Stimare l’aspettativa vita o il destino delle relazioni sociali di un individuo: è ciò che ha fatto Life2vec, l’algoritmo creato da Sune Lehmann, dell’Università Tecnica della Danimarca a Lyngby, e illustrato sulla rivista Nature Computational Science. Questo sistema di IA ha acquisito la capacità di fare proiezioni sui singoli individui dopo un “allenamento” con i dati riguardanti 6 milioni di persone, diventando uno strumento efficace per prevedere il comportamento dell’uomo.
Life2vec alle prese con il comportamento umano
In questi ultimi anni le IA hanno dimostrato come, usando algoritmi sofisticati, sia possibile imitare in modo pressoché perfetto alcune delle nostre capacità considerate fino a poco tempo fa una prerogativa umana, come la scrittura, il linguaggio o l’espressione artistica. Usando ora gli stessi algoritmi impiegati per emulare il linguaggio umano, i ricercatori danesi hanno provato a verificare se l’Intelligenza Artificiale sia in grado anche di prevedere alcuni aspetti della vita dell’uomo.
L’IA e le previsioni sulla mortalità precoce
Così come vengono codificate le relazioni tra le parole nel linguaggio, i ricercatori hanno codificato le relazioni tra alcuni aspetti della quotidianità relativi alla salute, reddito, o luogo di residenza. Dai dati, relativi a 6 milioni di danesi, l’algoritmo ha provato a prevedere alcuni aspetti futuri, primo tra tutti la mortalità precoce, in particolare la sopravvivenza superiore a 4 anni tra le persone di età compresa tra 35 e 65 anni, e a determinare alcune caratteristiche della personalità legate alla sfera sociale, come la durata delle relazioni sentimentali.
I dati utilizzati per la fase di addestramento si riferivano al periodo compreso tra il 2008 e il 2016, ma gli scienziati disponevano di informazioni sui decessi fino al 2020, anno utilizzato per confrontare i risultati con i dati reali. L’esperimento ha dimostrato che le previsioni del modello di IA risultavano precise nel 78% dei casi. E la maggior parte degli errori era legata a infarti e incidenti. Life2vec ha stabilito che tra i fattori che aumentano il rischio di morte prematura rientrano l’essere maschio, aver ricevuto una diagnosi di un disturbo mentale e il basso reddito.
L’evoluzione dell’Intelligenza artificiale
“Si tratta di un’evoluzione molto interessante, un’applicazione a un contesto importante, di una delle cose che le IA sanno fare meglio, ossia previsioni, analizzando grandi quantità di dati e identificare schemi e ripetizioni”, ha detto all’Ansa il giurista esperto di robotica e interazione uomo-macchina Andrea Bertolini, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
“A livello di pura ricerca scientifica – ha aggiunto Bertolini – il lavoro dei ricercatori danesi non rappresenta un cambio di paradigma tecnologico, bensì un’applicazione su un settore nuovo dei tradizionali modelli linguistici che oramai stiamo imparando a conoscere in molti ambiti”.
“Valutare la capacità previsionale dell’IA”
Al di là dei risultati che, osservano i ricercatori, sono stati piuttosto accurati, lo studio sottolinea soprattutto la necessità di discutere in modo aperto l’utilizzo nel mondo reale di tipologie di applicazioni come queste e dei possibili impatti sui diritti individuali.
Di un modello previsionale di questo tipo si possono immaginare molte applicazioni, come la possibilità di avere una sorta di oracolo personalizzato, scientificamente accurato, strumenti più affidabili per pianificare la spesa pensionistica o ancora per fissare il valore per l’acquisto di un immobile in nuda proprietà. “Dal punto di vista giuridico – ha concluso il ricercatore italiano – sarà importante valutare davvero la capacità previsionale di tali modelli e di conseguenza definirne il contesto di utilizzo con maggiore precisione, ovviamente sarà importante anche definire come e quali dati personali potrebbero essere usati”.