Per gli adolescenti vaccinarsi contro il Covid diventa più facile, anche se i genitori sono contrari. Il Comitato Nazionale di Bioetica ha stabilito che la scelta di immunizzarsi deve rispettare la volontà dell’adolescente, anche quando è in disaccordo con i genitori. La posizione del Comitato è stata sollecitata dopo i numerosi casi di ragazzi minorenni che volevano ricevere il vaccino contro il Covid, ma i cui genitori erano contrari. Ora, secondo gli avvocati che avevano sollevato la questione, non si potrà non tenere conto di quanto affermato dal Comitato di Bioetica.
Cosa ha stabilito il Comitato nazionale di Bioetica
Nel documento Vaccini Covid-19 e adolescenti il Comitato ritiene che «se la volontà fosse in contrasto con quella dei genitori l’adolescente debba essere ascoltato da personale medico con competenze pediatriche e che la sua volontà debba prevalere, in quanto coincide con il migliore interesse della sua salute psico-fisica e della salute pubblica». Spiega l’avvocato Gianni Baldini, tra i massimi esperti di bioetica in Italia: è stato lui ad aver sollecitato la questione presso il Comitato. «Si tratta di una posizione importante perché pur essendo un parere consultivo, ha effetti di fatto vincolanti: è un comitato tecnico ed esprime indicazioni che hanno un loro valore. Per disattenderle, un giudice dovrebbe fornire motivazioni molto forti, non potrà non tenere conto di una posizione così chiara».
Il caso degli adolescenti fragili
Un caso a sé è rappresentato dai ragazzi cosiddetti “fragili”, cioè quelli che per eventuali patologie pregresse e condizioni personali rientrino nella categoria di soggetti particolarmente a rischio. In questo caso, secondo gli esperti «emerge in forma ancora più pressante l’obbligo dei genitori (rappresentanti legali) di garantire ai propri figli il miglior interesse; è importante ricorrere al comitato di etica clinica o ad uno spazio etico e, come extrema ratio, al giudice tutelare».
Adolescenti, cosa fare per farsi vaccinare
Ma cosa deve fare, in termini pratici, un ragazzo che voglia vaccinarsi contro il Covid, ma abbia i genitori contrari? «In termini pratici la strada da seguire è di tipo legale. Se il ragazzo ha genitori regolarmente sposati il suo caso potrà essere sollevato da un avvocato, al quale non potrà rivolgersi direttamente in quanto minorenne. Sarà però il legale a interessare i servizi sociali o la procura dei minori perché sia avviata una procedura presso il giudice tutelare – chiarisce Baldini – Se, invece, è in corso una separazione, sarà il giudice ordinario titolare del fascicolo a pronunciarsi anche su questo aspetto, come fa per esempio per l’affido».
Quando rivolgersi al pediatra
Ma la vera novità è che può promuovere la causa anche il pediatra – o eventualmente il medico, in caso di adolescente con più di 14 anni. «L’altra possibilità che ha un giovane per essere vaccinato, pur con genitori contrari, è quella di rivolgersi al pediatra o al medico di famiglia, che può promuovere un’azione. La legge 219/17 sul testamento biologico, infatti, prevede che in caso di trattamenti sanitari necessari, qualora colui che esercita potestà genitoriale sia in contrasto col medico, questo può chiedere un intervento al giudice tutelare. Applicando la norma al caso dei vaccini ani-Covid, volendo, il ragazzo si può rivolgere al medico, in modo che il giudice si pronunci» spiega l’avvocato Baldini.
Sarà sempre il giudice tutelare a pronunciarsi, nel caso in cui in una coppia sposata un genitore sia favorevole e uno invece contrario. Ovviamente in questo caso sarà il genitore favorevole al vaccino ad avviare l’iniziativa legale. Se invece si tratta di genitori separati con una causa ancora pendente sarà il giudice ordinario a decidere. Infine, in particolari condizioni potrebbe spettare al Tribunale dei minori intervenire: è l’eventualità in cui, per esempio, i genitori non fossero sposati o non ci fosse legame coniugale» conclude il legale.
Nessun obbligo per i ragazzi no-vax ma occorre informarsi
E se invece fosse il ragazzo a non volersi vaccinare? In questo caso è escluso l’obbligo di immunizzazione, mentre è raccomandata un’informazione accurata ad adulti e ragazzi, che coinvolga anche la scuola. «Il Comitato – si legge nel documento – ritiene importante e auspicabile che l’adolescente sia informato che la vaccinazione è nell’interesse della sua salute, della salute delle persone prossime e della salute pubblica. In ultimo appare comunque corretto, dal punto di vista bioetico, non procedere all’obbligo di vaccinare in mancanza di una legge, ma porre in essere misure atte a salvaguardare la salute pubblica».
Il documento è importante perché raccomanda ai genitori di informarsi e dialogare con i ragazzi. «Si evidenzia l’importanza dell’informazione rivolta ai genitori, che dovrà essere calibrata in base all’età dell’adolescente, con particolare attenzione al bilanciamento di rischi e benefici, diverso rispetto agli adulti e agli anziani. L’informazione deve essere rivolta anche agli adolescenti, auspicabilmente mediante un foglio informativo prima del vaccino, affinché possano partecipare in modo consapevole. Tale informazione deve essere accompagnata da azioni di sensibilizzazione e di educazione dei genitori e degli insegnanti, con attivazione di specifiche iniziative nella scuola».
L’appello dei pediatri a genitori e ragazzi: «Venite da noi»
I dati in realtà sembrano dare ragione ai pediatri, che si dicono ottimisti sull’adesione dei giovani alla campagna vaccinale: al momento sono poco più di 800 mila gli under 19 che hanno completato la vaccinazione, mentre circa 1,5 milioni ha ricevuto solo una dose. Spiega Annamaria Staiano, presidente della società Italiana di Pediatria. «Nel documento si esorta a spiegare sia ai genitori sia ai ragazzi l’importanza della vaccinazione per gli adolescenti e la loro salute, ma anche per poter recuperare la libertà e tornare a frequentare altri coetanei. Va anche spiegata l’importanza di tutelare gli altri, dai nonni più a rischio alla comunità. Insomma, dobbiamo tutti cercare un rapporto più colloquiale con gli adolescenti per spiegare loro vantaggi e rischi, questi ultimi legati soprattutto al quadro epidemiologico e alla diffusione della variante Delta».
In alcune regioni i pediatri possono vaccinare
«Noi pediatri possiamo seguire i ragazzi fino ai 14 anni, o fino ai 16/17 anni in casi particolari. Il nostro vantaggio è quello di godere della fiducia delle famiglie, perché seguiamo i figli fin dalla nascita e non a caso in molti ci stanno chiedendo di vaccinare i giovani nei nostri ambulatori invece che negli hub, che sono molto più anonimi» spiega Paolo Biasci, presidente della Federazione Italia Medici Pediatri. «Purtroppo la vaccinazione da parte del pediatra non è ancora possibile ovunque, esistono molte differenze tra regione e regione. In Liguria, ad esempio, sono partiti da oltre un mese, in Toscana si inizia il 10 agosto, in altri luoghi occorre più tempo» conclude l’esperto.