Chi non ha versato una lacrima sulla travagliatissima storia d’amore tra la bionda Brooke e il “mascellone” Ridge? O sospirato mentre Taylor conquistava il favoloso principe Omar? Beautiful, la serie fenomeno che ci ha traghettate nel secondo millennio, festeggia i 30 anni in Italia: entrata nel Guinness dei primati per essere la soap opera più vista nel mondo, debuttava su Rai2 il 4 giugno del 1990, 3 anni dopo la partenza negli Usa.
Storia di una ricca famiglia californiana di creatori di moda, i Forrester, declinata in infinite linee narrative zeppe di personaggi, intrighi, tragedie e perfino resurrezioni di protagonisti morti e sepolti, era stata fortemente voluta in Rai dal celebre critico Claudio G. Fava. E subito divenne un “caso” da 6 milioni di spettatori, conquistando fan come Natalia Aspesi, Franco Zeffirelli e perfino il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Il successo nasceva da un potente mix di fattori. «L’ambientazione lussuosa faceva sognare il pubblico, i drammi messi in scena stimolavano la “catarsi” collettiva, come in una tragedia greca. Il tutto sostenuto da una confezione estremamente professionale e dall’ottima recitazione degli attori» osserva il critico tv Alessandra Comazzi.
Beautiful non è soltanto la soap degli intrighi tinti di rosa: ha avuto anche il merito di trattare tanti temi sociali allora poco presenti nella serialità tv, dai problemi dei senzatetto a malattie come l’Aids e il cancro. Ma è soprattutto il racconto di un percorso al femminile, rappresentato da una grandissima varietà di personaggi: dall’ingenua Caroline che muore subito di leucemia alla transgender Maya, tuttora parte del cast. Fin dalle prime puntate è chiaro che sono le donne il fulcro della narrazione. È la matriarca Stephanie (oggi uscita di scena) ad avere l’ultima parola sugli affari della casa di moda Forrester Creations. E a decidere dei legami sentimentali del figlio Ridge (interpretato da Ron Moss, poi sostituito nel 2013 da Thorsten Kaye). I personaggi maschili appaiono quasi sempre “marionette” nelle mani delle protagoniste, e tali rimangono fino a oggi.
Donne simbolo delle puntate anni ’90, la bionda Brooke e la bruna Taylor: si contendono Ridge senza esclusione di colpi. Brooke (Katherine Kelly Lang) è l’immagine dell’arrampicatrice sociale, la ragazza bella ma povera che si insinua nella famiglia dei ricchi e si fa strada attraverso il matrimonio, anzi moltissimi matrimoni. È innamorata di Ridge, che sposerà ben 9 volte, ma non esita a legarsi anche a suo padre Eric e al fratello Thorne, convinta che l’amore giustifichi tutto. Taylor (Hunter Tylo) è invece la giovane perbene, la sognatrice: sposerà anche lei Ridge svariate volte e gli darà 3 figli, ma alla fine soccomberà alla rivale. «Le fan della soap si erano divise in 2 partiti, a sostegno dell’una o dell’altra: Brooke era la Cenerentola alla conquista del castello, Taylor la principessa da salvare» racconta Angelo Iacopino, coordinatore del fanclub TwittamiBeautiful.it. «Adoravano vederle scontrarsi, come nella celebre scena in cui si prendono a torte in faccia durante un party di nozze». Nel corso degli anni Brooke e Taylor parlano alle spettatrici di problemi come la depressione e l’alcolismo, la violenza sulle donne, la gravidanza in premenopausa. Ma non rinunciano mai alla loro inimicizia: tra rivali in amore non ci può essere solidarietà, paiono dirci.
Qualcosa cambia con la generazione del nuovo millennio, rappresentata dalle figlie: Hope (Annika Noelle), nata da una relazione di Brooke con il giovane Deacon Sharpe, e Steffy (Jacqueline MacInnes Wood), figlia di Taylor e Ridge. All’inizio sembrano ereditare i problemi delle madri: entrambe innamorate di Liam, una sorta di nuovo Ridge, combattono per averlo. Entrambe gli danno dei figli. Poi scatta qualcosa. Steffy decide di porre fine alla faida: propone a Hope, che nel frattempo ha sposato Liam, di gestire con lei una famiglia allargata. E rinuncia ad avere un uomo, incarnando l’immagine davvero moderna di donna manager e madre single. «Per le donne degli anni ’90 era ancora il maschio a rappresentare lo “scettro” del potere: solo chi lo conquistava veniva riconosciuta come vincitrice» spiega la psichiatra e psicoterapeuta Daniela Costantino. «Oggi le loro figlie hanno scoperto il potere della femminilità, che è accoglienza ed è ben simboleggiato dalle braccia allargate di una famiglia inclusiva».
Beautiful, adesso in onda su Canale 5 tutti i giorni alle 13.40, è la soap più vista in Italia. Conta su una media di 3 milioni di spettatori, e continua a essere vista da donne di tutte le età: il 14,4 % ha tra i 24 e i 34 anni, il 70% circa va dai 35 in su. Durante la quarantena le spettatrici sono cresciute di oltre 1 milione. Come se le donne che l’avevano seguita nella prima gioventù, una volta costrette a casa, fossero tornate a guardarla per consolarsi con un ritorno alle radici e ritrovarsi nel racconto di se stesse.