La scuola in streaming non è solo un’idea originale del sindaco di Rapallo, Carlo Bagnasco (è la prima volta che se ne parla in Italia), ma un progetto che potrebbe essere esteso anche ad altre città quando le condizioni meteo rendono difficile la vita agli studenti (e ai loro genitori, oltreché agli insegnanti). Il progetto sta entrando nel vivo e l’obiettivo è quello di mettere a punto un sistema informatico possibilmente il più specifico possibile per ciascuna scuola. Per questo è al lavoro un comitato di cui fanno parte tecnici informatici e personale dei vari istituti. «Stiamo lavorando per essere pronti a partire da settembre, con il nuovo anno scolastito 2020/201, anche perché il periodo più critico è proprio quello autunnale, tra settembre e novembre, quando le piogge ci costrigono ormai da diversi anni a proclamare l’allerta e quindi anche a chiudere le scuole di ogni ordine e grado» spiega il primo cittadino.
Il progetto
«Dopo aver verificato a novembre gli ultimi aspetti tecnici, siamo lavorando sui dettagli. Già lo scorso autunno avevamo una piattaforma su cui lavorare, realizzata da una società piemontese» ha spiegato Bagnasco. Il piano dell’Amministrazione di Rapallo è stato portato prima di Natale in sede Anci davanti a tutti i sindaci italiani, perché anche altre Amministrazioni possano seguire l’esempio ligure, ma le prime manifestazioni di interesse non hanno tardato ad arrivare, in primo luogo da altri primi cittadini liguri, come quelli di Sanremo e Riccò, nello spezzino. «Una prima fase sperimentale potrebbe partire anche prima della fine dell’anno scolastico» ha spiegato il Sindaco del Comune nel Golfo del Tigullio.
Lezioni in streaming: come funzionerà
«La Regione Liguria, tramite l’Assessore all’Istruzione a cui ho illustrato il progetto, ha già dato il proprio appoggio entusiasta. L’idea è quella di far tenere delle lezioni agli insegnanti anche quando alunni della primaria e studenti delle secondarie sono costretti a rimanere a casa per allerta meteo. Maestre e professori rimarrebbero a casa a loro volta, perché se dovessero insegnare da scuola verrebbe meno il principio di precauzione che ci porta a chiudere gli istituti quando ci sono condizioni meteo rischiose» spiega Bagnasco, che ha già preso contatti con la società che fornirebbe la strumentazione per tenere lezioni a distanza. Tramite Antonio Gozzi, imprenditore di Chiavari, e WyLab, incubatore che si rivolge alle start-up soprattutto nel campo dell’innovazione e formazione, si potrà contare su una piattaforma già esistente: «Stiamo verificando con la società che il programma sia adatto anche al numero di studenti con cui vorremmo utilizzarlo. Si parla di circa circa 4.000 giovani nel solo territorio di Rapallo» spiega il Sindaco.
Tutti gli studenti, dunque, potranno seguire le lezioni dal proprio computer o tablet, mentre l’insegnante spiegherà contemporaneamente da casa, in modo interattivo, con lezioni interattive. E per chi non avesse un pc? “Secondo i nostri dati ufficiali, qui a Rapallo il 95% della popolazione ha un dispositivo elettronico a casa, ma per chi ne fosse sprovvisto sarà il Comune a farsene carico, magari fornendo dei tablet. Noi speriamo anche in finanziamenti aggiuntivi dalla Regione e, magari, dal Miur, a cui illustreremo i dettagli dell’iniziativa in modo che anche altre Amministrazioni interessate possano seguire il nostro esempio” spiega Bagnasco.
L’idea: dal passato al futuro
«L’idea mi è venuta pensando al Dopoguerra: i ragazzi seguivano le lezioni via radio. Oggi la tecnologia ci permette di andare ben oltre, con la possibilità di tenere corsi di formazione a distanza e videoconferenze» spiega il Sindaco di Rapallo. Molti ordini professionali mettono a disposizione piattaforme per seguire corsi di aggiornamento, così come le università telematiche da tempo consentono di seguire lezioni a distanza, sia in diretta che registrate, avere contatti con i docenti e anche con altri studenti, in chat o live.
I vantaggi della tecnologia
«Da un punto di vista educativo e didattico mi sembra una grande opportunità, è una proposta innovativa e può essere realizzata grazie ai progressi della tecnologia. Resta qualche perplessità sulla sua applicabilità: attualmente gli ordinamenti non prevedono che possa essere considerata lezione quella tenuta via Skype o tramite canali multimediali. Gli insegnanti devono accertarsi della presenza di alunni e studenti di persona, quindi non credo che al momento un dirigente possa dare il proprio via libera» spiega Paolino Marotta, presidente Andis, Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici. «La realtà che viviamo oggi ha superato i vecchi ordinamenti, che necessitano quindi di essere aggiornati. Ma una volta superato questo aspetto, perché no?». Il Sindaco Bagnasco, che ha già incontrato i dirigenti scolastici del territorio, sta lavorando anche a questo aspetto. Meno ostacoli, invece, arrivano dai genitori.
Cosa ne pensano genitori
«Nell’era della comunicazione veloce e digitale, occorre che anche il mondo scolastico si adegui: trovo che sia un bella idea per far sì che i ragazzi non perdano lezioni, in casi eccezionali, che non sono solo quelli legati a eventi meteorologici» spiega Rosaria D’Anna, presidente dell’Associazione Italiana Genitori. «Penso anche ai ragazzi allettati o ospedalizzati: al momento l’unico modo per non fargli perdere la scuola è quello di mandare un insegnante in corsia. Utilizzando la tecnologia, invece, potrebbero seguire la scuola in modo telematico. Tra l’altro riteniamo che occorra un’educazione all’uso corretto dei dispositivi digitali (dunque senza vietarli perché sarebbe assurdo e anacronistico) e questo sarebbe un ottimo modo».