Carta della famiglia addio, adesso arriva la “Carta risparmio spesa”: è stata pensata da Governo per sostenere le famiglie, ma non prevede un minimo di tre figli, come la precedente, bensì un reddito fino a 15.000 euro. Sarà gestita dai Comuni, che saranno incaricati di erogarla materialmente e si presenterà come una sorta di blocchetto di buoni sconto, che si potranno spendere presso negozi e servizi, per fronteggiare il caro spesa.
Cos’è la Carta risparmio spesa?
Si tratta di un nuovo strumento, pensato dal governo nell’ambito della manovra finanziaria 2023, per sostenere le famiglie. In particolare è riservata ai nuclei con redditi fino a 15mila euro e serve a effettuare acquisti di beni di prima necessità, in particolare di generi alimentari.
Chi può chiederla?
La Carta risparmio spesa sarà erogata dal 2023 alle famiglie con un reddito non superiore a 15.000 euro. Si tratta, secondo gli ultimi dati del ministero per l’Economia e la Finanza relativi al 2020, di 17,2 milioni di contribuenti complessivi.
Come funziona?
Secondo quanto pensato dal governo nella manovra di bilancio, la Carta sarà sotto forma di buoni spesa, che potranno essere utilizzati presso punti vendita convenzionati e che hanno aderito all’iniziativa, per acquistare beni di prima necessità e in particolare generi alimentari. Lo scopo, infatti, è di sostenere le famiglie con redditi inferiori in modo da fronteggiare il cosiddetto “caro carrello”.
Dove si ritira?
A erogare la carta saranno i Comuni, pressi i quali si potrà ritirare, con modalità che variano a seconda delle Amministrazioni. Sarà necessario presentare una documentazione che attesti il reddito e per questo si attendono le conferme da parte del Governo, contenute in un decreto attuativo in arrivo entro 60 giorni dalla pubblicazione definitiva della manovra di bilancio. La bozza della manovra, infatti, deve ottenere il via libera del Parlamento.
A quanto ammonta e dove si usa?
I buoni spesa potranno essere utilizzati presso gli esercizi commerciali che aderiranno all’iniziativa, ad esempio i supermercati e ipermercati. Come dichiarato in conferenza stampa dal premier Giorgia Meloni, ad essere agevolati saranno soltanto alcuni acquisti. Il Governo ha già previsto uno stanziamento di 500 milioni di euro per abbassare il prezzo degli articoli, che saranno indicati in dettaglio a breve. In un primo tempo si era pensato a un taglio dell’Iva su pane, pasta e latte, ma per tutti e non, ad esempio, sulla carne, come invece fanno notare le associazioni dei consumatori. Poi c’è stato un cambio di orientamento: “Consideriamo questa misura come una vittoria delle associazioni dei consumatori, perché i pochi milioni che erano destinati alla riduzione dell’Iva su pane, pasta e latte – meno di 22 euro a famiglia, ricche o povere che fossero – secondo noi rappresentavano una presa in giro e poco più di una ‘mancia’, a vantaggio in realtà dei soli commercianti”, spiega Mauro Antonelli, dell’Ufficio studi dell’Unione Nazionale Consumatori. “Per noi era importante che ci si concentrasse, invece, sui redditi più bassi con una riedizione della vecchia Social card, ora chiamata Carta Risparmio Spesa”, aggiunge Antonelli.
Che differenza c’è rispetto alla Carta famiglia?
La differenza principale riguarda il fatto che il nuovo sostegno non è limitato a nuclei con almeno tre figli, ma alle famiglie più fragili, dunque in base al reddito che, come detto, dovrà essere fino a un massimo di 15 euro all’anno. Per capire se saranno inseriti altri requisiti occorre, però, attendere ancora qualche giorno: “Al momento non è possibile fornire maggiori indicazioni, che arriveranno con l’approvazione definitiva del provvedimento”, spiega Antonelli.