Il primo step pratico del progetto Libere e uguali
Non basta “dire” per estirpare la violenza di genere. Bisogna, soprattutto, “fare”. Passare all’azione è l’impegno che noi di Donna Moderna abbiamo preso con il primo step pratico del progetto Libere e uguali. Per una nuova idea di parità, in collaborazione con l’associazione D.i.Re – Donne in Rete Contro la Violenza e l’Università degli Studi di Milano.
Le iniziative contro la violenza di genere devono dialogare
Proprio all’Università Statale di Milano si è svolto il primo dei quattro tavoli di lavoro che nei prossimi mesi tradurranno in proposte concrete le esigenze emerse dal nostro Osservatorio sui diritti. Tre, in particolare, quelle affrontate lo scorso 9 aprile in tema di relazioni: l’educazione all’affettività, la definizione del consenso, il potenziamento della sicurezza. Ne abbiamo fatto oggetto di un lavoro di brainstorming che ha coinvolto rappresentanti di realtà diverse – associazioni, centri antiviolenza, forze dell’ordine, università e scuole – messe in dialogo per affrontare la cultura della violenza. Lo abbiamo fatto rivolgendoci domande concrete: come possiamo formare i docenti per renderli educatori e sentinelle di relazioni non violente? Come possiamo far sentire le donne più al sicuro tanto per strada quanto nella propria casa? Come si possono mettere gli stereotipi di genere alla porta delle aule giudiziarie?
Porteremo proposte concrete
Le risposte che abbiamo trovato insieme vogliono rafforzare le iniziative già esistenti, ma soprattutto proporne di nuove laddove mancanti. Come ricordato dalla nostra direttrice Maria Elena Viola, questo è stato – e continuerà a essere – il nostro modo di «unire i puntini» per mettere insieme provvedimenti separati e disegnare un’azione di contrasto alla violenza che non lasci spazi bianchi ma sia completa, tangibile, efficace. E che avremo modo di raccontarvi di persona, strada facendo. Stay tuned!
I partecipanti al primo tavolo di lavoro
Il nostro incontro sulle relazioni ha coinvolto rappresentanti di realtà diverse, nella convinzione che solo mettendole in dialogo si possa produrre un’azione ancora più efficace.
- Giulia Mir, studentessa di Scienze Filosofiche all’Università degli Studi di Milano.
- Martina Semenzato, presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sul femminicidio.
- Costanza Nardocci, professoressa associata in Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Milano.
- Elena Biaggioni, avvocata e vicepresidente di D.i.Re.
- Caterina Crapanzano, vice questore aggiunto della Polizia di Stato.
- Francesca Maur, operatrice, attivista e consigliera nazionale di D.i.Re.
- Maria Elena Viola, direttrice di Donna Moderna.
- Cristina Dell’Acqua, docente e autrice.
- Matteo Lancini, psicoterapeuta e presidente della Fondazione Minotauro di Milano.
Con la collaborazione scientifica di Università degli Studi di Milano
Consulenza di Di.Re
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