Ricorre il 6 gennaio il primo anniversario della morte di Gianluca Vialli, deceduto a Londra a 58 anni per un tumore al pancreas. L’ex calciatore, allenatore e dirigente sportivo era nel cuore di moltissimi italiani, affetto maturato negli anni di carriera alla Sampdoria, alla Juventus e al Chelsea e aumentato durante le partite degli Europei 2020 (giocati nel 2021 a causa della pandemia del Covid-19) e vinti dall’Italia di Mancini, che lo aveva voluto nel suo staff. A un anno dalla scomparsa, il fratello Nino lo ha ricordato, raccontando gli ultimi dolorosi giorni di vita.

Il ricordo di Nino Vialli

In una intervista al Corriere della Sera, Nino Vialli ha definito il fratello “brillante, dire spiritoso è limitativo, intelligente è limitativo. Brillante forse mette insieme tutta la sua personalità. E perfezionista“. I due non avevano modo di potersi frequentare molto: Nino viveva, infatti, in Thailandia da molti anni con la famiglia. “Spesso, dopo che ha scoperto la malattia, non mi rispondeva, a volte neanche ai messaggi, io credo per l’imbarazzo che gli chiedessi ‘Come stai?’. Si faceva sentire quando stava proprio bene, sennò si negava un pochino”, ha spiegato. Ma quando ha saputo che Gianluca aveva i giorni contati si è precipitato a Londra per stargli accanto.

Gli ultimi giorni di Gianluca Vialli

È intriso di dolore il racconto del fratello dell’ex calciatore. “Era fatto alla sua maniera. Quando siamo arrivati in stanza, ci ha detto ‘Non preoccupatevi: se voglio qualcosa, ve la chiedo’ – ha ricordato -. Il 27 e 28 dicembre ci ha rincuorato ‘Siete i compagni ideali, siete qui, io so che ci siete’. Penso che la sofferenza fosse troppa. Si appisolava sempre più frequentemente, si svegliava poco e noi abbiamo solo potuto stagli vicino. Eravamo tutti lì quando è spirato”. Soffriva da troppi anni Vialli, tanto che, ha aggiunto Nino: “Era cosciente che la fine si avvicinava, l’attendeva con impazienza, voleva smettere di soffrire, di lottare. Non era da lui, ma la malattia era durata troppo”.

L’aggravamento della malattia

Malato dal 2017, Vialli ha sempre parlato poco del tumore al pancreas da cui era affetto e le rare volte in cui l’ha fatto non ha mai lasciato trapelare del tutto la sofferenza fisica e mentale che provava. I suoi ultimi giorni li ha trascorsi in una clinica di Londra, la stessa dove aveva ricevuto in passato già due cicli di chemioterapia. Se dai medici non arrivavano notizie ufficiali, a far capire che la situazione stesse precipitando era stato il viaggio della madre 87enne nella capitale inglese avvenuto pochi giorni prima della morte. Al suo fianco erano quindi rimasti gli altri familiari e Massimo Mauro, ex giocatore di Juventus e Napoli e creatore con lui della Fondazione Vialli e Mauro contro la Sla.

La notizia della scomparsa

A diffondere la notizia della morte era stata proprio la famiglia con una nota. “Con incommensurabile tristezza annunciamo la scomparsa di Gianluca Vialli. Circondato dalla sua famiglia è spirato la notte scorsa dopo cinque anni di malattia affrontata con coraggio e dignità. Ringraziamo i tanti che l’hanno sostenuto negli anni con il loro affetto. Il suo ricordo e il suo esempio vivranno per sempre nei nostri cuori”.

Gianluca Vialli e Cathryn White Cooper