Nel 2024 sono aumentate le richieste di aiuto da parte di donne vittime di abusi. È quanto emerge da un report della rete D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, reso noto in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che si celebra lunedì 25 novembre.
Violenza sulle donne: oltre 26mila richieste di aiuto
Secondo i dati di D.i.Re, nel corso di quest’anno sono aumentate del 14% le accoglienze di donne nei centri che le aiutano. In totale, nei primi dieci mesi dell’anno sono state 21.842 le donne accolte. Un numero che è destinato ad aumentare da qui alla fine di dicembre.
In particolare, la Rete stima che al 31 dicembre 2024 saranno 26.210 le donne rivoltesi ai centri antiviolenza, con un incremento potenziale rispetto al 2023 di 3.125 persone. In media, nel 2024 i centri hanno accolto ogni mese 2.184 donne. Nel 2023 erano state 1.924.
Aumenta la consapevolezza
La presidente di D.i.Re, Antonella Veltri, ha sottolineato: «Sono sempre di più le donne che decidono di uscire da situazioni di maltrattamento o violenza rivolgendosi a uno dei nostri centri, dove sanno di trovare un’accoglienza non giudicante e sicura, che garantisce l’anonimato, con la gratuità dell’affiancamento nel percorso di uscita».
Nel 2024 uccise già 97 donne
Anche l’Istat segnala un aumento del numero di richieste di aiuto e denunce. In particolare, nel 2024 secondo l’istituto statistico le richieste di aiuto al numero anti violenza e stalking 1522 è aumentato dell’83,5%. Ma sono aumentati anche i femminicidi.
Secondo i dati del Ministero dell’Interno, nel 2023 le uccisioni di donne hanno rappresentato quasi il 36% di tutti gli omicidi commessi nel nostro Paese. Sono stati poi registrati quasi 18mila casi di maltrattamento in famiglia contro le donne, 12.061 atti persecutori e 5.421 stupri. Dall’inizio del 2024 le vittime di femminicidio sono già state 97.
Violenza sulle donne: giovani indietro
Dall’indagine dell’Istat emerge quanto sia ancora diffuso all’interno delle coppie un atteggiamento di tolleranza nei confronti della violenza fisica, specialmente tra i giovani. Infatti, tra gli individui di età compresa tra 18 e 29 anni, il 16,1% ritiene accettabile che un uomo controlli abitualmente il cellulare o l’attività sui social network della propria moglie o compagna.
Quasi il 4% ha dichiarato che è accettabile che un ragazzo schiaffeggi la propria fidanzata rea di avere flirtato o civettato con un altro uomo. Circa il 5% ritiene normale che ogni tanto in una coppia scappi qualche schiaffo.
Il controllo è una forma di violenza
Dati che fanno capire quanto ancora ci sia da lavorare per cambiare la società e una certa mentalità, anche quella dei più giovani. Dati come questi dell’Istat, infatti, erano già emersi nel corso del 2023 durante una indagine su ragazzi tra i 14 e i 19 anni condotta da Fondazione Libellula. Il report aveva sottolineato come circa un giovane su tre non riconosca gli atteggiamenti di controllo come una forma di violenza, ma li ritenga quasi normali in una relazione di coppia. Un’idea che si fa fatica a sradicare.