Nello Stato di New York il governatore Andrew Cuomo ha appena firmato un’ordinanza per consentire di seppellire le ceneri degli animali da compagnia accanto alle salme dei proprietari, nei cimiteri laici per umani, anche a distanza di anni dalla morte. In Italia gli attivisti dell’associazione Aidaa, dopo una ricognizione nel mercato di settore, denunciano: “Altro che i camposanti misti degli Usa. Qui li chiediamo inutilmente da una decina di anni. E intanto abbiamo esequie ancora troppo care, non alla portata di tutti, per il cane e il gatto di casa”.
I cimiteri per animali
Ma quali sono le soluzioni possibili, in Italia, quando gli animali da compagnia ci lasciano? Le carcasse non dovrebbero essere buttate tra i rifiuti o abbandonate in un fosso, comportamenti che sono sanzionati con multe non da poco, sempre che si venga individuati. “Le alternative ammesse – ricapitola Marco Melosi, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari – sono due. I resti possono essere cremati oppure sepolti nei cimiteri per animali o in terreni privati. Ci sono direttive dell’Unione europea, non esiste invece una legge nazionale. La competenza è demandata alle regioni. Asl e comuni hanno la facoltà di dare disposizioni specifiche, valide nei territori di competenza. Per sapere se esistono limiti o prescrizioni particolari – è il consiglio – basta telefonare e chiedere informazioni”. Le regole base, per la sepoltura in giardino, sono semplici. Va verificato che nel terreno non siano presenti falde acquifere. E se il proprietario dell’area prescelta è un’altra persona, o uno stuolo di coinquilini di condominio, occorre avere il consenso.
Le regole per la sepoltura nel giardino di casa
“I resti – continua Melosi – non vanno messi in contenitori di plastica indistruttibile o di metallo. Devono essere utilizzati quelli biodegradabili, come scatole di cartone o sacchetti di tessuti naturali. Dalle mie parti, Cecina, è consuetudine poggiare sopra le carcasse alcuni rami di arbusti odorosi, come il mirto. Mascherano l’odore della decomposizione e tengono lontani i predatori”. È vietata la sepoltura in terreni comunali, statali, di demanio o pubblici. Per le aiuole condominiali possono sorgere complicazioni ed esserci veti. I luoghi deputati, se si scarta la soluzione giardino domestico, sono i costosi cimiteri per soli animali.
Le regole per la cremazione
“L’altra opzione – prosegue il presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari – è la cremazione. Per questa pratica è necessario affidare il corpo dell’animale deceduto a un inceneritore pubblico per rifiuti organici o un centro specializzato, che in genere ritira i resti a domicilio”. Per il trasporto è richiesto un certificato di decesso, stilato da un veterinario di fiducia, che escluda il rischio di contagio da malattie infettive e infestive. Non è detto che una persona, magari anziana o provata, debba fare tutto da sé. Il veterinario di fiducia può essere incaricato di tenere in custodia la carcassa del cane o del gatto e di provvedere alla cremazione, sempre attraverso le strutture autorizzate.
Quanto costa la cremazione
“Per occuparsi della cremazione si chiedono 50-60 euro. Per un certificato di morte da zero a 25-30 euro” prosegue l’esperto. “Le cremazioni singole sono più care di quelle collettive, per ovvi motivi: accendere il forno per bruciare una sola carcassa non è economico”.
Quanto costano i cimiteri per animali
Un’altra voce che pesa sul portafoglio è il luogo scelto per conservare resti, ceneri e ricordi. “I cimiteri privati per pet sono tutti a pagamento – ricorda Melosi – e i canoni di affitto dei mini lotti vanno versati in anticipo, spesso per lunghi periodi, con somme non indifferenti. Normalmente i gestori lasciano ai clienti le chiavi per aprire e entrare, risparmiando sugli stipendi dei custodi”. I prezzi delle lapidi – altra voce da mettere in preventivo – dipendono dai materiali, dalle dimensioni e dalle lavorazioni richieste. Sotto terra possono finire pure le urne con le ceneri, se si vogliono conservare fuori da casa. Se si vogliono invece disperdere, non essendoci una normativa specifica, ci si deve attenere alle disposizioni per quelle umane.
I costi in totale
Lorenzo Croce, presidente dell’associazione Aidaa, lancia l’allarme sui costi eccessivi: “Dare l’ultimo saluto a un cane o a un gatto è assai costoso, in particolare in Valle d’Aosta, Toscana e Umbria. In queste regioni si arriva a spendere 4mila euro per garantire una degna sepoltura a un nostro amico peloso, in un cimitero per pet. I prezzi sono meno esosi in città come Milano e Roma, dove si possono toccare i 3.000 euro, cifra che comprende l’inumazione e una piccola lapide a ricordo. I costi sono relativamente più contenuti per le cremazioni con la fornitura di urna cineraria, soluzione richiesta da un numero crescente di famiglie. Le tariffe vanno dai 200 ai 500 euro, dipende dal modello scelto”. Un business di tutto rispetto, in aumento. “Complessivamente – è la valutazione di Croce – il giro d’affari annuo supera i 130 milioni di euro”.
I documenti da fornire al comune
Poi c’è la parte burocratica da sbrigar:e anche per queste incombenze è opportuno informarsi nei luoghi di residenza, perché prescrizioni e obblighi non sono ovunque gli stessi. Molti comuni chiedono una certificazione dello smaltimento delle carcasse, in caso di cremazione. In tutti è obbligatorio comunicare il decesso del proprio animale, se era iscritto all’anagrafe dedicata.
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