L’ultima volta che vidi Franca era abbracciata a se stessa con l’eleganza del semplice che l’ha sempre contraddistinta, appoggiata allo stipite dell’ascensore, stringendo il suo golfino giallo pastello su uno chemisier di seta a stampa color del soffio, com’era lei. Scappavamo dalla folla di fine sfilata e mi disse solamente: «Sai che comincio a essere un po’ stufa?…».
Sì, Franca Sozzani, la signora più elegante e sottile della moda se n’è andata senza dirlo a nessuno. Dando appuntamenti per i giorni successivi senza curarsi assolutamente che il tempo le stava tirando gli ultimi fili della vita. Come la ricordo rannicchiata nell’angolo, così era sempre, con quell’espressione che chiedeva tregua, come a dire: «Sono così! Piaccio o non piaccio, sono così, ma datemi tregua!».
Ha fatto della moda la sua passione dirigendo con grande intuito e carattere il giornale più di tendenza e di penetrazione socio-culturale dei nostri tempi: Vogue Italia. Rendendolo talmente moderno attuale e sicuramente rivoluzionario, al limite del limite, con un’intelligenza che solo una grande leader può avere, sprezzante del pericolo del grande “americano” Jonathan Newhouse, suo editore, capo della Condé Nast internazionale che, a volte, preoccupato dello spirito libero e pochissimo borghese di questa direttora esile e bionda ma fuori dagli schemi di pubblicitari troppo benpensanti e tradizionalisti, minacciava le sue dimissioni. Ma lei vinceva sempre con le sue continue idee che spesso stupivano e urlavano temi nuovi e importanti. Basti ricordare che ben prima del fenomeno Obama, Franca si inventò tutto un numero di Vogue “total black” sulle modelle di colore. Nel momento caldo, contro l’anoressia si inventò l’autostima delle donne “in carne”, fotografandole in lingerie e scollature sensuali con delicatezza da opera d’arte, in difesa di quei chili in più che tanto ci infastidiscono. Stupire e stravolgere con le foto dei più grandi fotografi, denunciando e aprendo a temi che coi vestiti apparentemente non centravano nulla, era il suo credo.
Franca era la moda, c’era lei e la sfilata iniziava, dietro le quinte consigliava stilisti, make up artist, stylist e tutta la macchina del fashion. Se le andavi a genio ti salutava, ma non ricercava consensi. Sapeva di averli da se stessa, sicura e ferma come l’acciaio, instancabile e tenace, elegante, pur mantenendo il suo bon ton di nascita, senza uccidere la sua libertà. Con quella classe che comunque è di poche, pochissime. Ed è così che la ricorderemo, una grande esile signora della moda.
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