Una commissione scientifica internazionale composta da 40 ricercatori ha tracciato i confini oltre i quali la Terra smetterà di essere un ambiente sicuro per l’umanità. Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, i dati sarebbero preoccupanti. Su acqua, clima e aree naturali il pianeta sarebbe già oltre i limiti di sicurezza. Vicino alla soglia quelli relativi all’inquinamento atmosferico. Ciò porrebbe serie minacce per la stabilità della Terra, per gli ecosistemi e per il loro contributo vitale all’umanità.
Inclusi i parametri di giustizia ed equità
Allo stesso modo dei parametri che valutano il benessere degli ecosistemi e dei processi biofisici del nostro pianeta, l’analisi include per la prima volta anche parametri come la giustizia e l’equità.
“La giustizia è una necessità per la vita degli esseri umani sulla Terra. Prove schiaccianti mostrano che un approccio giusto ed equo è essenziale per la stabilità planetaria”, commenta Joyeeta Gupta di Università di Amsterdam, tra gli autori della ricerca. “È quindi necessaria la definizione di obiettivi giusti – dice Gupta – per prevenire danni significativi e garantire l’accesso alle risorse”.
“Violata” la maggior parte dei limiti
I ricercatori hanno stimato i limiti più sicuri per clima, biodiversità, utilizzo dell’acqua e diversi tipi di inquinamento. La maggior parte di questi risultano già violati, in modo particolare in Medio Oriente, Asia Sud-occidentale ed Europa orientale.
Dati allarmanti su acqua, clima e aree naturali intatte
Superato ad esempio il limite climatico valutato come più sicuro, fissato a un grado al di sopra dei livelli di temperatura preindustriale. Attualmente siamo siamo già a 1,2 gradi oltre quella soglia.
Superato anche il confine di almeno il 50-60% di aree naturali intatte a livello globale e del 20-25% ogni chilometro quadrato a livello locale: gli ecosistemi naturali intatti sono già scesi sotto il 45-50% e, a livello locale, oltre due terzi del suolo non rispetta la soglia considerata giusta e sicura.
Ancora, l’alterazione del flusso dell’acqua dovuto alle attività umane ha raggiunto il 34%, laddove il limite viene fissato al 20%, mentre il prelievo di acqua dalle falde acquifere è arrivato a livelli pericolosi per il 47% delle risorse d’acqua globali. Lo stesso discorso si può fare per il livello di fertilizzanti riversati nei corsi d’acqua e nei bacini, infranti per diverse sostanze.
Acqua e clima, “impatti sul benessere umano irreversibili”
“I risultati della nostra analisi sono piuttosto preoccupanti: all’interno dei fattori analizzati, diversi confini, su scala globale e locale, sono già stati superati”, afferma Johan Rockström dell’Istituto tedesco di Potsdam. “Ciò significa che, a meno che non si verifichi una trasformazione tempestiva, è molto probabile che i punti critici irreversibili e gli impatti diffusi sul benessere umano saranno inevitabili. Evitare questo scenario – prosegue il ricercatore – è fondamentale se vogliamo garantire un futuro sicuro e giusto per le generazioni attuali e future”.