Polemica in Spagna dopo la notizia della maternità surrogata di Ana Obregón. L’attrice e conduttrice televisiva è diventata mamma a 68 anni grazie a questa controvresa forma di procreazione assistita. La Obregón è stata immortalata dalla rivista madrilena ¡Hola! fuori da una clinica privata di Miami con la bimba in braccio. La condanna del governo di Madrid. “È una pratica non legale nel Paese, che è legalmente riconosciuta come una forma di violenza contro le donne“, ha affermato il ministro per le Pari opportunità, Irene Montero.
La perdita di un figlio nel 2020
La Obregón, che ha perso il figlio Aless di 27 anni nel maggio 2020 a causa di un cancro, ha scelto di ricorrere alla maternità surrogata rivolgendosi ad una clinica negli Stati Uniti, dove questa pratica è consentita. L’attrice ha scelto il Memorial Regional Hospital a Miami, in Florida, per far nascere sua figlia. La gravidanza per maternità surrogata ha avuto inizio nel giugno 2022, “lo stesso mese in cui Aless avrebbe compiuto 30 anni” spiega la rivista. “Solo Ana, le sue sorelle, Celia e Amalia, e Alessandro Lequio, padre di suo figlio Aless, sapevano che il processo era in corso”, ha rivelato ¡Hola!.
Sui social: “Non sarò mai più sola”
Da quanto si è appreso, l’attrice è rimasta a Miami qualche giorno in attesa del parto, trascorrendo lì anche il suo compleanno, il 18 marzo. Sui social la donna ha commentato la notizia apparsa sulla rivista spagnola “Una luce piena d’amore è arrivata nella mia oscurità. Non sarò mai più sola. Sono tornata a vivere”.
La notizia della maternità
“Le emozionanti immagini della felicità di Ana quando ha lasciato l’ospedale di Miami con il suo bambino in braccio”, ha scritto ¡Hola! in copertina dando la notizia della maternità della Obregón attraverso la pratica dell'”utero in affitto”. Nelle immagini Ana Obregón appare vestita di bianco con gli occhiali da sole, la figlioletta in braccio vestita di rosa.
Partiti e maternità surrogata
Irene Montero, esponente di Podemos, riferendosi alle donne che portano a termine gravidanze altrui, ha chiesto di non dimenticare “la realtà di quelle donne precarie a rischio povertà”. “L’immagine mi è sembrata dantesca”, ha criticato Pilar Alegría , ministro dell’Istruzione e portavoce del Partito socialista del primo ministro, Pedro Sánchez. “Questo si chiama utero in affitto, non una gravidanza surrogata”, ha dichiarato. La questione “merita dibattiti profondi e sereni, perché tocca molte questioni morali, etiche e religiose”, ha detto Cuca Gamarra, numero due del Partito popolare (Pp), formazione per la quale la linea rossa è che la maternità surrogata sia remunerata. Il partito di estrema destra Vox ha ribadito il suo rifiuto del cosiddetto utero in affitto e ha insistito sulla necessità di porre in essere misure per impedirne la legalizzazione “de facto”.
La maternità surrogata nei vari Paesi
La maternità surrogata è vietata in alcuni Paesi e consentita in altri, come gli Stati Uniti che da anni portano avanti questa tecnica di procreazione assistita con numerose agenzie specializzate. In Italia la legge ad oggi non consente questa pratica, così come è vietata in Spagna. La legislazione spagnola autorizza l’iscrizione all’anagrafe dei bambini nati da maternità surrogata all’estero a condizione che sia presentata “una decisione giudiziaria emessa da un tribunale competente” del Paese in questione che stabilisca la filiazione. La maternità surrogata è inoltre stata inserita tra le “manifestazioni di violenza contro le donne” in una legge sull’aborto approvata lo scorso febbraio, che vieta anche ogni “pubblicità tramite agenzie di intermediazione”.
Maternità surrogata: chi è pro e chi contro
La pratica dell'”utero in affitto” è oggetto di controversia per i conflitti economici, morali e sociali che comporta. I detrattori affermano che colpisce le donne meno favorite e più indifese, costrette a prestarsi ad essere veicolo di maternità surrogata per necessità economiche. Chi difende questa tecnica rivendica al contrario il diritto ad essere genitori, non solo per le coppie omosessuali ma anche per coppie eterosessuali che hanno problemi di infertilità o per motivi di età.
Chi è Ana Obregón
Nella sua carriera Ana Obregón ha interpretato molti film, tra cui “Bolero Extasy” (1984) con Bo Derek e Andrea Occhipinti. In Italia è conosciuta anche per aver lavorato in alcune miniserie televisive come “Voglia di cantare” (1985), con Gianni Morandi e “Sei delitti per Padre Brown” (1988). In patria, dal 1993 al 1998, in coppia con Ramón Garcìa, ha condotto sulla TVE 1 lo storico spettacolo “¿Qué apostamos?”, la versione spagnola di “Scommettiamo che…?”. Tra i suoi tanti amori, c’è anche quello con il conte italo-spagnolo Alessandro Lecquio di Assaba y Torlonia, nipote dell’infanta Beatrice di Borbone-Spagna. Questa relazione fece naufragare il matrimonio tra l’uomo e la modella italiana Antonia Dell’Atte. E dalla stessa relazione l’attrice ha avuto il figlio deceduto nel maggio 2020.
La relazione con Miguel Bosé
Ana Obregón, classe 1955, ebbe una relazione giovanile con Miguel Bosé. Fra l’attrice e il cantante di “Bravi ragazzi”, la scintilla scoccò nel 1978 durante un casting per il film spagnolo “Sentados al borde de la mañana, con los pies colgando” del regista Antonio José Betancor. La relazione fra la Obregón e Bosé terminò nel 1892, anche se tutt’oggi i due intrattengono un rapporto di amicizia. Bosé, pur avendo avuto in passato relazioni con donne ed essendo stato negli anni ’80 un vero e proprio sex symbol, ha dichiarato da tempo di essere omosessuale. Il cantante è stato a lungo legato allo scultore Nacho Palau: la coppia, che poi si è separata, ha avuto da due diverse madri surrogate due coppie di gemelli.