Il sesso senza consenso è stupro. Ma non per la legge italiana. Secondo l’articolo 609 bis del Codice Penale, quando una donna denuncia la violenza sessuale, è lei a dover dimostrare di essersi opposta, di aver detto no. È lei a dover giustificare di non aver urlato mentre veniva abusata.
La proposta di legge sul consenso
La proposta di legge a firma dell’onorevole Laura Boldrini, in discussione in Commissione Giustizia alla Camera, ha proprio l’obiettivo di introdurre il consenso nel Codice Penale. Un tema cardine, che a fine 2024 abbiamo inserito tra le 25 proposte della nostra Road Map contro la violenza, a conclusione della prima edizione del progetto Libere e Uguali. Una legge necessaria, per evitare che chi stupra una giovane in stato di incoscienza venga assolto, come ha di recente fatto la Corte di appello di Bologna giudicando non colpevoli due uomini che hanno violentato una ragazza: i giudici l’hanno ritenuta consenziente anche se ubriaca.
Sul consenso c’erano altre due proposte di legge, a firma delle onorevoli Gilda Sportiello e Stefania Ascari. Quella dell’onorevole Laura Boldrini è stata scelta come testo base per la discussione. Seguirà la presentazione degli emendamenti, la discussione in aula e quindi si arriverà a un testo finale, che andrà poi al Senato.
Legge sul consenso: intervista all’onorevole Michela Di Biase
Spiega l’importanza della proposta la relatrice di minoranza, l’onorevole Michela Di Biase, reduce da un’udienza pubblica organizzata dalla Fondazione Una Nessuna Centomila, che ha lanciato la campagna virale “Se io non voglio, tu non puoi”.
Cosa cambierebbe se la proposta diventasse legge?
«Finalmente l’Italia si adeguerebbe all’Europa e alla Convenzione di Istanbul, che prevede che gli Stati introducano il consenso nella legislazione sulla violenza sessuale. Il nostro Paese è inadempiente: l’articolo 609 bis del Codice Penale considera reato solo i casi in cui ci siano violenza o minaccia. Nella nuova formulazione si introduce il consenso espresso quale libera manifestazione della volontà della persona: solo il sì è sì».
La legge sul consenso legittima il diritto a cambiare idea
Sarebbe violenza anche se una donna cambiasse idea dopo aver accettato un rapporto sessuale?
«Certo. Le sentenze della Cassazione vanno già in questa direzione. Il consenso deve restare immutato durante l’intero atto sessuale ed è sempre possibile revocarlo. Una donna ha tutto il diritto di cambiare idea. Per il dissenso, invece, è sufficiente averlo espresso all’inizio».
Molte sentenze hanno dimostrato che la nostra legge sulla violenza sessuale è inadeguata.
«È una legge vecchia, che lascia ampi margini di interpretazione. Se i magistrati non sono formati, si verificano casi come quello del sindacalista assolto perché la donna aveva lasciato passare 30 secondi senza opporsi. Un caso balzato alle cronache, a fronte di tanti meno noti in cui la donna non viene considerata vittima perché non si oppone con la forza e, quindi, si presume che il consenso sia presente. Un’assurdità».