Il Rapporto Svimez sull’economia e sulla società del Mezzogiorno scatta una fotografia poco edificante della situazione nel Sud Italia. Nonostante il Pnrr stia salvando il Meridione dalla recessione, la crescita nel 2023 è dimezzata rispetto al resto del Paese, pari allo 0,4%. Numeri che non bastano a fermare la povertà che dilaga sempre di più, anche tra chi lavora.

Fuga dal Sud: in 12 anni persi un milione di residenti

Quasi una famiglia di lavoratori su dieci nel Meridione vive in indigenza assoluta e tra bassi salari, anni di precariato, lavoro in nero e part time involontario avere un impiego spesso non basta per guadagnare abbastanza per vivere. Così si continua ad emigrare, nonostante l’occupazione aumenti.

A partire sono sempre più i giovani laureati: circa 20 mila in un solo anno, nel 2021. Dal 2011 al 2023 il Mezzogiorno ha perso oltre un milione di residenti e il calo ha avuto intensità doppia nelle aree interne.

“Rischio spopolamento entro il 2080”

Per Svimez il rischio è lo “spopolamento e il gelo demografico” con la perdita, al 2080, di 8 milioni di abitanti. “Numeri da far tremare i polsi”, secondo il sindaco di Napoli e delegato dell’Anci, Gaetano Manfredi, che ha sollecitato un modello di sviluppo industriale del Mezzogiorno orientato ad imprese ad alto valore aggiunto e alto tasso tecnologico per garantire ai giovani lavoro di qualità.

La ricetta dello Svimez per il Sud

Il Rapporto Svimez ha indicato una rotta a partire dalle prime urgenze che sono salari, lavoro povero ed emigrazioni giovanili. Per crescere – è la ricetta – servono politiche industriali, ridurre il divario di genere e aumentare i laureati. Oltre alla piena attuazione del Pnrr, soprattutto al Sud, superando i ritardi dei comuni dovuti alla debole capacità amministrativa.

Panorama Croce Magara, autumn, Sila, Calabria

Cosa succederebbe senza Pnrr

Senza il Pnrr avremmo un Paese sostanzialmente in recessione e un Sud con una recessione più forte che nel resto d’Italia nel prossimo biennio”, ha detto il direttore di Svimez, Luca Bianchi.

Senza Pnrr, il Pil del Mezzogiorno calerebbe dello 0,6% nel 2024 e dello 0,7% nel 2025 e quello del Centro-Nord sarebbe in stagnazione. Grazie al Pnrr, invece, la crescita prevista è dello 0,7% nel 2023 come nel 2024 a livello nazionale (+0,7 al Centro-Nord e +0,6 a Sud) e nel 2025 dell’1,2% (+1,3 al Centro Nord e +0.9% a Sud).

Allerta Svimez su autonomia e cambiamenti climatici

L’allerta di Svimez è massima anche sulla riforma dell’autonomia differenziata, che rischierebbe di trattenere in tre regioni del Nord, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, il 30% del gettito Irpef nazionale e sugli effetti dei cambiamenti climatici, che colpiranno più pesantemente il Mezzogiorno. “Si potrebbe allargare ancora di più il fossato che separa le due parti del Paese”, ha osservato il segretario confederale della Uil, Santo Biondo.