Le norme sul testamento biologico, fonte di dure critiche e contestazioni, dopo mesi di blocchi e rimpalli sono diventate legge dello Stato. Il Senato ha votato a favore del discusso provvedimento, con una maggioranza trasversale: 180 sì, 71 no, 6 astenuti, applausi e commozione in aula. Esultano associazioni e comitati, parlando di scelta di civiltà. Le opposizioni non depongono le armi e tornano alla carica.
Nel video ti illustriamo i punti principali della nuova legge.
Il consenso informato
La legge prevede che, nel rispetto della Costituzione, nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o proseguito se manca l’adesione libera e consapevole della persona interessata. Viene “promossa e valorizzata la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico, il cui atto fondante è il consenso informato”. Nella relazione di cura “sono coinvolti, se il paziente lo desidera, anche i familiari, il partner dell’unione civile, il convivente o una persona di fiducia” dello stesso malato.
Modalità e contenuti
Il consenso informato, acquisito nei modi e con gli strumenti più consoni alle condizioni del paziente, è documentato in forma scritta o attraverso videoregistrazioni o, per la persona con disabilità, con dispositivi che le consentano di comunicare. In qualunque forma espresso, è inserito nella cartella clinica e nel fascicolo sanitario elettronico. “Ogni persona capace di agire – ecco uno degli snodi del provvedimento – ha il diritto di rifiutare qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario indicato dal medico per la sua patologia o singoli atti del trattamento stesso. Ha, inoltre, il diritto di ritirare in qualsiasi momento il consenso prestato, anche quando la revoca comporti l’interruzione del trattamento”.
Nutrizione e idratazione artificiale
La legge appena approvata – passaggio delicato, sul quale ci sono state le discussioni più accese – considera trattamenti sanitari la nutrizione artificiale e l’idratazione artificiale, “in quanto somministrazione, su prescrizione medica, di nutrienti mediante dispositivi medici”. Qualora il paziente “esprima la rinuncia o il rifiuto di trattamenti sanitari necessari alla propria sopravvivenza – si prevede – il medico prospetta al paziente e, se questi acconsente, ai suoi familiari, le conseguenze di tale decisione e le possibili alternative”. E promuove ogni azione di sostegno, anche avvalendosi dei servizi di assistenza psicologica.
Dalla parte dei minori
Per quanto riguarda gli under 18, che devono essere aiutati a comprendere la situazione e coinvolti, “il consenso è espresso dai genitori esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore o dall’amministratore di sostegno, tenuto conto della volontà della persona minore”.
Le disposizioni anticipate di trattamento
Questo, sul testamento biologico, è un altro passaggio delicato. Ogni “persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso ‘disposizioni anticipate di trattamento’, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali”. Queste istruzioni (le dat, in sigla) sono revocabili e risultano vincolanti per un medico, “in conseguenza di ciò esente da responsabilità civile o penale”. Devono essere espresse con un atto pubblico o con una scrittura privata, con la sottoscrizione autenticata da un notaio, da un altro pubblico ufficiale o da un medico dipendente del Servizio sanitario nazionale o convenzionato. Nel caso in cui le condizioni fisiche del paziente non lo consentano, possono essere manifestate attraverso un messaggio videoregistrato. In situazioni di emergenza o di urgenza, “la revoca può avvenire anche oralmente davanti ad almeno due testimoni”.
La nomina di un fiduciario
Un malato può indicare una persona di sua scelta, il fiduciario, che ne faccia le veci e la rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie. Il “portavoce” designato , che può accettare o rifiutare la nomina, deve essere una persona maggiorenne e capace di intendere e di volere.
La pianificazione delle cure
Nella relazione tra medico e paziente “rispetto all’evolversi delle conseguenze di una patologia cronica e invalidante, o caratterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta, può essere realizzata una pianificazione delle cure condivisa tra il paziente e il medico”. I camici bianchi e le equipe sanitarie sono tenuti ad attenersi a quando è stato concordato, anche quando il paziente non è in grado poter esprimere il proprio consenso o si trova in condizioni di incapacità.
Terapia del dolore e divieto di ostinazione
Il medico deve adoperarsi per alleviare le sofferenze del paziente, anche con l’erogazione di cure palliative. Nei casi di prognosi infausta a breve termine, o nell’imminenza del decesso, è previsto l’obbligo di “astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati”. In particolare, in presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari, il medico può ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua associata alla terapia del dolore.
Validi i vecchi biotestamenti
Ai documenti stilati per esprimere le volontà di una persona rispetto a terapie e cure, atti depositati presso il comune di residenza o presso un notaio prima, la nuova legge si applica in toto.
Commenti positivi e critiche
Da destra piovono critiche, da sinistra arrivano commenti positivi. Il presidente del consiglio Paolo Gentiloni twitta: “Biotestamento. Dal Senato via libera a una scelta di civiltà. Un passo avanti per la dignità della persona. Sono molto soddisfatto”. Per la presidente della Camera, Laura Boldrini, l’approvazione della legge è “un importante e positivo atto di responsabilità del Parlamento. D’ora in poi i malati, le loro famiglie, gli operatori sanitari saranno meno soli in situazioni drammatiche”. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, parla di “un provvedimento a lungo atteso che ha generato un ampio e acceso dibattito, sia tra le forze politiche sia nell’opinione pubblica: ciascun gruppo parlamentare e ciascun senatore ha espresso con forza i propri convincimenti e ogni posizione – sottolinea – merita il più profondo rispetto, nella consapevolezza che quando si esaminano tematiche così dense di significati, di dolore e di speranza, a guidarci devono essere la reciprocità e l’ascolto”.
“Prossimo passo: legalizzare l’eutanasia”
Festeggia anche l’associazione Luca Coscioni, chiedendo che in futuro si faccia un ulteriore passo avanti: “Il Parlamento italiano – dicono in un comunicato Filomena Gallo e Marco Cappato – ha trasformato in legge ciò che la giurisprudenza aveva gradualmente negli ultimi anni riconosciuto, grazie alle lotte di Piero Welby, Peppino Englaro, Giovanni Nuvoli, Paolo Ravasin, Max Fanelli, Dominique Velati, Valter Piludu, Davide Trentini, Fabiano Antoniani e altri malati che hanno deciso di non subire una condizione divenuta di tortura. Da oggi il diritto costituzionale a sospendere le cure, e a farlo anche attraverso un testamento biologico, è immediatamente applicabile senza bisogno di lunghi e costosi ricorsi giudiziari”. E ancora: “Proprio in un momento di credibilità minima delle istituzioni democratiche, possiamo a maggior ragione dire: viva il Parlamento della Repubblica, che ha saputo ascoltare un’esigenza sociale diffusa. Fatto il testamento biologico, il nostro obiettivo per la prossima legislatura è quello di consentire libertà di scelta anche a quei malati che – pur sottoposti a sofferenze insopportabili e malattie irreversibili – non sono ‘attaccati a una macchina’ e non hanno terapie vitali da poter sospendere. Per loro, l’unica possibilità di interrompere una condizione di tortura è quella della legalizzazione dell’eutanasia. Ci batteremo perciò per l’approvazione della nostra legge di iniziativa popolare per l’eutanasia legale, depositata 4 anni e mezzo fa e mai discussa in aula”.
Bordate invece dal fronte del no
Il capogruppo di Idea, Gaetano Quagliarello, tuona: “Questa non è una legge sul testamento biologico ma ‘la via italiana all’eutanasia’, che ha il nostro fermo dissenso oggi, con numeri purtroppo insufficienti, e lo avrà domani, quando un nuovo Parlamento vedrà ribaltati i rapporti di forza e una maggioranza di centrodestra metterà immediatamente riparo alle grandi storture di questo testo”. Critico anche Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Ap-Centristi per l’Europa-Ncd: “Si è persa l’occasione per fare una buona legge”. Per il collega Maurizio Sacconi quello dell’approvazione è “un brutto giorno”. Francesco Storace, del Movimento nazionale per la sovranità, incalza: “Una legge per morire. Già c’era una legge per abortire”. La Conferenza episcopale italiana, riporta Repubblica.it, parla di norme con molte incertezze e “poco efficaci nella tutela dei sofferenti”.