Oltre 170 milioni di americani potrebbero dover cancellare TikTok dai loro telefoni e computer. La Camera degli Stati Uniti ha, infatti, approvato a larghissima maggioranza una legge che apre la strada alla messa al bando della app se la società proprietaria cinese, Bytedance, non la venderà entro sei mesi. La misura deve essere votata al Senato, dove non è scontato ottenga il via libera, ma si tratta comunque dell’ennesimo scossone ai già precari equilibri tra Washington e Pechino.
La Camera Usa contro TikTok
La legge anti-TikTok è stata votata da 352 deputati, compresi i sostenitori di Donald Trump, in un raro momento di unità bipartisan a Capitol Hill. Soddisfatto lo speaker della Camera, Mike Johnson, che ha parlato di “dimostrazione dell’opposizione del Congresso ai tentativi della Cina comunista di spiare e manipolare gli americani“. Nei giorni scorsi il tycoon si era espresso contro il provvedimento che, secondo lui, si tradurrebbe in sostanza di un “favore a Facebook“. “Senza TikTok, diventerebbe più grande”, ha detto Trump definendo la piattaforma creata da Mark Zuckerberg “un nemico del popolo che ha fatto molto male a questo Paese”. Il presidente Biden, invece, sbarcato di recente con un video elettorale sulla app tra mille polemiche, ha già dichiarato che firmerà la legge se e quando arriverà sulla sua scrivania.
Per gli esperti nessuna minaccia alla sicurezza
“Non contestiamo TikTok in sé, ma la sua proprietà”, ha spiegato in un briefing il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan, sottolineando che il governo non vuole correre il rischio che i dati di milioni di americani possano finire nelle mani della Cina. D’altra parte, però, per gli esperti di cybersecurity la minaccia alla sicurezza, se pur preoccupante, rimane uno scenario ipotetico e i funzionari americani non hanno finora presentato, almeno pubblicamente, nessuna prova concreta di questo pericolo.
Washington accusata di bullismo
Immediata la replica cinese. Da Pechino, il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha avvertito che la messa al bando dell’app “si ritorcerà inevitabilmente contro gli Stati Uniti” e ha accusato Washington di “bullismo“. “Questo tipo di comportamento prepotente, che non può vincere in una concorrenza leale, interrompe la normale attività commerciale delle aziende, danneggia la fiducia degli investitori internazionali nell’ambiente degli investimenti e il normale ordine economico e commerciale internazionale”, ha rincarato Wang. TikTok ha sempre negato qualsiasi legame con il governo cinese e ha deciso di ristrutturare la società in modo che i dati degli utenti americani rimangano negli Stati Uniti. “Il governo americano – ha aggiunto Wang – sta cercando di privare 170 milioni di persone del loro diritto costituzionale alla libertà d’espressione. Questa misura danneggerà milioni di business, priverà gli artisti di una platea e distruggerà la vita di tantissimi creativi in tutto il Paese“.
TikTok: “Americani, alzate la voce”
Il ceo di TikTok, Shou Zi Chew, ha invitato gli utenti americani alla mobilitazione a tutela della popolare piattaforma di condivisione dei video di proprietà della cinese ByteDance in nome dei diritti costituzionali. “Crediamo di poter superare questa situazione insieme. Proteggi i tuoi diritti costituzionali. Fai sentire la tua voce“, ha detto Shou in un videomessaggio pubblicato su X, la piattaforma di Elon Musk.
Camera accusata di usare “metodi criminali”
Sempre il portavoce del ministero degli Affari Esteri di Pechino ha parlato di “metodi criminali”. “Se si può usare un cosiddetto pretesto di sicurezza nazionale per escludere arbitrariamente aziende di successo di altri Paesi – ha concluso -, allora non esiste più né equità né giustizia. Quando qualcuno vede una cosa buona di un’altra persona e vuole togliergliela, utilizza un metodo da criminali”.