Di Siu in fin di vita per mano del marito, Jonathan Maldonato, indagato per tentato omicidio a Biella, parlano tutti, e giustamente. L’influencer di origine marocchina Soukaina El Basri, 30 anni, è ricoverata a Novara in gravissime condizioni con una ferita al petto.
Siu: bella e con 83mila followers
Saida Hammouda invece non ce l’ha fatta, ma nessuno ha parlato di lei. Non se ne è parlato perché l’immagine di Siu, con la scia profumata dei suoi 80 mila followers e li glamour dell’immagine patinata che si è costruita sui social, è molto più appetibile ai media rispetto alla vita di Saida. Una 47enne anonima di origine tunisina, con la sua tunica e il suo velo, di cui a mala pena si trova qualche foto, trapiantata a Riccò del Golfo, in provincia di La Spezia. Lì aveva seguito il marito, Hichem Ben Fattoum che, dopo averla uccisa, si è tolto la vita. Contro di lui una denuncia per maltrattamenti, che la moglie si era convinta a sporgere su pressione della figlia 16enne, stanca dei litigi e delle botte, anche contro di lei.
Siu in vetrina e Saida col velo: ma la reazione degli uomini è la stessa
Una storia già vista in cui lo scontro tra culture finisce nelle peggiori pagine di cronaca, come fu per la 18enne Saman Habbas. Anche nella vicenda di La Spezia, il padre rimproverava la figlia perché vedeva amici maschi dopo la scuola e perché vestiva all’occidentale. E litigava con la moglie perché, a suo dire, era troppo morbida con la ragazzina.
Quante volte abbiamo già visto questo copione? A Hichem Ben Fattoum era stato imposto il divieto di avvicinamento, che non ha funzionato come in molte altre occasioni. Lui si era trasferito a La Spezia lasciando la casa dove erano rimasti Saida e i due figli, e non è chiaro se fosse tornato più volte a Riccò. Fatto sta che il 21 maggio è andato a casa della famiglia, la moglie gli ha aperto ed è scattata l’aggressione, forse dopo l’ennesimo litigio.
Anche a casa di Siu il clima era teso, come raccontano le cronache: il marito faticava ad accettare l’attività di lei, così esuberante e ben integrata. Niente a che vedere con Saida, con il suo abito lungo e il suo velo. Eppure, emerge la stessa difficoltà dei mariti ad accettare la libertà delle mogli – anche nell’educazione dei figli.
I figli di Saida orfani di femminicidio
Che ne sarà dei due figli di Saida? Sicuramente possiamo inserirli tra gli orfani di femminicidio, altri due ragazzi che vanno ad aggiungersi a una lista di cui non conosciamo neanche esattamente l’entità: pare che in Italia siano almeno duemila, secondo le stime di DI.Re. L’avvocata Manuela Ulivi fondatrice dell’Osservatorio Violenza sulle Donne, spiega che «è difficile conoscere l’entità delle fenomeno e la condizione di questi bambini perché vengono affidati alla famiglia materna, ma spesso mandati in comunità, dove non vengono registrati come orfani di femminicidio. Senza considerare poi che spesso le famiglie non vogliono aiuti o i ragazzi stessi, se maggiorenni, spariscono dai radar dei servizi sociali». Per loro esiste anche un Fondo di indennizzo, poco noto agli stessi operatori e di non facile accesso.
Mentre seguiamo con apprensione le condizioni della bellissima Siu, si viene a sapere che i fratelli e le sorelle erano da tempo preoccupati per la tensione che lei raccontava. Difficile convivere con una moglie così bella e così in vetrina, pure mamma di due bambine: stavolta però a essere geloso è un italiano, non un tunisino o marocchino o egiziano, ricordiamocelo.