Sono mille gli alberghi solidali che hanno deciso di aprire le porte delle loro stanze alle donne vittime di violenza. Potranno restare per un massimo di una settimana, insieme ai figli, al termine del loro percorso nei centri antiviolenza. L’iniziativa si chiama “Qui non sei sola” ed è stata promossa dal Governo italiano: ecco in cosa consiste.

“Qui non sei sola”, l’iniziativa

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, e la collega Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, hanno lanciato un nuovo progetto per sostenere e tutelare le donne vittime di violenza, insieme ai loro figli. A supportare il progetto anche le maggiori associazioni di categoria del settore alberghiero, come Confindustria Alberghi, Federturismo e Federalberghi. Si chiama “Qui non sei sola” ed è finalizzata a promuovere le strutture alberghiere come luogo di accoglienza per le donne vittime di violenza, le quali possono essere ospitate per un breve periodo una volta conclusa la permanenza presso le case rifugio.

La piaga della violenza sulle donne resta infatti diffusissima e ancora difficile da arginare. A confermarlo sono i numeri, che non lasciano margine di interpretazione ma anzi ritraggono perfettamente uno spaccato sociale preoccupante. Lo scorso 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne istituita delle Nazioni Unite, il Ministero della Salute ha fatto il punto sulla situazione nel nostro Paese. Dai dati Istat emerge che il 31,5% delle donne tra 16 e 70 anni ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Nel 2021, inoltre, gli accessi al pronto soccorso con indicazione di diagnosi di violenza sono stati 6.300, pari a 9,3 ogni 10mila accessi.

Le parole delle ministre

A scendere in campo in difesa delle donne è la ministra Santanché, che a proposito dell’iniziativa ha sottolineato: «La violenza sulle donne ogni giorno peggiora. I maltrattamenti spesso avvengono proprio in famiglia. Abbiamo pensato, dopo il percorso di recupero, di ospitare queste donne in alberghi per regalare loro un momento di relax e farle tornare alla vita normale». Si tratta di luoghi «dove possano riprendere le forze. Soprattutto, il messaggio importante è che non si devono più sentire sole, che ci sono persone e strutture che sono con loro».

Alle sue parole fanno eco quelle della ministra della Famiglia, la quale ha dichiarato: «Nonostante le buone leggi non siamo ancora riusciti a contrastare questo fenomeno dai numeri impressionanti» e assicura che da parte del Governo «c’è compattezza e volontà comune di affrontare questo problema, sin dalla Legge di bilancio e con tutte le deleghe presenti nei vari ministeri». Per Roccella è «il segno di una comunità che non lascia sole le donne». Quindi, ha sottolineato: «Oggi abbiamo buone leggi. Quello che serve sono piccole correzioni. Poi serve un’azione di formazione e la raccolta dati. Abbiamo già riunito una prima volta un tavolo dei ministri competenti ed entro un mese presenteremo queste “sistemazioni” del percorso di fuoriuscita dalla violenza, di accoglienza e di salvaguardia dal persecutore».

Poi ha ricordato: «C’è anche il tema del braccialetto elettronico, che è uno degli strumenti più utili per evitare che si arrivi a fatti più gravi dopo le prime violenze e il primo stalkeraggio. Anche sulla raccolta dati siamo a buon punto. È importante, perché permette di intercettare le vittime di violenza in modo da poterle aiutare prima che la situazione si aggravi».