzione. Da questa indagine il disegno di una scuola nuova emerge con chiarezza nei suoi tratti essenziali: priorità, curriculum di studi, contenuti, organizzazione, strumenti.
“Naturalmente – continua – i ragazzi non possono sapere che per realizzare la scuola del futuro da loro proposta occorrerebbero investimenti sull’istruzione mai visti nel nostro Paese. Forse però iniziano a intuire che il mondo adulto, e la politica in particolare, quando parlano di ascolto e di responsabilità predicano bene, ma razzolano malissimo: e quindi chi dovrebbe avere responsabilità sulla scuola anche questa volta non li ascolterà”.
Puntare sulle nuove tecnologie
Che il Covid e la conseguente DAD abbiano inciso negativamente sulla preparazione scolastica ne è consapevole il 68% degli studenti intervistati. Pur ritenendo che la scuola dovrebbe sempre essere in presenza, i giovani chiedono a gran voce di utilizzare metodi e strumenti innovativi basati essenzialmente sulle potenzialità offerte da Internet.
Prendere, cioè, il meglio di quanto sperimentato durante la pandemia per rendere la scuola più moderna. Solo il 10% vorrebbe la scuola vecchio stile mentre l’8% la vorrebbe tutta “online”, ma utilizzando piattaforme e metodi più evoluti di quelli adottati in emergenza durante la pandemia Covid.
Classi ad “assetto variabile”
E nell’ambito della scuola in presenza, se il 47% ancora preferisce la classe tradizionale, il 40% punta su classi ad “assetto variabile”: aule e insegnanti dedicati alle differenti discipline con compagni di classe di volta in volta diversi.