Il via libera al vaccino per gli adolescenti da parte dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco, è atteso per il 28 maggio, dopo che il vaccino Pfizer è già stato autorizzato negli Stati Uniti dalla Food and Drug Administration (FDA). Si tratta della fascia tra i 12 e i 15 anni, come confermato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che lo indica come strumento importante in vista della ripresa della scuola dopo l’estate. Non mancano i dubbi da parte di alcuni genitori, ai quali risponde l’esperto, Rocco Russo, responsabile del tavolo vaccinazioni della Società italiana di Pediatria (SIP).
1 Come funziona: quali dosi e quanti richiami?
Il vaccino Pfizer per i 12-15enni sarà lo stesso nella composizione e nella dose, rispetto a quello già somministrato agli adulti: «Il protocollo di somministrazione è lo stesso, anche perché in genere le vaccinazioni in età pediatrica prevedono dosi da 0,5 ml. Nel caso di Pfizer gli studi sono stati fatti su un dosaggio da 0,3 ml, anche per gli adulti – spiega Russo – Anche l’intervallo di tempo tra la prima e la seconda dose sarà identico perché la risposta anticorpale degli adolescenti non si discosta sostanzialmente da quella degli adulti».
2 Cosa si sa di possibili effetti a lungo termine?
Al momento i dati indicano che le probabilità di eventi avversi negli adolescenti sono identiche a quelle degli adulti. Ma cosa si sa di possibili effetti a lungo termine? «Questo timore appare infondato: non ci sono studi che lo supportino. Al contrario è emerso che il virus Sars-Cov2, molto aggressivo, può avere effetti sul Dna del soggetto infettato. Paradossalmente, quindi, la malattia da coronavirus è molto più pericolosa rispetto a un vaccino, seppure a Rna messaggero, come qualcuno teme. Il coronavirus può avere una maggiore interferenza sui meccanismi genetici dei soggetti che infetta, secondo quanto emerso da un lavoro pubblicato su una rivista scientifica. Va quindi chiarito che l’Rna messaggero è un mero vettore: è come se si trattasse di una busta che consente di recapitare una lettera, senza poterla però scrivere» spiega Russo.
3 A cosa serve vaccinare i più giovani?
Se finora è stato dimostrato che il Covid colpisce meno, in modo meno grave o asintomatico, i più giovani, perché vaccinarli? «Il motivo è di sanità pubblica. Non dimentichiamoci che stiamo giocando una guerra, con molte battaglie da portare avanti. La prima era tutelare i soggetti fragili, poi gli operatori sanitari, poi man mano le altre categorie. Il concetto è che se scoppia un incendio in una casa di legno, non possiamo limitarsi a spegnere le fiamme in camera da letto, senza occuparci della cucina. Nello stesso modo, non possiamo escludere una fascia di popolazione come i giovani» spiega l’esperto.
4 Con la vaccinazione ai giovani si raggiungerà l’immunità di gregge?
Perché si raggiunga l’immunità di gregge o di popolazione occorrerà arrivare a vaccinare tutti o almeno una percentuale elevata (almeno il 70%). Questo appare uno dei motivi per cui si sollecita la vaccinazione degli adolescenti, ma non solo: «Nella fascia pediatrica non si vaccina solo perché il virus non faccia vittime, anche se si deve tenere presente che è vero che i più giovani possono contare su un sistema immunitario più forte, ma non conosciamo potenziali danni del Sars-Cov2 a lungo termine. Lo scopo è quello di non lasciare fasce di popolazione nelle quali il virus possa annidarsi per poi tornare a colpire» spiega l’esperto.
5 Il vaccino servirà a evitare nuove varianti?
«Di fatto sì, perché più ne riduciamo la circolazione, anche nei giovani, meno possibilità di replicarsi avrà e dunque anche di generare varianti. Ad oggi non sappiamo come o se si svilupperanno mutazioni nuove né che interazioni potrebbero esserci con i giovani».
6 I ragazzi vaccinati potranno non indossare la mascherina?
«Se bloccheremo la circolazione del virus, paradossalmente potremmo anche permetterci di allentare le misure di contenimento del virus, come l’uso della stessa mascherina, ma occorre avere con la stessa mascherina, ma dobbiamo avere alti livelli di copertura vaccinale. Detto questo, penso che sia come quando ci si lancia nel vuoto: anche se di sotto ci fosse un materasso, sarebbe meglio usare un paracadute, quindi non abbassare la guardia» spiega il pediatra.
7 Perché il vaccino servirà a scuola?
«Aumentare il numero di persone immunizzate, anche a scuola, aiuterà a ridurre la circolazione del virus con tutte le conseguenze del caso» spiega ancora il pediatra, con riferimento ai possibili focolai, quarantene e isolamenti preventivi tra gli studenti.
8 Il vaccino per i ragazzi potrebbe diventare obbligatorio a scuola?
«Mi auguro che non si arrivi all’obbligo vaccinale scolastico, perché è vero che porta benefici, ma rappresenta sempre una sconfitta per noi, come personale sanitario, perché significa che non siamo stati in grado di spiegare l’utilità del vaccino. Anche per i genitori sarebbe preferibile non dover fare i conti con un’imposizione del genere» spiega l’esperto.
9 Potrebbe essere richiesto il vaccino per fare sport?
Così come sarà richiesto il Green Pass o certificato sanitario verde per l’accesso ad alcune strutture per gli adulti, potrebbe accadere che una società sportiva richieda la vaccinazione per iscriversi? Ad oggi è evidente che c’è una situazione di disparità tra gli adulti che possono vaccinarsi, e dunque assistere a particolari eventi, e i più giovano che finora non hanno potuto contare su un vaccino. Esiste poi anche un discorso di opportunità: «È chiaro che se una squadra, ad esempio di calcio, mira a una sorta di immunità di società potrebbe essere che lo richieda. Il vantaggio sarebbe quello di avere una maggiore copertura vaccinale, con minori rischi per tutti, perché se sono in pochi ad aver ricevuto il siero l’efficacia si riduce. Ma prevederne l’obbligatorietà è difficile da dire ora» spiega Russo.
10 Senza vaccino si dovrà ricorrere al tampone a scuola?
Sempre pensando a una ripresa scolastica più regolare, è ipotizzabile che chi non si vaccina debba sottoporsi a tampone? «Se ne sta discutendo, ma si tratta di interventi differenti: il tampone serve per garantire un tracciamento a fini diagnostici, mentre il vaccino è uno strumento di prevenzione» conclude l’esperto.
11 Quando arriverà un vaccino per i bambini più piccoli?
«Per ora la FDA ha approvato per la fascia 12-15 anni, ma si attendono i dati degli studi in corso anche su una fascia d’età inferiore, per poter abbassare proprio l’età di somministrazione ai bambini più piccoli. Quando sarà il momento, i genitori avranno indicazioni dagli organi regolatori con le raccomandazioni del caso».