Nel 2013, interrogata su quali fossero i momenti in cui non si sentisse “la Cancelliera”, Angela Merkel rispose: «Quando cucino». Una frase che riassume la sobrietà di una donna che, dopo le elezioni del 26 settembre alle quali non si è candidata, chiuderà i suoi 16 anni alla guida della Germania. E che, ricordando come a casa sua non abbia mai voluto una domestica, indica il segreto che le ha regalato la libertà di essere l’unico capo di governo tedesco a lasciare l’incarico imbattuto e di propria volontà: tenere sempre a mente che esiste una vita al di fuori delle cariche.

«La cosa che più la distingue dalla maggioranza dei leader è che non ha bisogno della politica per essere felice» sostiene Constanze Stelzenmüller, analista tedesca di relazioni internazionali. Angela Merkel, insomma, non ha il problema di chiedersi cos’altro potrebbe fare nella vita perché lo sa già: un’altra vita l’ha vissuta fino ai 35 anni, quando, apparentemente troppo tardi per emergere, ha iniziato la sua straordinaria ascesa.

La vita di Angela Merkel

Nata ad Amburgo nel 1954, ma cresciuta a Templin, a nord di Berlino, nell’allora Repubblica democratica tedesca, figlia di un pastore protestante e di una ex docente di inglese impossibilitata a insegnare nella Germania Est (ma non alla figlia), Angela Merkel è una studentessa modello: eterna prima della classe, vince numerosi premi per la sua conoscenza della lingua russa e viene assunta all’Accademia delle Scienze di Berlino, dove nel 1986 consegue il dottorato con lode in Chimica quantistica.

Sarà da questa esperienza accademica che la futura Cancelliera mutuerà l’approccio da scienziata ai problemi: un’analisi così minuziosa che è nato un neologismo, il verbo merkeln, per indicare chi spacca il capello in 4. «Merkel è cresciuta in una società in cui ideogicamente tutti erano uguali. Tuttavia la competizione sportiva o accademica erano feroci e solo eccellendo conquistavi un privilegio» sottolinea Massimo Nava, inviato del Corriere della Sera e autore di Angela Merkel. La donna che ha cambiato la storia (Rizzoli).

I due matrimoni

Nel tempo libero dallo studio, quando non segue le partite del Lokomotive Lipsia (è tuttora fan sfegatata della Nazionale tedesca), Angela Merkel frequenta un compagno di corso, Ulrich Merkel, che sposa in chiesa il 3 settembre 1977. Lo lascia 3 anni dopo – tenendone però il cognome, il suo da nubile era Kasner – impacchettando in un solo giorno le sue cose e andando a convivere con alcuni amici in un appartamento occupato vicino al Muro.

Più tardi conoscerà a un convegno Joachim Sauer, un chimico con 2 figli, che sposerà nel 1998 e che manterrà sempre una vita indipendente, al punto da non presenziare a 3 delle 4 cerimonie di insediamento della Cancelliera né a una cena di Stato con il presidente Usa George W. Bush e la moglie Laura: «Mi dispiace, stasera mio marito ha da fare nel suo laboratorio» si limita a dire lei.

Alla fine degli anni ’80 Angela è una ex squatter, divorziata, compagna di un padre di 2 figli. Di certo l’autonomia di giudizio e la libertà dai ruoli prefissati non le mancano. E infatti, senza proclami e battaglie ideologiche, lei, la figlia di un religioso sospettato di simpatie comuniste, diventerà leader della Cdu, il partito cattolico tedesco, aprirà ai matrimoni gay e ai medici pro aborto, farà eleggere la prima donna alla guida dell’Unione europea, la connazionale Ursula von der Leyen.

Angela Merkel Ursula von der Leyen 2019
Angela Merkel con Ursula von der Leyen: prima di guidare la Commissione Ue, è stata ministra in tutti i governi Merkel.

Tutto inizia alla caduta del Muro

Tutto inizia alla caduta del Muro: la sera del 9 novembre 1989, quando i primi cittadini dell’Est attraversano il confine, lei, che abita lì vicino, va a farsi una sauna. Puro stile Merkel: non lasciarsi travolgere dagli eventi, ma decidere quando buttarsi. Angela si unisce al gruppo di centrodestra “Risveglio Democratico”, dove il suo primo lavoro consiste nel collegare i computer. Nessun altro riusciva a far funzionare quelli occidentali insieme a quelli orientali. E sta qui un altro dei segreti della futura cancelliera: la straordinaria abilità di trasformare una situazione sfavorevole in un’occasione da non perdere.

Nella Germania riunificata, Merkel rimedia alla posizione da outsider dell’Est imparando a tessere relazioni e costruire alleanze, inaugurando una leadership imperniata sul consenso più ampio possibile: non a caso 3 dei suoi 4 mandati da Kanzlerin sono retti da una grande coalizione di partiti, anche quando numericamente non servirebbe.

In pochi anni “la ragazza” dell’Est, scelta dal capo della Cdu Helmut Kohl per dare l’impressione di rinnovamento – e a cui viene affidato un ministero “da donne”, quello delle Pari opportunità – emerge in uno schieramento iper maschilista. Nel 1999 addirittura estromette dalla politica il suo mentore in odore di tangenti. E lo fa pubblicamente, con un articolo sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung in cui lo accusa di aver danneggiato il partito.

La Cancelliera con Vladimir Putin: sapendo che lei ha paura dei cani, il leader russo ne volle uno n
La Cancelliera con Vladimir Putin: sapendo che lei ha paura dei cani, il leader russo ne volle uno nella stanza dei colloqui.

Prudenza, saggezza e tanto studio

Rovesciando ancora la sorte, lei che fino a 35 anni si è occupata solo di chimica, ribalta l’impreparazione politica studiando continuamente, fino a padroneggiare temi complessi al pari degli specialisti, in modo da poter negoziare fino allo sfinimento. Davanti a ogni crisi – da quella economica del 2008 alla guerra in Siria, alla Brexit – adotta la politica dei piccoli passi, evita il rischio, pone l’enfasi sulla sicurezza «in totale sintonia psicologica con i tedeschi che non vogliono salti nel buio» spiega Nava.


Fa suo il soprannome Mutti, mamma, che gli avversari malignamente danno a lei che non ha figli, perché capisce che è una formula per piacere ai tedeschi: indica prudenza e saggezza


Anche se non lo ama, fa suo il soprannome Mutti, mamma, che gli avversari appiccicano malignamente a lei che non ha figli, perché capisce che è una formula magica per piacere: Mutti racchiude saggezza, prudenza, attenzione ai conti e ai cari. Sue virtù anche nella vita privata: nei 16 anni al vertice ha continuato a preparare la colazione per il marito, a fare vacanze in alberghi a 3 o al massimo a 4 stelle, a pagarsi i biglietti per l’opera anche quando è invitata come autorità.

Il “dopo Angela Merkel”

Cosa resterà del lungo periodo di Angela Merkel al potere? Per Stefan Kornelius, giornalista della Suddeutsche Zeitung e biografo della Cancelliera, la sua eredità politica consiste nell’aver salvato l’Europa post-Covid con un Recovery plan da 750 miliardi di euro e nell’aver convinto il mondo che una Germania potente non è più un pericolo.

A livello morale, la sua eredità sta altrove: nel distacco dal potere, «nel considerare il suo ruolo come un servizio a tempo, nell’uscire in punta di piedi, senza cercare altri incarichi, nel suggerire che c’è una stagione per tutto e che quello che sei non si esaurisce in ciò che fai» riassume Massimo Nava. Angela Merkel era realizzata prima di essere potente. Tornerà a esserlo quando sarà una comune cittadina. E, come ha confessato una volta, le piacerà avere più tempo per dormire.

ANGELA MERKEL IN LIBRERIA

In occasione del suo addio alla politica, ecco 3 nuovi libri sulla Cancelliera: la raccolta dei suoi discorsi e 2 ritratti, tra politica e vita privata. Eccoli:


1 di 3
Angela Merkel – Possiamo farcela (Garzanti), la raccolta dei suoi discorsi

2 di 3
Angela Merkel – La donna che ha cambiato il mondo di Massimo Nava (Rizzoli)

3 di 3
L’inattesa di Tonia Mastrobuoni (Mondadori)