Monza, cuore della Brianza produttiva. Sulla grande strada centrale sfrecciano auto e camion a ogni ora del giorno e della notte. Eppure a 70 metri esatti, così recita il navigatore, il caos lascia il passo alla pace. Il cartello “Il Paese ritrovato” punta verso un piccolo borgo: casette colorate a 2 piani, una piazza, negozi e giardini. Il classico paradiso immobiliare per gli imprenditori locali? A prima vista sembrerebbe di sì, ma per archiviare l’idea basta incrociare i volti delle persone: tutte over 70, con il passo incerto e lo sguardo che ogni tanto sembra perdersi. Siamo nel primo (e finora unico) Villaggio Alzheimer in Italia, inaugurato a fine giugno: 14.000 metri quadrati, 32 abitanti (ma arriveranno a 64) affetti da demenza lieve o moderata.

Ad aspettarci al bar c’è Marco Fumagalli, operatore della Cooperativa La Meridiana (www. cooplameridiana.it), che ha ideato la struttura e che la finanzia in parte: il costo del Villaggio è quasi tutto a carico delle famiglie (si pagano 98 euro al giorno e si accede tramite richiesta), tranne una quota di 22 euro messa dalla cooperativa, ora in cerca di accordi con la Regione per entrare nella rete dei servizi socio-sanitari.

«Il Villaggio non è un ospedale ma una città dove le persone ritrovano la libertà che avevano prima della diagnosi di Alzheimer. La nostra sfida è dimostrare che la realtà quotidiana può curare» racconta Marco, togliendosi il grembiule da barista. Seguendo questo principio, i 50 operatori si trasformano a turno in negozianti. «Abbiamo una formazione specifica per rapportarci con i malati, così li aiutiamo a fare piccole cose, come prendere un caffè o prenotare una messa in piega».

Alle 10 del mattino Sonia, operatrice e parrucchiera, è già in azione. «Mi ha messo i bigodini stretti così i capelli restano più ordinati» sussurra la signora Nella. Piega, manicure e pedicure sono i trattamenti più richiesti, perché vedersi belle aiuta a sentirsi quelle di un tempo. I negozi si trovano al centro del villaggio e tutto è pensato per venire incontro agli abitanti: all’esterno pareti rosse e beige, così ci si orienta, all’interno luci che scacciano l’ansia e arredi che fanno invidia alle vetrine del centro. Al bar un gruppo di signori si concede una spremuta, al minimarket Lina e Sandra comprano i loro biscotti preferiti. «Il braccialetto nero che indossano è un dispositivo tecnologico» spiega Fumagalli. «Permette loro di pagare, aprire porte e ascensori. E noi, tramite una app, controlliamo sullo smartphone dove sono e se stanno bene».

Tutto procede alla lezione di risveglio muscolare in palestra. Mentre nel “Centro Allenamente” Alessandra Gervasio, psicologa, inizia il laboratorio di oggi. Si gioca con immagini, video e parole per allenare memoria e attenzione. Sandra, 80 anni appena compiuti, sembra divertirsi molto: «Pensavo di non riuscire più a usare i termini giusti, invece me la cavo ancora…». Fuori è un viavai di abitanti: chi passeggia nei giardini, qualcuno va in chiesa, altri ancora nell’orto a piantare i cavolfiori.

«Il braccialetto funziona anche da contapassi» aggiunge Fumagalli. «Gli anziani macinano fino a 9 chilometri al giorno, mentre prima erano costretti in casa o ricoverati, seduti o davanti alla tv per 6 ore al giorno. Anche il movimento rallenta il decadimento cognitivo». Di sicuro la mente rinasce con le tante attività proposte. Beppe è il più giovane qui, con i 70 anni ancora da compiere e gli ultimi bruciati tra strutture e badanti che lo consideravano ingestibile. Ma ora sorride nel negozio di bricolage: ci sarà una gara per le decorazioni delle vetrine e lui sogna di vincerla. Un’altra grande medicina è la socialità. Si sta insieme, nascono amicizie e simpatie speciali. Come quella tra Agata e Luigi: quando entriamo in una delle casette sono seduti sul divano del soggiorno, lui le stringe la mano e le sussurra qualcosa, poche parole che racchiudono l’essenza della felicità.

Intanto arriva Andrea Flumiani, commissario di Fondazione Cariplo, tra i principali sostenitori del progetto. Il villaggio è costato oltre 10 milioni di euro e 7 sono arrivati proprio da privati cittadini e associazioni. «Questo è vero welfare sociale, tutta la comunità ci ha messo l’anima» spiega. «E a proposito di soldi, la tecnologia offre qualità senza sprechi. Gli 8 appartamenti, ognuno di 420 metri quadrati in grado di accogliere 8 persone, sono un concentrato di domotica: piccoli computer che misurano riscaldamento e luci, tv con telecamere che controllano le emozioni degli abitanti e presto trasmetteranno messaggi video dei parenti. Siamo orgogliosi del Villaggio e speriamo che sia copiato in altre parti d’Italia».

Villaggio Alzheimer
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LE CASE

Il Villaggio è stato inaugurato a fine giugno a Monza (Mb): ci sono 8 casette a 2 piani, una piazza e negozi su una superficie totale di 14.000 metri quadrati. Ci lavorano 50 operatori e può accogliere fino a 64 persone.

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LA PALESTRA

Al Villaggio si tengono lezioni di risveglio muscolare, sensoriale e mentale. Gli abitanti indossano un braccialetto che apre porte e ascensori, permette di pagare nei negozi e si collega via app agli operatori.

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È tempo di uscire dagli appartamenti, in fondo siamo quasi intrusi. Queste sono vere case, mondi che traboccano di foto, quadri e vestiti. Ritorniamo in piazza e andiamo nella palestra sensoriale: appesi al soffitto ci sono morbidi palloni, ognuno emana un profumo diverso che serve a risvegliare i ricordi. «Mi piace questo, sa di rosa» dice convinta Angelina. Ha 86 anni, pelle di porcellana e mani magre che stringono quelle della figlia Barbara, che oggi è venuta a trovarla.

«Per seguire mia mamma ho lasciato il lavoro e sono andata a vivere con lei che, però, si sentiva soffocare e al tempo stesso si spegneva. È arrivata al Villaggio a fine luglio e dopo 10 giorni ha iniziato a chiamarlo casa. È partecipe e felice, adora il circolo della lettura e i pomeriggi musicali. Io sono tranquilla perché è seguita, c’è un medico sempre presente. Avevo visto altre strutture però mi sembravano un incrocio tra alberghi di lusso e piccole prigioni. Un malato di Alzheimer non perde solo i ricordi ma anche la quotidianità: deve continuare a essere una persona con i propri gusti e desideri».

L’idea del Villaggio Alzheimer è nata in Olanda

Il primo Villaggio Alzheimer è nato nel 2009 a West, un comune vicino ad Amsterdam, e ospita 152 persone suddivise in 23 case. Anche qui gli abitanti vivono insieme, frequentano corsi e laboratori e non mancano negozi, cinema e un teatro, gestiti da operatori specializzati in demenza. Non solo: nel villaggio ci sono anche un ristorante e un pub che sono aperti a tutti e dove, quindi, gli abitanti possono socializzare e conoscere le altre persone del quartiere. Strutture simili sono in costruzione a Roma, Varese e in California.

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I NUMERI DELL’ALZHEIMER

21 settembre – È la Giornata mondiale dell’Alzheimer

46,8 milioni – Le persone nel mondo affette da una forma di demenza

10 milioni – I nuovi casi che si contano in più ogni anno

1.241.000  – I malati diagnosticati in Italia

37,6 miliardi  – I costi sanitari della malattia nel nostro Paese

Fonte: Alzheimer’s Desease International

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