Un italiano su tre ha un animale domestico. E molti si chiedono quale destino li attende quando il padrone non ci sarà più. I pet, infatti, non possono essere beneficiari di un testamento. «Sono considerati un bene, al pari di un oggetto, e alla morte del proprietario entrano a far parte dell’eredità» spiega Laura Sansone, responsabile del programma lasciti Lav (Lega antivivisezione). «Gli eredi sono quindi obbligati ad accettarli». Ma non devono rendere conto a nessuno di come li trattano. Cosa si puòfare per lasciare il nostro pet a qualcuno di fiducia?
Come indicare le proprie volontà
«Nel testamento si può disporre che una persona o un’associazione si prenda cura del proprio animale ed eventualmente destinare al prescelto un lascito perché se ne faccia carico: può essere una somma di denaro, ma anche una polizza vita o un bene di valore» dice Sansone. «Non è necessario depositare un testamento dal notaio; è sufficiente scrivere le proprie volontà su carta, a mano, aggiungendo nome, cognome, la data, la firma, i dati del beneficiario e l’oggetto del lascito. Deve essere tutto scritto di proprio pugno ed è preferibile farne due copie e consegnarne una a una persona di fiducia, a un notaio o un avvocato».
Cosa specificare nel testamento
«È meglio indicare che il beneficiario avrà diritto al lascito a condizione che si prenda cura dell’animale. Si può anche nominare un esecutore testamentario affinché controlli che le volontà vengano rispettate: in caso contrario potrà denunciare la violazione. Chi ha eredi diretti, e cioè figli, genitori, coniugi, deve aggiungere che l’eventuale lascito a un soggetto estraneo viene disposto nel rispetto delle quote legittime di eredità che, per legge, spettano loro» conclude Sansone.
Dove rivolgersi
Tra le associazioni cui si può lasciare il proprio pet prevedendo un lascito c’è la Lav; alla Lega antivivisezione puoi chiedere consulenza gratuita o una bozza di testamento (lav.it/sostienici/testamenti,tel. 06.4461325; Un [email protected]).