La trasmissione di Report su Rai Tre del 17 aprile verrà ricordata per le polemiche che ha suscitato il servizio dal titolo “Reazioni avverse”. Le tematiche affrontate? Il vaccino contro il Papilloma virus o Hpv, gli eventuali effetti avversi e come funziona la Rete nazionale di farmacovigilanza. Insomma, argomenti complessi che “possono sgretolare in un istante anni di lavoro per impostare una corretta informazione”, per riprendere quanto ci ha detto al telefono Tiziana Lazzarotto, microbiologa del policlinico Sant’Orsola di Bologna e membro del direttivo Amcli (l’associazione che riunisce i microbiologi).
Senza entrare nelle polemiche, proviamo a riportare ordine nelle varie affermazioni con l’aiuto di Lisa Licitra, responsabile della Struttura semplice dipartimentale di oncologia medica tumori testa-collo della Fondazione Irccs, Istituto dei tumori, Milano e con Tiziana Lazzarotto.
Quali sono i vaccini disponibili?
In base al nuovo Piano nazionale prevenzione, il vaccino prevede due dosi fino a 13-14 anni e tre dosi oltre questa età. Al momento non è contemplata la possibilità di sottoporsi a un richiamo: i ricercatori hanno evidenziato che il vaccino induce una risposta immunitaria forte e rapida in caso di esposizione simulata a questi virus. In pratica, ha dimostrato di poter continuare a difendere l’organismo anche nel lungo termine.
I vaccini disponibili oggi sono due: bivalente che è efficace contro i tipi 16 e 18 e quadrivalente utile contro i tipi 6, 11, 16 e 18. C’è molta attesa però per il vaccino nona valente che sta per arrivare proprio in questo periodo. Rispetto agli altri, questo è attivo verso i ceppi 6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52, 58 e garantirà una protezione pari a oltre il 90% contro le forme tumorali Hpv-correlate.
Ci sono prove che il Papilloma virus provochi i tumori orofaringei?
Nel mondo Occidentale il numero dei casi e quello dei decessi per tumore della cervice continuano a diminuire grazie soprattutto all’introduzione del Pap-test: in Italia ogni anno si manifestano circa 3.500 nuovi casi, mentre una donna su 10.000 riceve una diagnosi di tumore della cervice in forma avanzata.
Cambia lo scenario invece nel caso dei tumori del cavo orale e dell’orofaringe. Qui l’infezione da Papilloma virus ha un ruolo cruciale: al momento è la causa di circa un tumore orofaringeo su 3 in Italia, e i dati stanno crescendo. L’augurio è di non arrivare ai dati americani: il 70% dei tumori orofarigei è dovuto all’Hpv. La ragione di questo aumento, che coinvolge anche gli uomini? La pratica del sesso orale, come ha dimostrato anche una ricerca pubblicata su Jama Oncology. Per la prima volta i ricercatori americani hanno dimostrato che il rischio di sviluppare questa forma tumorale è 22 volte superiore per chi ha questo virus rispetto a chi non ce l’ha.
Il vaccino provoca gli effetti collaterali che si sono lamentati in Danimarca?
In Danimarca circa 1.300 ragazze e giovani donne vaccinate per l’Hpv si sono rivolte a centri specializzati nel Paese perché soffrivano della sindrome dolorosa regionale complessa, un dolore cronico agli arti, oppure della sindrome di tachicardia posturale, che si manifesta quando la frequenza cardiaca aumenta in modo anomalo al passaggio dalla posizione seduta a quella eretta. Da questo caso, la richiesta di una revisione da parte dell’Ema, l’Ente europeo dei farmaci. L’analisi è durata circa 18 mesi e sono state prese in considerazione oltre 80milioni di ragazze di tutto il mondo, sottoposte alla vaccinazione: dai risultati non è emersa nessuna relazione tra la vaccinazione e l’inizio delle sindromi. Ora si parla anche di concentrazione di metalli pesanti nei vaccini: la mancanza di informazioni sulle reali percentuali contenute non gioca certo a favore di una informazione chiara e non getta le basi per poter avviare un concreto approfondimento.
I maschi sono portatori sani di Papilloma virus?
Nel caso dei maschi ci sono ancora parecchi luoghi comuni. In molti pensano ancora che sia un problema serio solo per la donna, mentre l’uomo sia un portatore sano, o al limite un untore. Ma non è così: neppure lui è esente da rischi per la salute. A sottolineare l’importanza della vaccinazione anti Hpv per i maschi è uno studio apparso di recente sulla rivista scientifica Jama oncology. Gli esperti hanno sottoposto a un’analisi circa duemila uomini tra i 18 e i 59 anni, per la ricerca dei tipi di papilloma virus più comuni. E’ emerso che in oltre il 45% dei casi era presente un’infezione, provocata in circa la metà dei casi da uno dei ceppi a più alto rischio oncogeno.
Chi non si vaccina come può proteggersi dal Papilloma virus?
Chi non si sottopone alla vaccinazione però ha ancora di più l’obbligo di seguire le regole di prevenzione. La caratteristica del papillomavirus è che l’infezione si trasmette per via sessuale attraverso rapporti non protetti. Per questo è necessario migliorare l’informazione soprattutto tra i giovani: anche se non protegge completamente dalla possibilità di infezione, il profilattico rimane un’insostituibile barriera protettiva. Va utilizzato però anche durante i preliminari e nel caso di rapporti anali. Va sottolineato infine che esiste la possibilità di infezione nel caso di rapporti orali oppure manuali.