Ci sarà anche Azouz Marzouk, padre del piccolo Youssef e marito di Raffaella Castagna, due delle quattro vittime della strage di Erba, in Aula a Brescia il 1° marzo quando si discuterà l’istanza di revisione presentata dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo in via definitiva per l’eccidio.

Marzouk: “Rosa e Olondo estranei alla strage”

Assistito dall’avvocata Solange Marchignoli, l’uomo si assocerà alla richiesta di revisione della sentenza e quindi all’annullamento dell’ergastolo per i coniugi. Marzouk ribadirà dunque il 1° marzo prossimo come i coniugi Romano siano a suo avviso estranei alla strage in cui morirono sua moglie, suo figlio di due anni, sua suocera Paola Galli e una vicina di casa, Valera Cherubini, accorsa con suo marito, Mario Frigerio, che si salvò miracolosamente dalla “mattanza” e divenne il testimone principale nel processo che portò all’ergastolo dei coniugi.

Azouz Marzouk

Tutti i dubbi di Marzouk

A sostenere l’estraneità di Rosa e Olindo alla strage, Marzouk aveva già provato alcuni anni fa con una richiesta di prove alla Procura generale di Milano. Nel corso degli anni era infatti “accresciuta” in lui la convinzione “che costoro non potessero essere gli autori di una strage così terribile”, un “eccidio che ricorda l’operazione di un commando”, scriveva.

Nell’atto si ripercorre la genesi di questi suoi dubbi che aveva intenzione di manifestare ai giudici di primo grado ai quali poco prima della sentenza aveva mandato un fax. Dubbi “ritrattati” una volta in aula, nell’ultima udienza davanti alla Corte d’assise di Como e riproposti nell’istanza al Pg di Milano. L’istanza, dichiarata inammissibile, era costata a Marzouk un processo per calunnia in quanto avrebbe accusato la coppia di essersi autocalunniata confessando il delitto (confessioni che poi Olindo e Rosa avevano ritrattato).

La condanna per diffamazione

Azouz Marzouk, assolto a conclusione del processo milanese, è stato invece condannato in primo grado a Como per diffamazione ai danni dei cognati, Pietro e Beppe Castagna, per alcune sue dichiarazioni su un sito in cui sosteneva l’ipotesi che la strage avesse un fine economico.

Indagate sulla famiglia – aveva detto – mio figlio Youssef conosceva l’assassino. Lo ha ucciso qualcuno vicino a mia moglie. Basta leggersi le carte per capire che qualcuno voleva l’eredità di mia moglie“. Parole “di gravità estrema” per il giudice che lo condannò a oltre due anni (il doppio di quanto chiesto dal pm) “con insinuazioni” che hanno alimentato “la corrente innocentista” sull’eccidio, e con la denigrazione delle parti offese “già una prima volta stravolte dall’efferato omicidio dei loro familiari, e nuovamente travolte dalla impressionante risonanza mediatica delle infondate accuse a loro rivolte”.