I membri del Garrick Club, esclusivo club privato per soli uomini di Londra, hanno votato a favore dell’ammissione delle donne. La storica decisione, a 193 anni dall’apertura del più esclusivo fra i tradizionali gentlemen club d’oltre Manica, è avvenuta dopo la bufera scatenata dalla recente pubblicazione della lista degli iscritti.
Storico cambio di rotta al Garrick Club
La risoluzione interna per modificare il centenario regolamento di adesione è stata approvata col 60% di voti favorevoli e il 40% contrari, come si legge sul sito di Bbc News, avviando una svolta storica iniziata però solo in seguito a uno scandalo mediatico e alla successiva rinuncia all’iscrizione da parte di due pezzi da novanta tra i funzionari del Regno Unito, Richard Moore, il capo dell’MI6, il servizio segreto britannico per l’estero, e Simon Case, responsabile del Civil Service.
Tra i membri d’onore del Garrick Club anche re Carlo III
Era stato il progressista Guardian a rivelare in marzo la lista completa dei 1.500 soci del club fondato nel 1831, comprendente come membro d’onore in primis re Carlo III, nonché una schiera di politici, funzionari di alto rango, diplomatici, dignitari, uomini di cultura, d’impresa, artisti, professionisti di fama, persino qualche veterano dello sport. E la cui composizione aveva rilanciato l’irritazione di tante donne, incluse parlamentari di ogni schieramento e figure femminili della società civile. Inoltre appelli per cambiare il regolamento erano stati lanciati di recente dall’attore Stephen Fry e dal giornalista James Naughtie.
In Italia il caso del Circolo Aniene
In Italia, uno dei casi più emblematici è quello del Circolo Aniene, a Roma, club che per statuto voleva soli uomini. Ciò fino all’aprile del 2022 quando dal presidente del Coni Giovanni Malagò e dal presidente del Circolo Massimo Fabbricini arriva l’input di andare oltre la norma che relegava il Circolo solo agli uomini tranne ai soci onorari, da Federica Pellegrini a Flavia Pennetta alle quali comunque era precluso il diritto di voto.
Ad essere cambiato con l’ok di 237 iscritti e il no 150 irriducibili è stato l’articolo 4, eliminando la dicitura “maggiorenni di sesso maschile“. Dopo 130 anni, il circolo che affaccia sul Tevere, ha dunque aperto alle donne: esclusivo sì, ma senza discriminare il genere.
Il Circolo Tunnel: “Aperti alle donne”. Ma c’è chi smentisce
Dopo il caso dell’Aniene a Roma, anche l’esclusivo Circolo Tunnel di Genova è entrato nell’occhio del ciclone in quanto club esclusivamente riservato agli uomini.
A Repubblica l’avvocato Bruno Elia, presidente del Circolo, ha spiegato: “In realtà lo statuto del Tunnel non pone nessun divieto di associazione alle donne. Il fatto è che nessuna donna ha mai chiesto di associarsi. Non posso certo nascondere il fatto che questo club, come altri simili in Italia e nel mondo, sia percepito come forma di aggregazione esclusivamente maschile. Ma il nostro statuto non prevede alcun veto che sarebbe discriminatorio”.
Elia aveva aggiunto che l’iscrizione sarebbe stata vincolata solo al riconoscimento di determinate caratteristiche di serietà, ruolo pubblico, morali: “Se oggi stesso una signora volesse diventare socia – le sue parole – dovrebbe solo procedere nella trafila di candidatura che seguono anche gli uomini, ossia essere presentati da due soci e poi avere le caratteristiche per essere accolti”.
Ma le dichiarazioni dell’avvocato-presidente hanno trovato pronta smentita per voce di Fernanda Contri, una delle donne ad aver raggiunto per prima posizioni istituzionali di vertice in Italia – la prima ad essere nominata giudice della Corte Costituzionale: “Non è vero che nessuna donna ha mai chiesto di essere iscritta a Circolo Tunnel. Io l’avevo chiesto a voce a un consigliere, ma mi avevano detto che era inutile fare domanda perché me l’avrebbero bocciata. Così non l’ho presentata”, ha raccontato a Repubblica.