Il 22 marzo si celebra ogni anno la Giornata mondiale dell’acqua. Ma nell’Africa sub sahariana ci sono 340 milioni di persone senza acqua da bere. Nelle campagne e nelle zone aride lontane dalle grandi città abitano circa 313 milioni di persone che non hanno accesso ad acqua pulita da bere, oltre 400 milioni che non possono contare su servizi igienici di base e oltre 500 milioni che non hanno neanche la possibilità di lavarsi le mani con il sapone nelle proprie case.

Ogni giorno in Africa milioni di donne e bambini camminano per ore alla ricerca di corsi d’acqua e ruscelli ma qui l’acqua è contaminata, portatrice di malattie. Perché senza l’acqua non c’è salute: qui un bambino su dieci muore prima dei cinque anni.

Aloyo con il suo bambino. È sposata e anche lei, come tutte le donne, deve occuparsi di procacciare
Aloyo con il suo bambino. È sposata e anche lei, come tutte le donne, deve occuparsi di procacciare l’acqua per la famiglia, con percorsi anche di chilometri più volte al giorno.

Ma senza acqua non c’è neanche cibo perché il 90 per cento delle persone vive di allenamento e agricoltura. Se non si irriga e non piove, i campi si seccano, i raccolti diminuiscono, gli animali si indeboliscono. Ad aggravare il tutto ci sono i cambiamenti climatici e l’Africa è il continente più esposto, come spiega in questo video l’attore Giobbe Covatta.

In Uganda 600mila famiglie senza servizi igienici

Avete visto Aloyo? È una delle tante donne che ogni giorno in Uganda vanno a cercare l’acqua anche 3-4 volte, sotto il sole, mentre gli uomini aspettano a casa. «La nostra sfida – racconta – è la stagione secca e la lunga distanza dalla fonte d’acqua, ma bisogna andare circa 3-4 volte al giorno, il che è molto faticoso».

L’Uganda è uno dei paesi dell’Africa subsahariana con i tassi di crescita più alti, ma rimane uno dei più poveri al mondo. Mancano importanti risorse come i servizi igienici sufficienti, l’accesso all’elettricità, la salute, il benessere, l’istruzione e la nutrizione. I servizi igienici sono ancora una grande sfida nell’Uganda settentrionale: solo il 30% delle famiglie ha servizi igienici in funzione e circa 600.000 famiglie non ne ha. In Uganda opera Amref, un’organizzazione senza fini di lucro, indipendente, apartitica e aconfessionale, attiva in 35 Paesi a Sud del Sahara, con 21 uffici dislocati nel continente africano, ma anche in USA, Canada ed Europa.


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– La giornata delle donne in Uganda si snoda tutta intorno alla ricerca dell’acqua, che è molto difficile trovare pulita e potabile.

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Il pozzo nel villaggio di Aloyo

Amref è impegnata a promuovere il diritto alla salute degli africani con progetti che coinvolgono gli abitanti delle comunità, gli operatori sanitari locali e i sistemi sanitari pubblici. Come racconta Aloyo, che vive in un villaggio dove Amref ha realizzato un pozzo. «L’acqua ci sta aiutando molto, piantiamo verdure vicino al pozzo e questo aiuta a cambiare la dieta perché la maggior parte delle famiglie qui pianta solo cereali e non verdure. Questo pozzo è usato da molte persone e la sera si affolla. Se non vai presto sotto il sole caldo, significa che non avrai acqua perché abbiamo solo una buona fonte d’acqua. Quest’acqua è buona per tutti gli usi domestici, come fare il bagno, cucinare e lavare, compresi altri usi domestici. Senza questo pozzo, staremmo ancora bevendo acqua sporca dai ruscelli che poi si seccano».

Il progetto di Amref Solar for inclusive WASH in Uganda

Questi scatti della fotografa Esther Ruth Mbabazi, realizzati proprio in Uganda, sono ripresi all’interno del progetto Solar for Inclusive WASH: un progetto finanziato dalla Fondazione Peter Wallenberg Water for All e dai comitati Water for All di Atlas Copco ed Epiroc, storiche aziende partner di Amref. L’obiettivo del progetto Solar for Inclusive WASH, uno dei tanti a cui lavora Amref, è fornire energia solare e migliori servizi idrici e igienico-sanitari a 48 comunità del distretto di Pader situato nel Nord Uganda. Grazie a questo intervento, che durerà 3 anni, aumenterà l’accesso ai servizi WASH (Water, Sanitation & Hygiene) per 5.100 alunni in 6 scuole, miglioreranno le pratiche igieniche e sanitarie per 5.100 alunni e 23.400 membri delle comunità coinvolte, e sarà garantito accesso ad acqua potabile e a servizi igienici ad un totale di circa 30.000 persone.

Come sostenere i progetti di Amref

Le donazioni si trasformano in acqua pulita e sicura da bere, in vaccini per i più piccoli, o in alimenti ad alto contenuto nutritivo per le mamme che soffrono carenze nutrizionali. Amref forma gli operatori sanitari locali, che potranno prendersi cura del loro stesso continente. Su ogni euro raccolto, 70 centesimi sono destinati alle attività sul campo e alle attività di sensibilizzazione e advocacy, mentre solo 30 centesimi vengono trattenuti per gestire la struttura e per generare la raccolta fondi che ci permette, a sua volta, di aumentare gli interventi e le azioni che portiamo avanti per la salute dell’Africa. Per informazioni: amref.it.