Avversione per i calcoli, brutti ricordi delle ore passate a risolvere equazioni e la convinzione di essere negati: sono alcuni dei sintomi della “matofobia”, la paura della matematica, una vera e propria malattia di cui molti italiani sembrano essere affetti. Secondo la pagella dell’Ocse, che misura i livelli di apprendimento degli studenti di oltre 80 Paesi, i ragazzi italiani sono riusciti a strappare la sufficienza solo nel 2015, dopo 15 anni di bocciature ininterrotte.
Adesso, però, è meglio sbrigarsi a cambiare rotta: Career- Cast, il portale americano per l’impiego online, ha decretato le Stem (ovvero scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) professioni del futuro. E il matematico è nella top ten dei migliori lavori del 2017. A dirla tutta nella classifica ci sono altre 3 professioni basate su numeri e calcoli: lo statistico, l’analista di ricerca e il big data scientist, ovvero il “mago” che analizza, elabora e interpreta enormi quantità di dati utili alla definizione delle strategie aziendali. Un lavoro da oltre 100.000 euro l’anno, eletto dall’Harvard Business Review “professione più sexy dei prossimi 10 anni”.
Chi ricerca la laurea in matematica
Banche, assicurazioni e finanza
«Oggi gli sbocchi professionali per i laureati in Matematica non si fermano ai vecchi stereotipi della ricerca o dell’insegnamento» dice Massimo Ferri, professore di Geometria all’università di Bologna e autore di un blog sul tema su www.ilfattoquotidiano.it. «I neodottori sono corteggiati da banche, assicurazioni, società di consulenza. La formazione scientifica è ricercatissima nel ramo finanziario, in settori che vanno dalla valutazione dei modelli di derivati alla ricerca quantitativa per gruppi bancari». Anche un colosso come McKinsey include il titolo quinquennale in matematica come background alternativo alle discipline economiche per candidarsi al ruolo di business analyst.
Aziende e ospedali
«Le imprese stanno realizzando che attraverso la matematica si riducono i tempi e i costi alla base dell’innovazione» spiega Ferri. «E le conoscenze di matematica pura si applicano sempre più ai servizi per le aziende: per esempio, gli algoritmi di ottimizzazione della turnistica negli ospedali».
Chi è il matematico oggi
Anche il cliché dei matematici secchioni e sfigati è da archiviare: «In realtà, sono persone estremamente duttili e fantasiose» spiega Paola Morando, professore associato di Fisica Matematica all’università Statale di Milano. «Lo studio della matematica esalta le capacità logico-deduttive e stimola a inventare soluzioni nuove. Inoltre, è un eccellente allenamento al problem solving nella vita reale. In matematica non sai mai a priori se un risultato sia vero o falso: bisogna scontrarsi con le difficolta insite nella materia e non abbattersi se non si riesce immediatamente a risolvere il problema». Versatilità, tenacia e capacità di confrontarsi con le sfide sono requisiti richiestissimi nel mondo del lavoro di oggi. E i dati dell’ultimo rapporto AlmaLaurea lo dimostrano. Numeri allettanti anche per chi odia la matematica.
81% la percentuale di laureati in Matematica che trova lavoro entro 1 anno dalla fine degli studi universitari
86% la percentuale di dottori in Matematica che è assunta entro 5 anni dalla laurea
1.531 euro lo stipendo mensile in euro dei neodottori in Matematica
1.350 euro lo stipendio medio in euro dei neolaureati nel nostro Paese.
(fonte: Rapporto Almalaurea 2017)