Il 4 marzo 2018 si voterà alle elezioni politiche per rinnovare i seggi del Parlamento. Si useranno per la prima volta, dopo più di dieci anni, una nuova legge elettorale, una nuova scheda e un nuovo metodo per votare. Qui trovi una breve guida al nuovo sistema di voto e una spiegazione di cosa succede a seconda di come votiamo. E ti diamo i consigli per evitare di fare errori che potrebbero invalidare il voto.

Il sistema elettorale. Il nuovo sistema prevede un “premio di governabilità” al partito o alla coalizione in grado di raggiungere il 40% dei voti assegnandogli il 55% dei seggi di Camera e Senato. Se nessuno dovesse farcela, i seggi verranno assegnati con un sistema in parte maggioritario e in parte proporzionale.

La Camera. Alla Camera ci saranno 232 collegi uninominali, in cui ogni partito o coalizione presenterà un solo candidato. Sarà eletto chi vincerà anche solo di un voto sugli avversari. Per l’assegnazione degli altri 386 seggi si utilizza il metodo proporzionale: ogni partito o coalizione eleggerà un numero di deputati proporzionale ai voti ottenuti. I restanti 12 membri verranno eletti, con il maggioritario, nelle circoscrizioni estere.

Il Senato. Al Senato le cose funzioneranno in modo analogo: i collegi uninominali saranno 102, i collegi del proporzionale 207, e i seggi degli eletti all’estero 6.

Le schede. Al seggio riceverai una sola scheda per la Camera e, se hai più di 25 anni, una sola scheda per il Senato. Se sei residente in Lazio o Lombardia, riceverai anche una scheda per il rinnovo degli organi regionali.

Come si vota per le politiche. Si possono fare al massimo 2 segni sulla scheda: puoi barrare il nome del candidato al collegio uninominale che preferisci e poi scegliere una delle liste che lo appoggiano e che hanno, all’interno di un riquadro, i nomi degli altri candidati che corrono con il sistema proporzionale.

Il voto. Su entrambe le schede che riceverai al seggio elettorale si possono fare al massimo 2 segni sulla scheda: si può barrare il nome del candidato al collegio uninominale che preferiamo e poi scegliere una delle liste che lo appoggiano. Quindi i due segni devono essere fatti nella stessa area: non è possibile il voto disgiunto, mentre chi traccia un solo segno “trascina” automaticamente il proprio voto rispettivamente sul candidato o sulle liste.

Preferenze. Per Camera e Senato l’ordine dei candidati al proporzionale di ogni lista (da 2 a 4) è predeterminato e prestampato, dunque non si possono esprimere preferenze: i parlamentari verranno eletti, a seconda dei voti ricevuti dalla loro lista, esattamente in quell’ordine.

Come si vota per le regionali. Qui è ammesso il voto disgiunto: potrai quindi votare un candidato alla presidenza della regione e scegliere se accordare la tua preferenza a una delle liste che lo appoggiano o a una appartenente a uno schieramento diverso. Puoi anche votare solo una lista, e in questo caso il voto andrà automaticamente anche al candidato governatore.

Quote rosa in Regione. Se sei residente in Lombardia e Lazio, riceverai un’altra scheda per il rinnovo dei consigli regionali. Qui potrai esprimere 1 o 2 voti di preferenza, ma nel secondo caso indicare obbligatoriamente un uomo e una donna. Se non lo fai la seconda preferenza verrà annullata.