Aggiornamento del 24 gennaio 2018
Sono disponibili i nuovi moduli da utilizzare per presentare la richiesta di Reddito di inclusione, da consegnare nei comuni di residenza o nei punti indicati dai comuni stessi. I modelli (li trovi sul sito del Ministero del Lavoro, www.lavoro.gov.it) sono stati aggiornati recependo le modifiche introdotte dall’ultima legge di Bilancio. In particolare, rende noto il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, sono stati semplificati i requisiti familiari richiesti alle famiglie nelle quali c’è almeno un lavoratore disoccupato ultra 55enne.
L’importo del beneficio massimo mensile previsto per i nuclei familiari più numerosi è stato modificato e portato a 534,37 euro nei casi in cui ci sono 5 componenti e 539,82 euro per 6 o più componenti. Per fruire del Reddito di inclusione occorre avere l’Isee corso di validità. Poiché l’Indicatore del reddito scade a gennaio di ogni anno, coloro che presentano nuove domande devono essere già in possesso dell’attestazione 2018. Chi ha inoltrato la richiesta nel dicembre 2017, invece, dovrà rinnovare l’Isee entro marzo 2018.
Altra precisazione ministeriale: “Dal primo gennaio 2018 – si rammenta – il Rei ha sostituito il Sia (Sostegno per l’inclusione attiva) e l’Asdi (Assegno di disoccupazione). Nella prima fase di attuazione la misura di sostegno coinvolge un bacino di 1,8 milioni di persone e 500mila nuclei familiari”. “Da luglio 2018 – ha spiegato in ministro Giuliano Poletti – potrà ampliare la sua portata grazie all’applicazione delle altre modifiche già varate, raggiungendo una platea di potenziali beneficiari pari a oltre 700mila famiglie, per un totale di 2,5 milioni di persone”.
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Al via dal 1 dicembre 2017 il Reddito di inclusione, la nuova misura di contrasto alla povertà introdotta su scala nazionale, riservata a nuclei familiari in stato di estremo bisogno (ecco i requisiti e i contributi previsti).
La classifica delle Regioni più bisognose
Sono oltre 75mila (per l’esattezza 75.885) le domande di Reddito di Inclusione trasmesse all’Inps dai Comuni italiani tra il 1° dicembre 2017 e il 2 gennaio 2018. Per la nuova misura unica nazionale, operativa dal 1° gennaio di quest’anno, il maggior numero di richieste si registra finora in Campania, con 16.686 domande presentate (22%), e in Sicilia, con 16.366 (21,4%). A seguire la Calabria, con 10.606 richieste (14,0%).
Superiori alle 5mila le domande trasmesse da Lombardia e Lazio, rispettivamente 5.338 (7,0%) e 5.237 (6,9%). Poche domande da Puglia, Trento e Bolzano. Agli ultimi posti della graduatoria diffusa dall’Inps si piazzano la Puglia (che ha da poco attivato una misura simile: il Reddito di Dignità, ReD) e la Provincia Autonoma di Trento.
Un aiuto su due piani
Il Reddito di inclusione (Rei, in sigla) – ricorda l’Inps – ha lo scopo di fornire due tipi di sostegno ai nuclei familiari in situazione di difficoltà: un beneficio economico (erogato tramite una carta prepagata ) e una presa in carico socio-assistenziale da parte dei servizi sociali comunali.
Le domande: quando, dove e come
Il Reddito di inclusione (Rei, in sigla) viene erogato a partire dal primo gennaio 2018. Le domande devono essere presentate esclusivamente in formato cartaceo presso i comuni di residenza (o nel comune di riferimento, nel caso di comuni associati.).
Per indirizzi e orari, variabili da città a città, il consiglio è quello di telefonare ai centralini o di consultare i siti web ufficiali. Saranno poi gli stessi uffici comunali a trasmettere all’Inps le richieste ricevute, attraverso canali web (sito internet www.inps.it).
Attenzione. Il Rei sostituirà il Sia, il Sostegno di inclusione attiva, e l’assegno di disoccupazione Asdi. Ma chi alla data del primo dicembre 2017 sta ancora ricevendo il Sostegno per l’inclusione attiva – precisa sempre l’Istituto nazionale di previdenza – potrà presentare immediatamente domanda di Rei o decidere di presentarla al termine della percezione del Sia, “senza che dalla scelta derivi alcun pregiudizio di carattere economico”. In parole povere, non ci si rimetterà nemmeno un euro.
I beneficiari saranno contattati dai comuni
I comuni territorialmente competenti, appena arriveranno i nulla osta dall’Inps, contatteranno ad una ad una le famiglie destinatarie del Rei. Il passo successivo sarà la definizione e la sottoscrizione di progetti personalizzati, finalizzati alla tutela dei figli (dove ci sono), al reinserimento lavorativo e all’uscita dal circuito di povertà e marginalità. Solo seguendo i percorsi messi a punto dagli operatori comunali, ecco la clausola base, si avrà diritto a percepire l’aiuto economico.
I requisiti richiesti
I fondi a disposizione sono limitati. Non basteranno per tutte le persone e le famiglie bisognose. Il filtro principale, per la selezione dei destinatari degli aiuti, è legato al reddito. Il nucleo familiare del richiedente, in particolare, dovrà avere un Isee in corso di validità non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, sotto i 20.000 euro. Ferme restando queste condizioni, il Rei sarà compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa. Non potrà invece sommarsi alla contemporanea fruizione, da parte di un qualsiasi membro della famiglia, della Naspi o di un altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione. La priorità, nell’assegnazione del Rei, sarà data ai nuclei con figli minorenni o disabili, con donne in gravidanza o con componenti disoccupati che abbiano compiuto 55 anni.
Contributo erogato e durata
Il beneficio economico erogato dall’Inps sarà concesso per un massimo di 18 mesi (con 6 mesi di pausa prima di poter poi ripresentare richiesta). L’ammontare dell’importo verrà correlato al numero dei componenti del nucleo familiare e non può superare quello dell’assegno sociale. In soldoni, si andrà da 187 euro al mese (per i single) a 485 euro (famiglie con 5 o più componenti).
Modalità e benefit
La carta prepagata Rei, la forma scelta per erogare l’aiuto, funzionerà come una normale carta di pagamento elettronica. Il 50 per cento dell’importo stabilito potrà essere ritirato in contanti, il resto sarà utilizzabile per la spesa e per pagare le bollette. La tesserà dovrebbe inoltre dare diritto allo sconto del 5 per cento sugli acquisti in negozi e farmacie convenzionate.
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