La cifra record di 9,4 miliardi di finanziamenti al Fondo ordinario e gli oltre 2 miliardi l’anno fino al 2026 di risorse aggiuntive grazie al Pnrr potrebbero non bastare alla sopravvivenza di alcuni atenei italiani. A lanciare l’allarme è Stefano Paleari, consigliere della ministra per l’Università e la Ricerca Anna Maria Bernini, nel corso del convegno «Per un’università nuova in un’Italia migliore» svoltosi al Senato.

«Atenei sono a rischio estinzione»

Tra i problemi principali c’è l’inverno demografico. Secondo i dati ISTAT, la popolazione tra i 18 e i 20 anni potrebbe ridursi all’85% di quella del 2021 nei prossimi vent’anni, portando a una drastica diminuzione degli immatricolati: -30% entro il 2040. Una tendenza particolarmente preoccupante nel Sud Italia, dove i tassi di immatricolazione sono già inferiori rispetto al resto del Paese.

Al problema demografico si aggiunge una struttura sbilanciata degli organici, con un numero elevato di docenti associati e ordinari e tempi di ingresso nel sistema troppo lunghi per i più giovani e che di fatto impedisce un ricambio generazionale efficace. C’è poi da considerare l’eterogeneità delle situazioni tra atenei, tutti in crescita come organici, ma con la metà in decrescita per numero di studenti iscritti. Non da ultimo la difficoltà di reperire personale tecnico amministrativo sempre più qualificato e in grado di gestire e beneficiare delle nuove tecnologie.

Piovono critiche all’università italiana

Duro il commento in proposito di Ernesto Galli della Loggia, storico ed editorialista del Corriere della Sera, che punta il dito contro un’autonomia universitaria che si è snaturata, rettori sempre più potenti e proiettati alla carriera post universitaria, docenti sopraffatti dalla burocrazia, un sistema di controllo dell’università, l’Anvur, che ha preso il sopravvento, un sistema di reclutamento fallimentare.

Università Bocconi, Milano

«L’Università ha smesso di pensarsi come un sistema al servizio della complessiva crescita culturale del Paese per pensarsi come un insieme di singoli atenei impegnati soprattutto – ha detto Della Loggia – nella competizione per assicurarsi ognuno un sempre maggior spazio. Quasi tutti i rettori, ormai, sono soliti vivere la propria carica come la tappa iniziale di un percorso di ben maggiore rilevanza sociale: naturalmente fuori dall’Università», finendo per sottolineare come l’università abbia perso il suo ruolo di promozione della cultura e della ricerca scientifica.

«Pericolo infiltrazioni straniere»

Una preoccupazione condivisa dal sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano, che ha messo in guardia contro il pericolo di infiltrazioni straniere: «Bisogna proteggere il sistema da infiltrazioni indebite da parte di governi stranieri, che sfruttano il carattere aperto dell’attività accademica per drenare conoscenze pregiate e know-how».

Le università telematiche

Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha bocciato in pieno le università telematiche: «Il sapere on line mi piace poco, lo studio è lo scambio e questo è insostituibile. Troppi guadagni per troppe università telematiche sono inversamente proporzionali alla quantità dei saperi», ha sostenuto.