Seconda vittima del virus West Nile in Italia. Un 86enne è deceduto a Mantova a causa da questa infezione trasmessa dalla puntura di una zanzara. L’anziano, Antonio Coppola, residente ad Acquanegra sul Chiese (Mantova), era stato colpito dal virus nei giorni scorsi. Il primo decesso da febbre del Nilo era avvenuto a fine luglio, sempre in Lombardia, a Cremona. Il primo caso umano di infezione da Wnv della stagione è stato segnalato in Emilia Romagna, nel mese di luglio, nella provincia di Parma.
L’anziano deceduto a Mantova
L’86enne deceduto a Mantova, un sottufficiale dell’Aeronautica militare in pensione, si era rivolto al pronto soccorso dell’ospedale di Asola il 26 luglio scorso ed era stato ricoverato. Le sue condizioni sono andate via via aggravandosi tanto che era stato trasferito all’ospedale Poma di Mantova dove è morto nel tardo pomeriggio di venerdì.
West Nile: ancora due casi nel Mantovano
Attualmente nel Mantovano sono stati accertati altri due casi di febbre del Nilo: il primo ha riguardato un 55enne di Marcaria che è già stato dimesso dall’ospedale Poma; il secondo è quello di un ragazzo residente nel Lazio e in vista a parenti nel Cremonese: attualmente si trova ricoverato all’ospedale di Asola in provincia di Mantova.
In Italia 25 casi di West Nile
Il numero di casi di West Nile nell’uomo è cresciuto nell’ultima settimana, passando da 6 a 25, come riportato dal bollettino dell’Istituto superiore di Sanità, che era stato aggiornato il 3 agosto, dunque prima della morte avvenuta a Mantova. Di questi, 15 si sono manifestati nella forma neuroinvasiva (4 Piemonte, 4 Lombardia, 7 Emilia Romagna), 6 casi identificati in donatori di sangue (1 Piemonte, 4 in Lombardia, 1 Emilia-Romagna), 4 casi di febbre (3 Lombardia, 1 Veneto). Finora sono 34 le Province con dimostrata circolazione di Wnv appartenenti a 7 Regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Puglia, Sicilia e Sardegna. Sono in corso di conferma positività in Provincia di Treviso e Sondrio.
Il virus West Nile: conseguenze
Il West Nile Virus (Wnv, febbre del Nilo), trasmissibile dagli uccelli infetti all’uomo o ad altri animali attraverso la puntura di zanzara, nell’80% dei casi dà luogo a forme asintomatiche, nel 20% causa sintomi simili a quelli influenzali (febbre, mal di testa, nausea e vomito) e in una percentuale inferiore all’1% provoca encefaliti o meningoencefaliti, con possibili febbre alta, tremori, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.
Mezzi di prevenzione e incubazione del virus
Attualmente non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Malgrado siano allo studio dei vaccini, per il momento l’unico strumento preventivo contro la diffusione dell’infezione è la riduzione dell’esposizione a punture di zanzare, durante il periodo favorevole alla trasmissione. Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo.