Era stata introdotta dalla legge di Bilancio del 2020 del governo Conte-bis. Ora, dopo una serie di rinvii, la “Sugar Tax” è pronta a entrare in vigore dal 1° luglio 2024.
Che cos’è la Sugar Sax
La Sugar Tax è una misura fiscale che prevede l‘imposizione di una tassa sulle bevande edulcorate. Si applica alle bevande che hanno un titolo alcolometrico inferiore o uguale a 1,2% in volume e che contengono edulcoranti aggiunti, cioè composti chimici o sostanze naturali sostituti dello zucchero utilizzati per dolcificare.
La misura segue l’esempio di quelle di altri paesi europei, come la Chips tax in Ungheria o l‘imposta sulle bevande zuccherate nel Regno Unito, tarate sulla concentrazione zuccherina nelle bevande. L’obiettivo è quello di promuovere stili di vita più sani riducendo così l’incidenza di malattie legate all’alimentazione.
Qual è l’aliquota della Sugar Tax?
Quanto all’aliquota, le modifiche contenute nel recente emendamento del Decreto legge al Superbonus ne hanno previsto la riduzione rispetto a quanto previsto nel 2020. Per i primi due anni, per i prodotti finiti, l’imposta è stata dimezzata da 10 euro per ettolitro a 5 euro (diventeranno 10 il 1° luglio 2026); per i concentrati, cioè i prodotti destinati a diluizione, la tassa è stata ridotta da 0,25 euro a 0,13 euro per chilo.
Chi è esente dal pagamento della Sugar Tax
L’art. 9 del decreto legge del 2021 elenca anche i casi di non applicazione e di esenzione dal pagamento del tributo. Nel dettaglio, sono esenti dall’imposta le bevande contenenti un quantitativo di edulcoranti che corrisponde a una quantità equivalente di saccarosio inferiore o uguale a 25 grammi per litro, per le bevande finite; e inferiore a 125 grammi per chilogrammo, per i prodotti predisposti per diventare bevande previa aggiunta di acqua o altri liquidi.
Quali conseguenze per i consumatori?
La tassa non interesserà direttamente i consumatori finali, ma esclusivamente i fabbricanti di bibite o le aziende che le vendono. È tuttavia probabile che l’aumento dei costi indurrà le imprese ad alzare i prezzi delle bevande interessate con inevitabili ripercussioni sulle tasche dei clienti.
Pierini (Assobibe): “Colpisce un settore che non se la passa bene”
L’introduzione della Sugar Tax finisce “solamente per colpire un settore che non se la passa benissimo. L’anno scorso abbiamo chiuso il 2023 come settore delle bevande analcoliche con una perdita in volumi del 5%. Sono i volumi attualmente i più bassi in assoluto d’Europa, siamo a meno della metà della media europea pro capite. Se ci concentriamo sulle bevande zuccherate, negli ultimi dieci anni il calo del volume è stato del 27%. Non è un settore in fase di boom, anzi è in contrazione. Aggiungere a questo una tassa significa andare a colpirlo ulteriormente. Settore che paga già l’Iva al 22%, una delle più alte rispetto alla media europea”. Lo spiega a LaPresse Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia. Pierini ha ricordato che il “settore per il 64% è fatto da piccole e medie imprese”.
Italgrob: “Il governo torni indietro su una misura iniqua e vessatoria”
“L’introduzione di questa tassa si configura come una misura iniqua e vessatoria verso il settore che avrà ripercussione sia sulla filiera primaria che sui consumatori finali ma soprattutto sui livelli occupazionali che rischiano di pagarne il prezzo più alto. Troviamo perciò che l’introduzione della Sugar Tax, sia penalizzante per l’intero comparto e per l’indotto tutto, che non esenta i consumi fuori casa e quelli della ristorazione”. Lo dichiarano in una nota congiunta Antonio Portaccio, Presidente di Italgrob, Federazione Italiana dei Distributori Horeca aderente a Confindustria e Dino Di Marino, Direttore Generale di Italgrob.