Dopo i 40 le donne più felici e realizzate sono anche quelle che possono contare su fitte relazioni di amicizia. A prescindere dal fatto che abbiano oppure no una famiglia o un solido rapporto di coppia. Lo rivela uno studio inglese promosso dal National Child Development Study. In questa fase della vita, infatti, più che i rapporti con i familiari, si intensificano le amicizie che diventano legami maturi e consapevoli. Da una parte abbiamo le amiche di sempre, in cui vediamo le nostre radici e troviamo rifugio. Dall’altra quelle più recenti, che sentiamo affini perché a loro ci uniscono significative esperienze come un divorzio o una maternità. Oppure perché con loro coltiviamo una passione, dal cinema allo yoga. In poche parole, anche se siamo sposate, single, innamorate, madri o manager, la voglia e il bisogno di raccontarsi all’amica e il piacere di stare insieme rimangono un tassello essenziale per il nostro equilibrio.

Come si evolve il rapporto

«Quando sei nel secondo tempo della vita ti guardi intorno, fai i primi bilanci e scegli di conservare energie per le cose e le persone che ti danno positività» dice la scrittrice Federica Bosco. Lei sostiene che l’amicizia diventa sempre più selettiva con gli anni. E può essere il fil rouge di una vita intera, come svela nel suo ultimo libro, Ci vediamo un giorno di questi (Garzanti). A quest’età diamo ancora più valore ai rapporti storici, che hanno saputo confermarsi nel tempo nonostante le esperienze e gli stili di vita che ci cambiano e facilmente ci allontanano. «Io e la mia amica di sempre siamo diversissime, eppure il nostro legame è profondo e inossidabile» ci rivela la scrittrice. «Ci tiene unite il fatto di avere alle spalle storie e aneddoti da ricordare, su cui piangere o ridere. Ma sapendo che c’è ancora strada da fare».

Il rapporto cambia, il legame resta

Anche lo spirito con cui vivi l’amicizia assume toni più morbidi. Trascorrete serate fuori, chiacchierate, vi consigliate, ma non ci sono più le grandi passioni e i colpi di testa che erano il collante dell’amicizia a venti o trent’anni. Per Francesca Rigotti, filosofa e coautrice del libro Una donna per amico (Orthotes), ci scopriamo più forti ma anche più rassegnate. «Abbiamo acquisito quel sano realismo per cui, ora che siamo adulte, ci è chiaro che non possiamo avere tutto. E quindi neanche nell’amicizia c’è più quell’ansia di totalità che non rispettava gli spazi dell’altra e mal tollerava i tempi dilatati per vedersi o sentirsi».

Cosa ti può dare di diverso

Sembra strano, ma è nel momento stesso in cui non si pretende più la dedizione totale che si comincia ad apprezzare appieno il tempo che riusciamo a trascorrere con un’amica. E poi con l’età diventiamo più ironiche e c’è più gusto a ridere dei nostri difetti e delle nostre sventure. Perché abbiamo un gran bisogno di prenderci una pausa dallo stress del lavoro e dai mille impegni familiari. E poi ci serve come l’aria che qualcuno ci capisca. Ma a volte con il nostro compagno non succede. «Troviamo più conforto a parlare con un’amica che con il nostro partner perché con lei non dobbiamo stare così attente per evitare di ferirla o imporci di non essere completamente sincere» prosegue Francesca Rigotti. «Anche nei rapporti di coppia migliori non serve dirsi sempre tutto. Perfino a 40 o 50 anni certi tipi di confidenze ci risulta naturale farle a un’amica.

L’amicizia è una “rete di salvezza”

Da un certo punto in poi, subentra anche l’esigenza di aiutarsi su un piano pratico: «Le tue amiche diventano la rete di salvezza quando hai bisogno di un consiglio su un bravo dentista, una tata o un commercialista» sostiene Federica Bosco. «Non bisogna neanche dimenticare che le relazioni al femminile hanno contribuito alla costruzione di un’immagine più autonoma e indipendente di noi donne» dice Francesca Rigotti. «Thelma e Louise è stato un apripista in questo senso, mai un film aveva raccontato una storia di amicizia e di solidarietà tra due ragazze. Ma in quel caso conservava l’idea che le protagoniste fossero diventate amiche solo per compensare un rapporto carente con i partner». Cosa che, invece, oggi per fortuna non è più così. Perché se un tempo si tendeva a pensare che ci realizzassimo solo attraverso i nostri uomini, ora sappiamo che l’alleanza tra donne nasce da un innato istinto di aggregazione che ci spinge ad aiutare e proteggere le nostre relazioni.

A 40 anni gli amici sono pochi, ma buoni

Serate in discoteca, aperitivi nei locali, ritrovi in piazza con la “comitiva”: è a 25 anni che si hanno più amici. Lo dice uno studio delle università di Aalto e di Oxford, pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science, secondo cui è proprio questa l’età in cui si raggiunge il picco di amicizie (e i maschi ne hanno più delle femmine). «Poi, verso i 40 anni avviene un mutamento e il numero di amici cala» conferma Robin Dunbar, professore del dipartimento di Psicologia sperimentale all’Università di Oxford. «Ma è in questo periodo della vita che l’amicizia è utile per creare uno scambio, un confronto, e per abbassare i livelli di ansia dovuti alle nuove responsabilità familiari e lavorative. La scienza ha dimostrato che chi non smette di frequentare gli amici, ritagliandosi del tempo per sé, diventa una mamma (o un papà) più paziente e disponibile, un dipendente più efficiente e creativo».