Negli ormai quasi due anni di vita della nostra rubrica, nostra perché l’abbiamo fatta insieme, attraverso un dialogo che è sempre stato vivo, spesso ho raccontato vicende personali, e in particolare quelle legate all’alzheimer che una decina d’anni fa colpì mia madre.
Dal primo di dicembre, mia madre si è liberata dei vincoli terreni del suo corpo, ed è, come diceva Santa Caterina da Siena, con un’espressione di rara delicatezza, «nata al Cielo».
Per questo spero mi perdonerete se mi concedo ancora una volta qualche ricordo personale.
La morte come nascita è un concetto affascinante, suggestivo, ma possiede anche un preciso significato. Invecchiando, regrediamo verso uno stato sempre più infantile. E dunque perché non tirare le linee fino in fondo, ed ammettere che il nostro percorso si possa chiudere con un tornare nel grembo dell’universo, per poi rinascere?
Gli ultimi mesi sono stati molto duri. Una lunghissima degenza ospedaliera ci ha portato spesso, prima di oltrepassarla, sulla nera soglia del buio. Ma ogni volta mia madre, con il suo coraggio di sempre, con la sua ingenua spericolatezza, con il suo ottimismo proverbiale, ha speso tutte le sue forze per regalarci un sorriso, per mormorare una benedizione, un augurio, un auspicio di felicità.
Fino alla fine, con il cervello fisicamente compromesso dall’Alzheimer, ma con l’anima sempre pronta come una vela a catturare il minimo alito di vento, è rimasta fedele al ruolo che la Natura le ha assegnato: finché ha respirato, è rimasta una madre. Nemmeno la demenza ha potuto sconfiggere il suo istinto materno, e non di se stessa, ma di noi, della sua famiglia, s’è preoccupata fino all’ultimo respiro.
Chiaroveggenza dolorosa quella del libro che le ho dedicato, Infinito presente, in cui ho raccontato non solo la sua indomita lotta contro la malattia che l’aveva colpita, ma anche e soprattutto il suo amore per la vita, e come questo abbia positivamente influito su di noi che le stavamo intorno, fino a farci comprendere che persino la malattia va vista come un’opportunità.
Una forza e una generosità straordinarie sono il dono di ogni madre, e sono la base di quell’amore incondizionato che solo una madre sa offrire e che tutti dovremmo avere la possibilità di assaporare. Un vecchio proverbio napoletano recita: «Chi tene ‘a mamma, nun chiagne» (chi ha la mamma, non piange), ed è vero. Le madri sono scudo pronto a difenderci da ogni dolore, a volte persino esagerando.
A volte penso a come sarebbe stata questa lunga degenza se in ospedale ci fossi finito io, e non lei. La risposta è semplice: lei non avrebbe conosciuto né sonno, né fame, né stanchezza. Per tre mesi sarebbe stata là, accanto a me, giorno e notte, senza cedere di un millimetro, senza mollare un attimo.
Ed è proprio per questo che, alla fine della storia, ciò che mi resta mi parla più che mai della vita: la verità è che l’amore può tutto, che un sorriso, uno sguardo sincero, una carezza sono sorsi di eternità, che nel dolore la fiducia nel domani può soltanto diventare più grande.
Grazie di tutto mamma, prenditi il riposo che meriti, nessuno avrebbe potuto fare di meglio e di più. I tuoi occhi si sono chiusi, ma non si sono mai voltati dall’altra parte.
Grazie. E arrivederci: perché tra di noi, mamma, non può esserci addio.
Le altre storie raccolte da Flavio Pagano:
1. Il giorno che mia madre non mi ha riconosciuto
2. L’istituto dove i pazienti si sentono a casa
3. Accanto a chi è malato fino all’ultimo respiro
4. La mia mamma malata mi ha accompagnato all’altare
5. La nonna che non ricorda mai che giorno è
6. Quando si arriva a dire: «Non ce la faccio più»
7. Com’è vivere accanto a chi c’è ma non c’è più
8. Perché la casa di riposo fa paura
9. Alzheimer, prevenirlo (un po’) forse si può
10. L’Alzheimer è un ladro bastardo (ma misericordioso)
11. Anche un sogno aiuta a stare meglio
12. La casa dove i nonni tornano bambini
13.Il ruolo eroico delle famiglie dei malati
14. Innamorarsi a 90 anni si può
15. Quel Natale lontano della mia mamma
16. Cosa pensa una madre (con l’Alzheimer) dei propri figli…
17. Quando l’Alzheimer strappa un sorriso
18. Alzheimer, la mia mamma e la sua bambola Eva
19. Cosa prova un malato di Alzheimer
20. La mia mamma ha suonato il piano
21. Alzheimer, il punto sulle cure
22. Il cuore di una vecchia mamma con l’Alzheimer
23. Alzheimer, la cura più grande che ci sia
24. Anche con l’Alzheimer una mamma si preoccupa per suo figlio