Torreglia come Cogne, Erba e Garlasco. I casi più drammatici di cronaca nera scatenano la morbosità dei tanti curiosi che danno vita a una sorta di turismo macabro. Sta accadendo anche nei luoghi dove si snoda l’omicidio di Giulia Cecchettin. In particolare, è la casa dove abita la famiglia di Filippo Turetta, il 22enne in carcere con l’accusa di averla uccisa, a essere meta di morboso interesse: sempre più persone la raggiungono per scattare una foto o, ancora peggio, un selfie.

La denuncia degli abitanti di Torreglia

È il Corriere del Veneto a raccogliere la denuncia degli abitanti del piccolo paese ai piedi dei Colli Euganei. “Non si tratta solo di chi, passando davanti alla palazzina dove abitano i Turetta volge lo sguardo in direzione della casa in questione. Più di qualcuno si avvicina per scattare addirittura una foto. Proprio come fosse un posto dove hanno girato un film”, racconta un residente.

L’appello del sindaco

Non ci sta il sindaco di Torreglia, Marco Rigato che lancia un appello: “La comunità di Torreglia ha bisogno di tranquillità. È un momento drammatico che ha profondamente scosso i cittadini. Tutti noi, ma soprattutto la famiglia Turetta, sentiamo il peso di questa eccessiva attenzione. Chiediamo dunque un po’ di rispetto”.

Il pellegrinaggio a casa di Giulia

Anche l’abitazione dei Cecchettin nel Comune di Vigonovo è diventata una destinazione del turismo del dolore. Qui si ricorda la giovane vittima di femminicidio, con migliaia di fiori, oggetti e messaggi. Così tanti che una parte è stata spostata davanti alla foto di Giulia sulla facciata del municipio.

I fiori per Giulia Cecchettin a Vigonovo

I funerali decisi dal papà

A ormai 20 giorni dal delitto, sono emersi quasi tutti i dettagli dell’omicidio e mancano soltanto gli accertamenti tecnici per precisare il quadro indiziario. Resta il dolore di due famiglie, chiamate a fare i
conti con quel che resta di questa tragedia.

Per i funerali di Giulia toccherà al padre, Gino, decidere la data, quasi sicuramente in un giorno della prossima settimana nella basilica di Santa Giustina, in Prato della Valle a Padova.

I Turetta rinunciano a incontrare il figlio

I genitori di Turetta, Nicola ed Elisabetta, non ce l’hanno intanto fatta a incontrare il figlio, rinchiuso nella casa circondariale di Verona Montorio. Una decisione comunicata al legale, l’avvocato Giovanni Caruso, che ieri aveva ottenuto dalla Procura della repubblica l’autorizzazione. La rinuncia è stata motivata con la necessità di ricorrere a un aiuto psicologico, sia per il giovane che per i due genitori. Non sono evidentemente ancora pronti per guardarsi faccia a faccia dopo che tutto è cambiato e il figlio “perfetto” è diventato un assassino.

Nicola Turetta, il padre di Filippo