Novità in arrivo per 650mila famiglie. La legge di Bilancio ha modificato il sistema di esenzione e le agevolazioni per gli studenti di università statali, accademie di belle arti pubbliche, conservatori non privati. E’ entrata in vigore la “no tax area”, attiva dall’anno accademico che sta per cominciare (2017-18). I ragazzi e le ragazze con un Isee familiare inferiore a 13mila euro (soglia elevata da qualche singola università) saranno esonerati completamente dal pagamento delle tasse statali di iscrizione. Dovranno versare “solo” le imposte regionali (140 euro la media) e il bollo (16 euro).
Altre agevolazioni per le famiglie
Per gli studenti con Isee tra i 13mila e i 30mila euro, altra novità, il contributo richiesto non potrà superare il 7 per cento della quota Isee eccedente 13mila euro: con un Isee di 20mila euro, ad esempio, la retta non andrà oltre i 490 euro (il 7 per cento di 7mila euro, la differenza). Per mantenere l’esenzione negli anni successivi a quello dell’immatricolazione, per il quale non ci sono limitazioni legate al merito scolastico, bisognerà dimostrare di essere in corso (iscritti per la durata normale del corso di studio, aumentata di un anno) e di aver raggiunto un certo numero di crediti formativi.
Attenzione ai crediti da maturare
In caso di iscrizione al secondo anno accademico servono almeno 10 crediti maturati entro il 10 agosto. Per le annualità successive sono richiesti almeno 25 crediti nei dodici mesi antecedenti la data del 10 agosto che precede l’iscrizione.
Per chi ha un reddito familiare sotto i 30mila euro e raggiunge il numero minimo di crediti annui, però risulta fuori corso, gli importi da pagare non dovranno essere più alti di quelli calcolati negli altri casi e aumentati del 50 per cento (con un minimo di 200 euro). Traduzione in soldoni. Lo stesso studente con Isee da 20.000 euro, iscritto al secondo anno fuori corso, fino allo scorso anno accademico avrebbe dovuto pagare 904 euro, adesso ne verranno richiesti 735 euro.
Bonus extra in singole università
All’interno del perimetro tracciato dalla manovra finanziaria, le singole università hanno qualche margine di manovra e posso aggiungere ulteriori bonus. A Bologna e a Pavia, si legge nei siti dei due atenei, “fino a 23mila euro di Isee è previsto l’esonero totale (10mila in più rispetto al parametro standard)”. L’importante è che si calcoli o ci si faccia calcolare (ad esempio dai Caf) l’Indicatore dei redditi con un po’ di anticipo. “Per ottenere il valore Isee – avvertono all’ateneo bolognese – possono essere necessarie diverse settimane”.
Altri sconti a Roma, Palermo e Genova
La Sapienza di Roma, come scrive il Sole 24 Ore, ha previsto l’esonero totale dalle tasse d’iscrizione per gli studenti meritevoli con reddito Isee fino a 14mila euro, mille euro in più rispetto a quanto stabilito dalla legge; ha introdotto sconti fino al 20 per cento per gli studenti in corso con Isee entro i 40mila euro e ha stabilito l’esonero totale dalle tasse d’iscrizione per tutti gli studenti dei dottorati.
Nel Regolamento approvato di recente dall’ateneo di Palermo, fa sapere l’ufficio stampa, “sono state rinnovate o introdotte numerose tipologie di studenti che godranno di esenzioni e riduzioni, tra cui quelle per gli studenti appartenenti a province diversa da quella di Palermo, per agevolare ‘fuorisede’, per i diplomati con voti non inferiori a 97 (in precedenza erano richieste votazioni maggiori), per le famiglie con più di un iscritto e anche per gli studenti palermitani che ‘rientrano’ in sede dopo un periodo di studio in altri Atenei. Sono state allargate anche le fasce di reddito per il diritto all’esenzione di studenti di categorie protette”.
A Genova la novità degli sconti sulle tasse universitarie coinvolge anche gli studenti lavoratori che possono già da tempo iscriversi “part-time” all’ateneo: pagheranno anche le tasse a metà, oltre a sostenere metà degli esami. L’esenzione totale, sempre nell’ateneo del capoluogo ligure, è estesa anche agli ultra 65enni.
Dove trovare le informazioni
Altre informazioni si trovano pagine web predisposte dal ministero dell’Istruzione (www.dsu.miur.gov.it) a corredo della campagna lanciata in rete. Da qui si arriva ai siti delle agenzie regionali che si occupano di diritto allo studio e alle istruzioni per chiedere e ottenere ulteriori forme di sostegno, a cominciare dalle borse di studio e dagli aiuti per alloggio e trasporti. I singoli atenei, raggiungibili utilizzando i comuni motori di ricerca, online mettono a disposizione vademecum, suggerimenti e griglie con le fasce di contributi da pagare, se non si ricade nella no tax area. Anche le associazioni di studenti sono disponibili a fornire materiali e consigli.
Commenti scettici in Rete
In rete piovono commenti da quando, mesi fa, è stata annunciata l’introduzione della no tax area. Uno degli aspetti più evidenziati è il rischio che i “soliti furbetti” possano riuscire impunemente ad abbattere gli Isee, pur avendo redditi familiari elevati e doppio o tre triple case. “L’Isee – si legge tra i post arrivati a un quotidiano nazionale – è per i furbi, gli onesti (anche per forza) ci rimettono”. Un altro lettore scrive: “… accompagnano i bambini all’asilo con i suv … non dichiarano nulla e sono nullatenenti… molte categorie autonome o professionali dedicate alla evasione fiscale, ringrazieranno…”. Un altro ancora: “Quando le leggi le fanno gli abitanti di Plutone. In una famiglia con un reddito Isee inferiore a 13 mila euro, il figlio non può andare all’università, deve andare a lavorare per tirare a campare. Se vuole laurearsi, deve andare a lavorare di notte… Fare i corsi serali”.