Non fa in tempo ad arrivare la proposta che è già scoppiata la polemica: il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha proposto di mantenere aperte le scuole durante l’estate, su base volontaria, per andare incontro alle esigenze di molte famiglie italiane e favorire l’apprendimento degli studenti. Sindacati, opinione pubblica, alunni e genitori sono divisi.

Scuole aperte d’estate, la proposta divide

Come spiegato da Valditara al quotidiano “La Stampa”, tenere le scuole aperte anche d’estate, esclusivamente su base volontaria e senza alcun prolungamento del calendario scolastico, significherebbe soddisfare le necessità di «famiglie di lavoratori che ne fanno richiesta, perché sì, il problema c’è e non è certo un problema secondario».

Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara

Non solo: lasciando aperte le scuole in estate, si aiuterebbero gli studenti nel recupero di eventuali lacune e si potenzierebbe la loro formazione. Per il ministro dell’Istruzione nominato dal Governo Meloni, la scuola italiana «deve essere costruita a misura di studente, come un abito ritagliato su di lui. I ragazzi vanno accompagnati da figure specifiche, aiutati se hanno fragilità e stimolati nei punti di forza».

Prolungare i tempi di apertura della scuola, per chi lo desiderasse, significherebbe aiutare lavoratori con figli piccoli, che non possono restare a casa da soli e magari non possono godere dell’aiuto di nonni o zii. Per questo motivo, i genitori devono necessariamente trovare altre soluzioni, dalla baby sitter (che non tutti possono permettersi) ai centri estivi (i cui prezzi sono lievitati). Insomma, è inutile negarlo: lo stop estivo di circa tre mesi è un vero sogno per gli studenti, ma per i loro genitori – al contrario – può rivelarsi piuttosto problematico.

Le vacanze tra giugno e settembre sono motivate dal caldo estivo, che porta la scuola a fermarsi per un periodo particolarmente prolungato. La soluzione, tuttavia, stride ormai con le condizioni e le possibilità di molte famiglie italiane. In passato, le madri non lavoratrici erano molte di più e potevano così dedicarsi a lunghe vacanze con i figli. Oggi, invece, non tutte le famiglie hanno sempre a disposizione un adulto che possa prendersi cura dei bambini. Si palesa così la necessità di trovare nuove soluzioni. Si pensa, tra le varie ipotesi, a un nuovo calendario scolastico, con più pause durante l’anno e uno stop più breve in estate. Oppure, come ricordato da Valditara, tenere aperte le strutture scolastiche, alle quali verrebbe chiesto di pianificare specifici programmi estivi per gli alunni.

Scuole aperte d'estate: la proposta

Il no dei sindacati

Se da un lato l’ipotesi portata avanti dal Governo potrebbe aiutare molti genitori impegnati con il lavoro, dall’altro non mancano le opposizioni… Il primo no arriva da uno dei principali sindacati italiani.

Per Maurizio Landini, segretario della Cgil, «non si può andare avanti a spot come fa il Governo». Poi l’accusa mossa direttamente al ministro Valditara: «Si è svegliato stamattina? Il Governo sta andando avanti mettendo le bandierine, ma non pensa ad aumentare il numero dei docenti, a fare gli investimenti per l’edilizia scolastica e per gli asili nido». Landini ha anche ricordato che «siamo il Paese con il più alto tasso di abbandono scolastico, con il minor numero di laureati e diplomati. Questi sono i temi». Dal segretario della Cgil arriva un allarme: «Abbiamo meno tempo pieno di altri Paesi e anche le scuole più vecchie per le quali non vengono fatti gli investimenti di risanamento necessari. Abbiamo ancora insegnanti che continuano a essere precari».

Sempre “La Stampa” riporta il parere di Gianna Fracassi, segretaria nazionale Cgil Scuola. «Mi auguro che questo non sia un modo per dire che i professori fanno troppe ferie. Il ministro confonde il dopo scuola con i campi estivi», ha polemizzato.