La ripartenza dell’economia nell’era post Covid passa anche dalla creatività. A spremersi le meningi a caccia di trovate inedite per accattivarsi nuovi clienti sono soprattutto le imprese agricole e i piccoli allevamenti. E così, anziché riempire il carrello della spesa al supermercato con latte e formaggi, possiamo scegliere di adottare una mucca. Oppure un’arnia di api, una gallina o un maiale, per assaporare ottimo miele ma anche avere un pretesto per un tour in campagna o nelle stalle in cui si allevano gli animali. O ancora investire in “caciobond“: non si tratta di titoli di debito ma di appetitosi bocconi di caciocavallo campano, spediti a domicilio. A snocciolare tutte le idee più innovative messe in campo dai propri agricoltori è Coldiretti, che ci ha svelato alcune storie dietro i progetti più sfiziosi.
La qualità si paga, ma ne vale la pena
Le iniziative di adozione a distanza di animali, alberi da frutto e le degustazioni online rappresentano di certo un’occasione per dare una mano ad allevatori e aziende agricole, messe in ginocchio dallo stop pandemico. Ma si tratta anche di progetti con un valore culturale.
Le fattorie e le cantine si danno una chance in più di far conoscere al pubblico la propria attività, incuriosendo attraverso esperienze enogastronomiche divertenti, ma che si rivelano ideali anche da regalare a chi, vivendo in città, cerca il contatto con la natura.
Il fine ultimo è valorizzare le piccole realtà local che investono in agricoltura biologica e praticano allevamenti non intensivi. Una scelta che comporta costi elevati, soprattutto rispetto ai profitti degli ultimi tempi, decimati dal Covid. A conti fatti, va detto che i prezzi dei cibi offerti sono in media un po’ più alti rispetto a quelli che possiamo trovare nei negozi di quartiere e sugli scaffali della grande distribuzione. Ma Coldiretti è pronta a scommettere sulla qualità: «Gli euro in più spesi servono a ripagare prodotti genuini, certificati e di qualità, non comparabili rispetto agli alimenti che arrivano nei negozi tradizionali».
Adottare un’arnia in Toscana
A Montaperti, in provincia di Siena, l’azienda agricola “Le pietre vive” consente di adottare un alveare, scegliendo il nome dell’ape regina. In cambio promette una parte del miele prodotto.
«Chi aderisce al progetto “Le api di gioia” stipula un contratto di un anno senza tacito rinnovo» spiega Coldiretti a Donna Moderna. «La quota di adozione è di 88 euro per ogni alveare e dà diritto a un pacchetto comprendente 6 kg di miele e due bottigliette da 10 cc di propoli». Si tratta di miele artigianale, risultato di apicoltura biologica. Il cui prezzo è un po’ più elevato rispetto al miele comune e industriale che si aggira intorno ai 12-13 euro al chilogrammo.
Gestire una mucca a distanza in Lombardia
La formula dell’adozione a distanza si applica anche ai bovini. L’iniziativa “Adotta una mucca” consente, a fronte del versamento di una quota tra 50 e 60 euro, di ricevere a casa 3 kg e mezzo di formaggio. Con la possibilità anche di andarlo a ritirare di persona visitando la stalla con 18 mucche di razza “Brown Swiss”, il caseificio dove si svolge l’attività di trasformazione e la bottega in cui ha luogo la vendita diretta. Si tratta di un’idea di Michele Peretti e di sua moglie Sara, allevatori di vacche brune svizzere in Alta Valtellina. «Il produttore trasforma il latte in un caseificio aziendale. Qui produce formaggi tipici locali: la classica ricotta di montagna, il taleggio, la formaggella pastosa e il cosiddetto “scimudin”. I prodotti vengono rivenduti nello spaccio aziendale e tramite il canale ristorazione» riferisce Coldiretti. «L’emergenza sanitaria tuttavia, imponendo la chiusura di alberghi, ristoranti e mercati scoperti ha costretto l’allevatore alla vendita online. E a far conoscere i prodotti caseari tramite i profili social della fattoria». Se consideriamo che acquistare un kg di taleggio in un comune supermercato ha un costo di circa 13 euro al kg, a conti fatti la proposta di questo caseificio non ha prezzi molto più alti rispetto a quelli di mercato.
Anche il maiale cerca famiglia
Stesso principio, animale diverso. Pure il suino si presta ad essere adottato e accudito in cambio di carne e salumi. È la proposta dell’azienda agricola “Il tralcio” che in provincia di Reggio Emilia promette di allevare i porcellini allo stato semi brado, nutrendoli con la cosiddetta “zotta”, un mix di farine vegetali impastate con siero di caseificio (il latte cagliato avanzato dopo la produzione del Parmigiano Reggiano).
Per aderire si può inviare una mail a [email protected]. Da un maiale di 220 kg si possono ottenere 60 o 70 salami di circa 800 grammi, 20 kg di cotechini, 5 o 6 kg di costine, due pancette da 7 kg, due coppe di circa 2,5 kg, 5 o 6 formine di ciccioli, oltre agli stinchi alle frattaglie, assicura il produttore. Inoltre si può monitorare la vita degli animali tramite la webcam che riprende giorno e notte l’allevamento, e recarsi sul posto per far visita alla bestiola e nutrirla di persona. A quale costo? Si versa una prima rata da 280 euro, e poi 140 euro al mese e un saldo finale. Rate dimezzate per chi sceglie di prendere solo metà suino. Si tratta di somme cospicue, ma è lo stesso produttore sul proprio sito a confrontare i prezzi dei prodotti con quelli proposti da una nota marca della grande distribuzione, che vende lo stesso pacchetto a circa 1122 euro.
E poi, pecore, cavalli, asini, galline…
Al di là delle iniziative segnalate di Coldiretti, moltissime altre imprese agricole stanno approfittando delle vendite online per promuovere il loro rilancio. Ad esempio anche la cooperativa veneta Peralba Costalta di San Pietro di Cadore (vicino a Cortina) propone tramite i propri social l’adozione di una mucca. Si può diventare “genitori” del bovino per un mese a 39 euro, 6 mesi a 219 euro e un anno a 409 euro ottenendo burro e formaggi tipici della latteria. Le pecore da Montèbore della cooperativa Vallenostra, di Mongiardino Ligure invece, cercano una famiglia adottiva che le sostenga con 70 euro una tantum. I genitori saranno ricompensati con un pacco ricco di formaggi. La fattoria veneziana “Il rosmarino” invece propone l’adozione di cavalli, asini, o caprette. Ma ci sono anche le galline in via d’estinzione: al costo di 20 euro una tantum si ottengono 30 uova biologiche.
I vegetariani possono adottare un albero da frutto
Se invece degli animali vogliamo adottare o regalare un albero da frutto, la rete pullula di proposte, abbiamo solo l’imbarazzo della scelta. L’azienda Biorfarm trasforma i propri clienti in agricoltori digitali: con l’adozione online di un albero biologico si può monitorare la coltivazione di pere, pesche e uva e tanti altri frutti tramite web e scegliere di ricevere il raccolto a domicilio oppure andare direttamente al raccoglierli nei campi. L’azienda agricola modenese Bettino Amidei invece, consente di adottare un ciliegio per 70 euro ricavando 10 kg di frutti. Infine il progetto “Adotta un Clementino” partito da Corigliano Rossano, in Calabria, è destinato ai golosi di agrumi.
Dai caciobond alle degustrazioni online
Le iniziative per il rilancio vanno oltre l’adozione di animali e piante. In Campania il caseificio Morese di Pontecagnano Faiano, in provincia di Salerno, propone i “caciobond”. Non sono delle obbligazioni ma ordini di acquisto in anticipo di caciocavallo preparato con latte di bufala, che viene poi spedito a casa. Si può scegliere tra una stagionatura di 6, 12 o 24 mesi. L’idea sta riscuotendo molto successo all’estero. In Toscana si produce gel disinfettante con il rosmarino mescolato ad alcool alimentare prodotto da alcuni liquorifici. In Campania le cantine, sempre in collaborazione con Coldiretti, hanno lanciato i “Web wine tasting” un ciclo di degustazioni telematiche di vino e formaggi, da assaporare tutti insieme in videoconferenza, dopo aver ricevuto il pacchetto dei prodotti a domicilio. Insomma chi più ne ha, più ne posti (sul web).