Si chiama Filippo Maria Fanti e Irama è un’anagramma di Maria, il suo secondo nome. In malese significa ritmo. Monzese di 23 anni, scrive canzoni da molti anni ed è molto attento al look, caratterizzato anche da orecchini a forma di piuma (“Plume” è anche il titolo del suo primo album, il secondo più venduto del 2018). Non è la sua prima volta all’Ariston. Aveva infatti già partecipato a Sanremo Giovani nel 2016, battuto al confronto diretto da Ermal Meta. L’anno scorso è entrato invece nel cast di Amici di Maria De Filippi, vincendo l’edizione.
Grande successo, soprattutto tra il pubblico dei più giovani, Irama si presenta sul palco di Sanremo 2019 con “La ragazza con il cuore di latta”, un brano più “adulto”, dal tema potente, che parla di abuso su una ragazza con pacemaker. L’8 febbraio esce il suo album “Giovani per sempre”, riedizione del precedente “Giovani”. Per la serata dei duetti salirà sul palco con Noemi.
Ci racconti quando hai scritto“La ragazza con il cuore di latta”?
Ho scritto questo pezzo mentre mi trovavo in Salento insieme a Giulio Nenna, il mio musicista. Incontrai una bellissima ragazza portatrice di pacemaker e questa storia mi ha colpito a tal punto da far nascere un chiaro dualismo tra un cuore anatomico, di latta, e cuore strappato. Dai suoi occhi traspariva una storia talmente travagliata da farmi scrivere per tutta la notte, fino al mattino seguente. E nonostante io abbia scelto di dare un tocco di magia con il titolo e l’atmosfera, non è una canzone che racconta favolette ma, al contrario, è una storia cruda, che ti trafigge. Quando ho scritto il brano l’ho messo da parte proprio per poterlo raccontare un giorno sul palco di Sanremo.
Per Claudio Baglioni il tema di questo festival è l’armonia. Cos’è per te?
L’armonia può essere intesa in due modi. Da una parte è inerente al mondo della musica quindi è il “suono”, dall’altra è un fattore mentale. Entrambi penso che coincidano poiché la musica fa stare bene le persone. Non è un caso che quando nasciamo abbiamo subito un battito cardiaco, un ritmo dentro di noi e quindi, inevitabilmente, la musica è qualcosa che ci cullerà per sempre.
Che effetto ti fa essere tra i Big?
La prima parola che mi viene in mente è “responsabilità”. Sono figlio del cantautorato per cui penso che le parole abbiano un grande peso e su quel palco avranno un peso ancora maggiore. Dall’altra parte, vista la mia giovane età, ho una grande voglia di salire ed esibirmi sul palco dell’Ariston.
Stai vivendo la tua seconda possibilità con enorme successo. Come affronti tutto questo? C’è senso di rivalsa?
Non credo di avere avuto una prima o una seconda possibilità di successo. Penso piuttosto che chi sceglie di mettersi in gioco attraversi sempre alti e bassi. Il mio è stato un percorso abbastanza travagliato e penso derivi dal fatto che anche il mio modo di comunicare non sia mai stato semplice. Le mie parole sono poco scontate. La scelta di dire sempre la verità a volte viene premiata, altre distrutta. Continuerò comunque a navigare tra le mie onde, tra l’alto e il basso. La cosa fondamentale è sempre il messaggio che la musica è in grado di regalare alle persone.
Ti senti cambiato o ti dicono che sei cambiato?
Sono in continua evoluzione, sia dal punto di vista musicale che da quello personale. Sto crescendo ed è inevitabile che con l’età una persona cambi. Spero di farlo in positivo e che anche le persone che mi seguono crescano insieme a me.
E il tuo modo di scrivere è cambiato, nell’ultimo anno?
Anche la scrittura segue il processo evolutivo. Più cresci e più la dialettica si amplia così come l’estensione vocale. Di conseguenza le melodie variano e la scrittura, insieme a loro, continuerà a cambiare in eterno perché metterò sempre amore in quello che faccio.
Come ti stai preparando alla settimana di Sanremo?
Sinceramente non sto seguendo nulla di particolare. Nonostante tutto non sono mai riuscito a vedere la musica come un lavoro, ma come la mia vita, per cui continuo a viverla appieno come sempre, anche se a volte significa vivere oltre ai limiti.
Il Big che più hai voglia di incontrare?
Una persona che mi sta particolarmente a cuore, che stimo e che mi ha sempre appoggiato sin dall’inizio è Nek.
Orecchini preferiti?
Ne ho troppi per averne dei preferiti. Posso dire che ne sto preparando alcuni che sfoggerò sul palco di Sanremo.
Il tatuaggio a cui tieni di più cosa rappresenta?
Se devo sceglierne uno direi il 6.3.11 che ho sotto il collo che è molto simbolico ed è tutto criptato. L’11 sono due piume egiziane ed è il giorno in cui ho scelto il mio nome “Irama”. L’ho ritrovato per caso in un quadernino dove scrivevo le canzoni.
Sei scaramantico?
Sono super scaramantico. Ma non ho nessun rito perché sono talmente pazzo che, se me ne dovessi dimenticare, rischierei di lanciarmi dal palco.
Il brano che hai ascoltato di più nell’ultimo periodo.
Cambio ogni due giorni. Ascolto talmente tanta musica che non saprei individuarne uno in particolare. Spazio con estrema facilità dal cantautorato a qualcosa di più pop, dal raggaeton al rap.
Che progetti hai dopo Sanremo?
Subito dopo Sanremo uscirà un’edizione speciale del mio album, con tante sorprese. Oltre al pezzo di Sanremo ci saranno dentro dei featuring (Vegas Jones, The Kolors, Mr. Rain ndr), cosa molto particolare perché non ne ho mai voluti fare prima e invece con questo repack ho scelto di collaborare con altri artisti che stimo ed è stata un’esperienza molto stimolante. Probabilmente in futuro ne farò di più.
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