C’era una volta la Lost Generation, la “Generazione perduta” della fine del 1800. Durante la Grande Depressione, fu soppiantata dalla Greatest Generation e poi dalla Generazione silenziosa, dai baby Boomer e dalle Gen X, Y e Z. Dal 2010, a dominare lo scenario c’è stata la Generazione Alfa. Ma anche questa è superata, il 2025 porta con sé un nuovo cambio generazionale: arriva la Generazione Beta, che sarà molto più tecnologica delle precedenti. Infatti, crescerà con l’intelligenza artificiale.

Generazione Beta: come sarà

La Beta durerà fino al 2039, quando sarà soppiantata da una nuova generazione le cui caratteristiche oggi facciamo fatica a immaginare. Infatti, è già difficile prevedere come saranno tra qualche anno i neonati nati all’inizio del 2025, che cresceranno nel mondo dell’intelligenza artificiale.

Se i giovani che li avevano preceduti erano “nativi digitali”, per i ragazzi della Generazione Beta sarà normale interfacciarsi con i robot umanoidi e dialogare quotidianamente con le nuove entità intelligenti. Ma a colpire è anche il fatto che il tempo del passaggio tra una generazione e l’altra sta diventando sempre più breve: se prima il cambio generazionale avveniva ogni venticinque anni, adesso ne passano dodici o al massimo quattordici.

Cambia la società

Ma che cosa determina il cambio generazionale? Di solito, sono i grandi eventi che portano a una trasformazione della società. In passato sono state le guerre mondiali o le grandi crisi economiche, come quella del 1929, a modificare i comportamenti e i modi di pensare di intere generazioni. Poi a cambiare tutto è arrivata la rete, e con Internet gli smartphone e i social network. Adesso a stravolgere tutto ci sono gli algoritmi e i modi di vivere della Lost Generation appaiono sempre più distanti, non solo nel tempo.

Una bambina studia con un robot umanoide
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Quando c’era la Lost Generation

Ma che cosa era la “Generazione Perduta”? E come erano quelle che l’hanno seguita? L’espressione “Lost Generation” fu coniata da Gertrude Stein, che la prese in prestito dal proprietario del garage parigino che custodiva la sua auto. Un giorno che un giovane meccanico non riuscì a riparare la macchina in modo soddisfacente, il proprietario del garage gridò al ragazzo: «Siete tutta una génération perdue. Tutti voi, giovani che avete prestato servizio nella guerra. Voi siete una generazione perduta».

A rendere popolare questa denominazione ci pensò poi Ernest Hemingway, che la riprese nel suo libro autobiografico Festa Mobile. Da allora l’espressione Generazione perduta è stata usata per indicare i giovani nati tra 1883 e il 1900, e in particolare i ragazzi del 1899, che compirono 18 anni sui diversi fronti della prima guerra mondiale, dove morirono più di 16 milioni di persone.

Greatest Generation: i centenari

I nati tra il 1901 e il 1927 sono invece indicati come “Greatest Generation”. Cresciuti tra la Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale, gli appartenenti a questa generazione sono i più anziani ancora al mondo, con individui che stanno superando i cento anni di vita.

Generazione Silenziosa vs Baby boomer

I loro figli, nati tra il 1928 e il 1945, costituiscono la Generazione Silenziosa, i cui valori erano legati al bisogno di stabilità dopo i periodi difficili vissuti dai loro genitori. Il loro modello di vita era più tranquillo e conservatore rispetto a quello dei figli, nati durante il Baby boom tra il 1946 e il 1964.

La generazione dei Baby Boomer ha rotto un po’ gli schemi rispetto alle tradizioni dei genitori, è ancora percepita come “conservatrice” rispetto alle rivoluzioni culturali degli anni successivi, e in particolare quella iniziata nel 1969.

La rivoluzione della Generazione X

Gli Anni Sessanta, con tutti i loro stravolgimenti sociali, hanno contribuito a un nuovo cambio generazionale. Tra il 1965 e il 1979 è nata la Generazione X, una espressione coniata dallo scrittore canadese Douglas Coupland. In questo caso, per X si intende non solo il rifiuto dello status sociale, del valore del denaro e delle convenzioni di quel tempo, ma anche una generazione meno numerosa rispetto a quella precedente.

Dopo il Baby boom, infatti, ci fu una contrazione delle nascite. Ma la Generazione X è anche quella che ha vissuto in prima persona il passaggio dal mondo analogico a quello digitale, con i primi computer e l’avvento di Internet.

L’avvento dei Millennials

I nati tra il 1980 e il 1996 appartengono alla Generazione Y, i cosiddetti Millennials, cioè quei giovani che sono diventati maggiorenni a cavallo del 2000. I “nativi digitali”, i primi a crescere in mezzo a computer, internet e nuove tecnologie quelle legate alla comunicazione. La Gen Y è la prima ad essersi “convertita” all’utilizzo quotidiano dei social e della messaggistica istantanea. Inoltre, ha sviluppato un approccio meno ansioso verso i figli.

robot e essere umano
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La fragile Gen Z

Dopo la Gen Y è arrivata la Z, cioè quella dei nati tra il 1997 e il 2009. Caratterizzata dal ruolo sempre più centrale della tecnologia digitale, è stata segnata dalla pandemia da Covid, che l’ha costretta a subire limitazioni sociali e comunicazione a distanza. Gli esperti la ritengono una generazione fragile a causa delle conseguenze psicologiche del lockdown e anche per la dipendenza da social network e smartphone.

Generazione Alfa: gli screenagers

I nati tra il 2010 e il 2024 costituiscono, invece, la Generazione Alpha, i cui membri vengono anche definiti screenagers perché vivono a contatto continuo con gli schermi.

Dal 2025, però, sono però soppiantati dalla Generazione Beta, quella del futuro, dei giovani che cresceranno a contatto con l’intelligenza artificiale. Ma anche in un mondo profondamente segnato da guerre e cambiamenti climatici. Difficile oggi immaginare con quali conseguenze.