Dress code: black. E così sul red carpet dei Golden Globe a Los Angeles le star si sono impegnate a rispettare la regola. I riconoscimenti ai protagonisti di cinema e televisione che vengono da sempre considerati l’anticamera agli Oscar, giunti alla loro 75esima edizione, hanno segnato un momento di svolta nel mondo dello spettacolo. In segno di rispetto e sostegno per il movimento Time’s Up, nato dopo lo scandalo Weinstein al grido de “È ora di cambiare, i tempi sono maturi“, la serata è stata dedicata interamente ai diritti delle donne, per una maggiore equità professionale, salariale e contro le molestie perpetrate per anni in silenzio e ora finalmente dichiarate.
Ma se il dress code scelto per la serata è stato rispettato da tutte, per quanto riguarda il colore, non si può dire lo stesso per il rigore e la sobrietà che erano stati caldamente suggeriti: il Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills si è sì vestito a lutto per protestare contro le violenze sessuali a Hollywood ma tra gioielli eccentrici, abbondanti piume, ricami, trasparenze hot, strascichi e scollature esagerate.
Sobri e non eccessivi per protesta, era la parola d’ordine. L’outfit scuro annunciato dal movimento Time’s Up è stato rispettato e chi aveva scelto un look ‘alternativo’ ha dovuto cambiare mise all’ultimo minuto. La maggior parte delle dive ha sfilato in maniera elegantemente sofisticata, chic e raffinata perché, diciamolo, il black è sempre chic. Ma c’è sempre l’eccezione che conferma la regola: poco apprezzato il corto e trasparente (eccessivo!) dell’ex Bond Girl Halle Berry, esattamente come le scollature vertiginose di Catherine Zeta-Jones, Sharon Stone, Geena Davis e Kate Hudson.
Noi sul podio mettiamo la splendida Nicole Kidman, elegante, glamour e sempre impeccabile; Alison Brie, perchè incarna perfettammente la principessa moderna; e Claire Roy, per aver saputo con orgoglio sdrammatizzare il ‘black carpet’.