Milano si prepara a diventare una città smoke free, senza più fumo di sigarette anche in luoghi aperti. Dal 1° gennaio 2121 scatta infatti il divieto di fumo in parchi, impianti sportivi come gli stadi e in prossimità delle fermate di tram e bus, entro i 10 metri. Lo prevede il Regolamento per la qualità dell’aria, già annunciato la scorsa primavera dal Sindaco Giuseppe Sala, e che ora ha ottenuto il via libera della Giunta comunale. L’obiettivo è ridurre l’inquinamento ambientale, che con l’inizio dell’autunno è tornato a livelli preoccupanti. Secondo l’assessore alla Mobilità, Marco Granelli, si punta anche a migliorare la salute in un momento di emergenza sanitaria, perché il PM10, ossia le polveri sottili, secondo diversi studi favoriscono la diffusione del coronavirus. In realtà il Regolamento risale al periodo pre-Covid e, per motivi burocratici, è arrivato all’approvazione soltanto adesso.
Cosa prevede il divieto antifumo
Niente più sigarette da accendere per ingannare il tempo mentre si aspettano tram o bus, e neppure se ci si trova in un parco pubblico o sugli spalti di un impianto sportivo, come lo stadio. Il divieto, contenuto nella delibera appena approvata dalla Giunta e che – salvo sorprese dell’ultimo minuto – ora otterrà il via libera anche dal Consiglio comunale, entra in vigore il 1° gennaio 2021 e segue provvedimenti analoghi già adottati in città. Per esempio, in metropolitana il fumo è vietato dal 2003 (legge Sirchia), mentre già dallo scorso anno non si possono accendere sigarette nei cortili dell’Università Statale e Bicocca.
Perché il divieto arriva adesso
Naturalmente l’entrata in vigore del divieto di fumo in piena pandemia, si presta a facili strumentalizzazioni. «Mentre a Milano i contagi salgono ogni giorno, l’economia è al collasso e il trasporto pubblico fa acqua da tutte le parti, l’Assessore alla Mobilità ha annunciato che sarà vietato ai milanesi fumare nei parchi, alle fermate dei tram e nei cimiteri. Sembra una barzelletta, ma è tristemente vero». Così ha commentato Gianluca Comazzi, consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale. D’altra parte questa norma non è del tutto una novità e non ha a che fare con il Covid. Al contrario, la Giunta Sala ci lavora da tempo e, prima ancora, l’ex Sindaco, Giuliano Pisapia, aveva iniziato con il vietare il fumo nelle aree dei parchi pubblici dedicate ai bambini. Anche per questo la delibera è stata accolta con favore dagli ambientalisti: «Vietare il fumo alle fermate dei mezzi pubblici è giusto e utile perché contribuisce in città alla formazione dello smog in misura del 5/7%» ha spiegato Carlo Monguzzi, consigliere comunale del Pd ed ex Verdi.
Pronti in arrivo altri divieti: dalle pizzerie ai fuochi d’artificio
Il testo appena approvato è contenuto nel Regolamento per la qualità dell’aria, che prevede una serie di altri interventi futuri: l’obiettivo è il divieto totale di fumo in qualsiasi luogo aperto nel 2030. Nel frattempo si intende inasprire le misure per contenere i livelli di inquinamento perché, come ricordano dal Comune, «i maggiori responsabili sono il fumo, le pizzerie con i forni a legna e gli ambulanti che mantengono ancora i motori a benzina accesi». Se per le sigarette il Sindaco Sala sottolinea il contributo allo smog cittadino, anche pizzerie, fuochi pirotecnici e, ancora di più, le caldaie hanno un ruolo importante nei livelli di inquinamento atmosferico. Per questo lo stesso primo cittadino di Milano ha già annunciato di lavorare a un piano di incentivi per la sostituzione di tutte le caldaie ancora alimentate a gasolio, stimate in 1.500, che dovrebbe scattare il 1° ottobre 2022 con un anno di anticipo rispetto al 2023 ipotizzato in un primo momento. Contemporaneamente si stanno negoziando accordi con le banche per aumentare i crediti a coloro che passeranno a sistemi di riscaldamento più green.
Le porte dei negozi
L’emergenza Covid ha invece di fatto posticipato da giugno scorso al 1° gennaio 2022 l’obbligo di chiusura delle porte dei negozi, per evitare la dispersione di calore in inverno e di fresco (da condizionatori) in estate, in modo da ridurre i consumi degli impianti di climatizzazione.
Infine, misure drastiche sono previste anche per l’utilizzo dei fuochi d’artificio e barbeque, che secondo il Regolamento sono vietati dal 1° ottobre al 31 marzo, dunque già da adesso. Entro marzo 2021, invece, dovrà essere terminato il censimento delle pizzerie con forno a legna, che da ottobre 2023 potranno usare per la cottura solo «legna certificata in classe A1», vale a dire con il minor effetto inquinante.
Milano capofila (ma non l’unica)
Il capoluogo lombardo ambisce dunque a diventare capofila tra le metropoli quanto a politiche ambientali e di riduzione dei livelli di smog, di cui soffre da anni. In realtà il divieto di fumo nelle aree verdi è già “legge” in altre città come Verona e Bolzano, altra città dove l’inquinamento rappresenta un problema cronico. A Venezia, invece, è ancora in fase di proposta l’istituzione di aree smoke free in piazza San Marco e sul Ponte di Rialto. La palma di città più green, però, spetterebbe a Napoli, dove il fumo all’aperto è stato bandito con apposita ordinanza ben 13 anni fa, nel 2007. Per i trasgressori sono previste multe fino a 500 euro.