Gli Stati Uniti si interrogano sulla pericolosità dei social network. Il capo della Sanità americana, Vivek Murthy, ha lanciato un allarme, sostenendo che queste piattaforme creano dipendenza come il tabacco e l’alcol. Da qui la proposta di inserire etichette di avvertimento per i ragazzi, proprio come quelle che vediamo ogni giorno sui pacchetti delle sigarette.
Murthy ha avanzato la sua proposta in un editoriale sul New York Times. “La crisi della salute mentale fra i giovani è un’emergenza” a cui i social media hanno offerto un “importante contributo”, ha scritto. Poi ha evidenziato che gli adolescenti che trascorrono più di tre ore al giorno sui social corrono il “doppio dei rischi” di soffrire di sintomi di ansia e depressione.
“I social fanno male alla salute”
“È giunto il momento di chiedere un’etichetta di avvertimento“, ha aggiunto Murthy, che negli Usa rappresenta il Surgeon General, cioè la massima autorità sanitaria. La sua proposta è che su ogni piattaforma compaia una nota dove si spiega che i “social sono associati a significativi danni alla salute mentale“.
Secondo la legislazione degli Usa, non può essere il capo della Sanità a introdurre questa novità: dovrebbe farlo il Congresso. Per questo motivo, Murthy ha esortato l’organo legislativo del Governo federale americano a imporre un’etichettatura per ricordare “ai genitori e ai giovani che i social non si sono dimostrati sicuri”.
Avvisi sulla pericolosità: il caso delle sigarette
Ma una etichetta basterà a evitare futuri problemi? Sempre Vivek Murthy ha ammesso che non non si tratta di una soluzione magica. Tuttavia, gli studi condotti sul tabacco hanno dimostrato che gli avvisi sulla pericolosità possono essere efficaci nell’aumentare la consapevolezza e, quindi, spingere a un cambio di comportamento.
Le etichette sul tabacco furono introdotte negli Stati Uniti d’America nel 1965, dopo uno storico rapporto del Surgeon General. Il Congresso votò per richiedere che sui pacchetti di sigarette ci fosse l’avvertenza: l’uso del prodotto “potrebbe essere pericoloso per la salute”. L’etichetta fu l’inizio del trend di declino del fumo: se all’epoca i fumatori negli Usa erano il 42% degli adulti, la percentuale nel 2021 è scesa all’11,5%.
“Proteggere i giovani dai social”
Secondo Murthy, un intervento del Congresso potrebbe proteggere i “giovani dalle molestie, dagli abusi e dallo sfruttamento online“, ma anche dall’esposizione a una violenza eccessiva e a contenuti sessuali. “I danni causati dai social media non sono per mancanza di volontà o per cattivi genitori”, ha scritto, “sono la conseguenza di avere lanciato una potente tecnologia senza adeguate misure di sicurezza, trasparenza e responsabilità”.
Il dibattito negli Usa
Ma cosa pensano gli scienziati rispetto alla pericolosità dei social? Negli Usa è in corso un ampio dibattito sulla possibili responsabilità di queste piattaforme dietro l’aumento di problemi di salute mentale degli adolescenti.
Secondo lo psicologo Jonathan Haidt, il punto di svolta che ha innescato un aumento dei suicidi è stato il lancio dell’iPhone nel 2007.
Altri esperti, però, affermano che non ci sono prove sul fatto che l’ascesa dei social abbia causato un declino del benessere dei giovani. A loro avviso, la responsabilità va attribuita alle difficoltà economiche, al razzismo e all’abuso di oppioidi.