Succede ogni 4 anni. Ogni volta che ci sono i Mondiali di calcio. Smettiamo di essere bianconeri e giallorossi, granata e blucerchiati, per diventare solo Azzurri. Dimentichiamo, o quasi, la squadra del cuore, in cui ci siamo identificati per i precedenti 3 anni e 11 mesi (sentendoci tutt’uno con chi ha la nostra stessa fede e altro da quelli che hanno la sventura di tenere per qualsivoglia avversario). E per 4 settimane tifiamo per un’unica grande squadra: la Nazionale.
C’è chi la definisce, con sufficienza, grande sbornia collettiva. Chi, parafrasando Marx, chiama in causa l’effetto oppio-dei-popoli. Ma sentendo le urla di gioia nel cuore della notte dopo la vittoria con l’Inghilterra, e vedendo sventolare le bandiere tricolori su tanti balconi del mio quartiere in attesa della partita di stasera contro la Costarica, inizio a pensare che oltre il calcio ci sia di più. Specialmente quest’anno. Come se tifando per la Nazionale volessimo, tutti insieme, tifare per l’Italia intera.
Un’Italia intrappolata tra crisi dell’economia e scandali della politica. Dove 4 milioni e mezzo di famiglie non arrivano a fine mese, mentre la corruzione brucia 60 miliardi di euro all’anno. Dove il 35% dei ragazzi tra il 15 e i 29 anni non studia né ha un impiego, e intanto scoppiano, senza soluzione di continuità, il caso Expo e lo scandalo Mose.
Eppure questa Nazionale, formata da cittadini di seconda generazione, mariti divorziati, padri separati, è lo specchio di un Paese reale che dimostra di essere più avanti di quello a cui siamo abituati (come abbiamo raccontato qui su Giorni Moderni). E mi piace pensare che l’affetto con cui la stiamo seguendo in milioni sia il simbolo di quanto noi siamo, e vogliamo essere, orgogliosi di questa Italia. In campo e fuori. Nonostante la crisi e gli scandali.
Mi ritorna alla memoria una frase che ho letto qualche tempo fa. Non ricordo chi l’avesse pronunciata. Ma ciò che conta sono le parole.
La crisi sta sopra le nostre teste, però non dobbiamo dimenticare tutte le cose che siamo bravissimi a fare.
E allora, voglio provare a ricordarle, le ragioni per cui noi italiani dobbiamo essere orgogliosi del nostro Paese. A partire dalla Nazionale e, allo stesso tempo, oltre la Nazionale. Ve le elenco in ordine sparso, a mano a mano che mi vengono in mente…
- 1. Gomorra (concedetemi un po’ di orgoglio napoletano…).
2. Enrico Berlinguer.
3. Rita Levi Montalcini.
4. La sentenza della Corte costituzionale che ha reso possibile la fecondazione eterologa in Italia.
5. La Nutella.
6. La Grande bellezza.
7. Papa Giovanni XXIII.
8. La gente di Lampedusa che accoglie i migranti.
9. La Cappella Sistina.
10. Umberto Veronesi.
11. Il caffè espresso.
Mi fermo qui, a 11, come gli Azzurri in campo. Mi piacerebbe che foste voi a completare la lista. Fino a 23, come la Nazionale al completo. O anche oltre. Perché sono convinta che ognuno di noi ha un motivo per cui è orgoglioso di essere italiano. E che tutti insieme formiamo un Paese migliore di quello che raccontano. Vi va di aiutarmi?