Il maglione scuro è stato il suo marchio di fabbrica, tutti hanno imparato a conoscerlo in tv per la sua immagine pubblica irregolare. Irregolare rispetto a come uno si aspetta siano le imprese, la finanza, il mondo dell’auto. Sergio Marchionne, figlio di un maresciallo dei Carabinieri, è molte cose: emigrante, provinciale di successo, cosmopolita, con infanzia abruzzese, adolescenza e gioventù canadese, maturità svizzera e poi anche torinese. Tre lauree, la prima – e più amata – in filosofia. Un “marziano” per il sistema italiano, con la sua formazione internazionale. Lo accolsero con sgomento quando nel 2004, sconosciuto, diventò amministratore delegato di Fiat, dov’è rimasto per 14 anni, affrontando la crisi economica e le trasformazioni della globalizzazione. Con molte intuizioni formidabili, come il superamento delle rigidità del contratto nazionale con accordi aziendali. Solo la malattia è riuscita a fermarlo.
Addio a Sergio Marchionne
È morto, a soli 66 anni, Sergio Marchionne. Il 21 luglio, con una lettera ai dipendenti, Fca ha confermato le voci sulla sua salute e ha ridistribuito le cariche operative. Il manager era ricoverato nel reparto di oncologia della clinica universitaria di Zurigo
25.07.2018
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