Maschio italiano, addio. A quanto pare l’uomo nostrano è andato in pensione: al suo posto solo un pigro femminista. Parola di Petronella Wyatt, giornalista e scrittrice britannica, meglio nota come ex amante dell’ex premier inglese, Boris Johnson. Le sue dichiarazioni non sono passate inosservate, anche perché hanno citato esempi del passato, screditando “i moderni uomini italiani”.

Altro che Tacito e Cicerone!

«Forget Tacitus and Cicero, modern Italian men just want to be lazy». Così ha tuonato Wyatt. Come riporta il Telegraph, Petronella Petsy Aspasia Wyatt non ha risparmiato critiche al mito dell’italico uomo, scomodando lo storico romano autore degli Annales e niente di meno che uno dei rappresentanti più illustri dell’antichità di Roma, come Marco Tullio Cicerone. Rispetto allo scrittore, politico, avvocato e filosofo, il maschio italiano moderno non sarebbe altro che un “pigro”.

Se femminista è un “difetto”

Come se un certo lassismo non bastasse, Wyatt ha rincarato la dose calcando sul presunto femminismo del maschio italiano, considerandolo un difetto. «L’80 per cento degli uomini italiani si definisce femminista», riporta il Telegraph. Ciò che non sembra piacere alla giornalista è l’evoluzione della popolazione maschile, troppo dedita a pulizia e cura di sé, considerati appannaggio del mondo femminile. «Molti italiani ormai incarnano questo nuovo prototipo di uomo», afferma la giornalista di The Spectator, dove ha lavorato con l’ex collega Boris Johnson, già primo Ministro e suo amante (lui, all’epoca della relazione tra il 2000 e il 2004, le avrebbe promesso di lasciare la moglie, cosa poi non accaduta).

Ma cosa ne sa Petronella Wyatt del maschio italiano?

«Sicuramente Wyatt ha ottenuto un primo effetto, quello di sollevare un polverone, indignando molti uomini italiani» commenta Nicola Santini, giornalista esperto di costume e direttore del settimanale Vero. «Posto che certe considerazioni che arrivano da una che è nota per essere stata l’amante di Johnson possono far sorridere, ma non bisogna cadere nel tranello di fermarsi al giudizio su di lei. Concentriamoci sul contenuto, sul peccato invece che sul peccatore, perché a volte la verità è messa in bocca allo stupido del paese, come si suol dire. Lei è tutt’altro che stupida e forse ha toccato un tema delicato, la percezione del maschio moderno».

Che fine ha fatto l’antico maschio italiano?

«Le scelte amorose di Wyatt possono far discutere, e con i maschi forse poteva andarle meglio, ma credo che sia interessante lo spunto della sua riflessione. Come italiani siamo tacciati in tutto il mondo di essere un paese ancora patriarcale, ma se andiamo a vedere all’interno delle nostre case scopriamo che molto spesso i pantaloni li portano le donne – sottolinea Santini – Dire che i nostri “maschi” sono femministi è un’esagerazione, ma rende più veritiero il quadro rispetto al solo patriarcato. Non credo ci sia da indignarsi, ci sono donne che hanno fatto grande l’Italia».

La reazione della rete

Naturalmente non sono mancati commenti stizziti alle parole della Wyatt. L’articolo del Telegraph in rete è stato accompagnato dalla reazione dei lettori – anche italiani – che hanno invece criticato le affermazioni della giornalista 56enne parlando di “postcolonialismo anglosassone”, unito a “machismo tossico”. «Il presunto femminismo degli uomini italiani non è un difetto, quanto piuttosto la celebrazione di una parità di fatto. Per rimanere in tema di romanità, è come dare a Cesare quel che è di Cesare, anzi a Cesara quel che è di Cesara: le donne italiane spesso hanno una marcia in più. Oggi, poi, abbiamo anche un presidente del Consiglio donna e molte manager nelle aziende che fanno le scarpe ai loro colleghi uomini».

Nostalgia dell’uomo-guerriero?

D’altro canto la giornalista e scrittrice è anche autrice di alcuni libri dai quali emerge una certa propensione e simpatia per le figure maschili “forti”. Ha all’attivo, infatti, tre opere, una delle quali dedicata al padre (Father, dear Father: Life with Woodrow Wyatt), già amico e vicinissimo all’ex Donna di ferro ed ex premier Margaret Thatcher, uscita nel 1999. Nel 2014, invece, ha dato alle stampe The Third Plantagenet: George Duke of Clarence, altro libro che rievoca un eroe della storia della corona inglese. «Rievocare i guerrieri del passato non ha senso, oggi siamo tutti guerrieri, uomini e donne. Guardiamo alla sostanza: è molto riduttivo fermarsi a osservare se una cosa l’ha fatta un uomo o una donna», osserva ancora Santini.

Petronella e gli scivoloni precedenti

In realtà non è la prima volta che Petronella Petsy Aspasia Wyatt incappa in affermazioni discutibili. Era accaduto quando, intervistando l’allora candidata ministra per le Donne, la laburista Janet Anderson, quest’ultima fece una battuta, dicendo che «con i Laburisti le donne diventeranno più promiscue», che la Wyatt fece invece passare come un programma del partito. Il suon nome, però, è inevitabilmente associato alla burrascosa relazione con Boris Johnson, a causa della quale il politico fu anche allontanato dal partito per avere mentito sul suo rapporto con la giornalista. All’epoca lui negò tutto, compreso il fatto che la ragazza fosse stata costretta ad abortire dopo essere rimasta incinta.