Correva l’anno 2018 quando “Il fatto Quotidiano” pubblicava l’inchiesta di Selvaggia Lucarelli su “Doppia Difesa“, la Onlus per la difesa delle donne fondata da Michelle Hunziker e l’attuale presidente della Commissione Giustizia del Senato Giulia Bongiorno. Allora la giornalista scriveva che contattare “Doppia Difesa” sarebbe stato “difficilissimo” perché alle sue telefonate non ci sarebbe stata risposta. Bongiorno querelò il “Fatto” e Lucarelli accusando di “falsità, odio e fango”. A distanza di sei anni “Il Fatto Quotidiano” riporta un articolo dal titolo “La onlus-bluff di Bongiorno, molti spot ma pochi aiuti“, nel quale si racconta che il Pm di Cagliari a dicembre ha deciso di archiviare.
Selvaggia Lucarelli contro “Doppia Difesa”
Il 25 gennaio 2018 Selvaggia Lucarelli scriveva sul giornale di Marco Travaglio a proposito della della Onlus “Doppia Difesa”: “Nessuno mi rispondeva negli uffici, non rispondevano alle mail, le pagine social di ‘Doppia Difesa’ erano piene di commenti di protesta, c’era pochissimo personale e dopo mie verifiche ho scoperto che a rispondere alle donne (quando rispondevano) c’era una segretaria che si alternava a un’altra“. Parole che non erano evidentemente piaciute alla senatrice e avvocato Giulia Bongiorno che aveva bollato l’articolo come “costellato di falsità e chiaramente denigratorio”, querelando Selvaggia Lucarelli.
L’archiviazione della querela
Dopo sei anni, si legge nell’articolo de “Il Fatto”, la procura di Cagliari ha chiesto e ottenuto l’archiviazione per l’accusa di diffamazione nei confronti di Selvaggia Lucarelli e del quotidiano. Negli atti si legge infatti che “appare difficile ritenere che, a fronte di migliaia di richieste di assistenza, la Fondazione potesse dare tempestiva risposta potendo contare su una sola segretaria a tempo pieno e su un’altra a tempo parziale”. Il giudice ha confermato che “tutte le circostanze di fatto riportato nell’articolo della Lucarelli hanno trovato riscontro” e ha ritenuto l’associazione “scarsamente operativa”.
Selvaggia Lucarelli festeggia su Instagram
La conclusione della vicenda giudiziaria non ha lasciato indifferente Selvaggia Lucarelli che su Instagram “festeggia” la vittoria, ribadendo: “‘Doppia Difesa’ è stata più uno spot che un aiuto alle donne… Tutto quello che avevo scritto era vero”. E nell’articolo apparso in queste ore sul “Fatto” rincara: “Purtroppo, così come per la beneficenza legata a uova e pandori, anche per il tema della violenza sulle donne diventa difficile distinguere quale sia stata la percentuale di interesse per la causa e quella di interesse per il personal branding”.
La replica di Giulia Bongiorno: “L’articolo de ‘Il Fatto’ è fuorviante”
“Gli articoli a firma di Selvaggia Lucarelli e di Vincenzo Iurillo pubblicati oggi con grande risalto su ‘Il Fatto Quotidiano’ risultano gravemente fuorvianti“. A dirlo in una nota è la senatrice leghista Giulia Bongiorno.
“Il titolo in prima pagina è “L’Onlus-bluff di Bongiorno”, come fosse una citazione del provvedimento del giudice di Cagliari; basta però leggere il testo del decreto per scoprire che nel provvedimento viene annotato l’esatto opposto: “neppure è dubitabile che la Fondazione Doppia Difesa non costituisca affatto ‘un ente fantasma’ atteso che è stata regolarmente costituita con atto notarile in data 12.3.2007…”.
“Secondo Lucarelli – aggiunge – sarebbe stata gravissima la mancata risposta a quattro telefonate che lei stessa aveva effettuato: anche a voler tacere che due di queste quattro erano rispettivamente di tre e sei secondi, Doppia Difesa non è un pronto soccorso tenuto a rispondere entro pochi secondi e da sempre, in modo trasparente, ha indicato l’e-mail come strumento privilegiato di comunicazione”.
“Secondo il provvedimento di archiviazione – conclude Giulia Bongiorno – le considerazioni della Lucarelli su ‘Doppia Difesa’ si basano perciò su opinioni personali. Peccato che tutti i passaggi del decreto in cui si cita la verità putativa (cioè supposta) non compaiano negli articoli pubblicati oggi. Infine, anche tralasciando il fatto che due magistrati di Roma avevano ritenuto integrato a carico della giornalista il reato di diffamazione, si precisa che, ad avviso del Gip di Cagliari, “i commenti della Lucarelli, dunque, appaiono, dal suo punto di vista, corroborati da una serie di elementi oggettivi, sebbene frutto di una conoscenza necessariamente parziale dell’attività della Fondazione”.